Pippo Inzaghi: “Mi sono ritirato un anno prima per colpa di Allegri”

21 Giu 2023

Le verità di Pippo Inzaghi sul rapporto con Massimiliano Allegri e sulla sua inaspettata decisione di ritirarsi, nel 2012. A quelle relazione molto complicata il tecnico della Reggina ha dedicato alcune pagine della sua biografia, appena pubblicata: “Il momento giusto”.

Pippo Inzaghi - Figure 1
Foto La Repubblica

Inzaghi e quella bocciatura di Allegri

Inzaghi racconta quanto accadde alla fine della stagione 2011/2012, quando, sulla soglia dei 39 anni, sembrava aver trovato l’accordo con Adriano Galliani per prolungare il suo contratto: "Era stato Allegri a chiudere la mia carriera da giocatore. Io e il Milan, infatti, nella primavera del 2012 avevamo trovato un accordo per prolungare di un anno il mio contratto. Io sarei stato un importante collante nello spogliatoio che nel giro di poco tempo aveva perso Maldini, Pirlo, Nesta, Gattuso, Seedorf. Elementi di spessore che avevano lasciato un vuoto profondo. Non avrei accampato alcuna pretesa... Galliani era felice di aver trovato insieme a me questa soluzione. Allegri invece la bocciò, non mi voleva più nello spogliatoio e lo disse al dirigente chiedendo che non mi fosse rinnovato il contratto. Per me fu una mazzata".

Inzaghi-Allegri, lo scontro del 2012

Inzaghi decise allora di ritirarsi e gli fu affidata la panchina degli Allievi del Milan. E poco dopo fu protagonista di uno scontro clamoroso con l’attuale tecnico della Juventus. Nel settembre 2012 i due si incrociarono al centro sportivo Vismara, sede del settore giovanile rossonero. Allegri salutò il neo collega, ricevendo una gelida risposta:

"Per me non esisti". Infuriato, l’allenatore livornese lo insultò pesantemente davanti a chi era presente al centro d'allenamento: un alterco che sfiorò lo scontro fisico, nonostante i successivi tentativi della società di minimizzare l’accaduto, anche con un siparietto tra i due a favor di telecamera nella tv ufficiale del club. 

Inzaghi, dopo il Milan la Lega Pro a Venezia: "Non so stare lontano dai campi" Inzaghi e il trauma del pallone sgonfio

A giugno 2014 Inzaghi si prese la soddisfazione di diventare tecnico del Milan proprio al posto di Allegri, esonerato a gennaio ma, dopo una stagione conclusa con un mediocre decimo posto in classifica, fu a sua volta sollevato dall’incarico a giugno del 2015. Prima di ripartire dal Venezia e dalla Lega Pro, nel 2016, l’attaccante campione del mondo nel 2006 ha vissuto un anno di inattività che lo ha decisamente segnato: “Nell’autunno del 2015 – racconta l’ex calciatore – per la prima volta il pallone era sgonfio: non rimbalzava più. E non riuscii ad assorbire la lontananza dal mio mondo, dal profumo dell’erba, dalla sacralità dello spogliatoio. Mi alzavo al mattino e non sapevo come arrivare a sera. Andavo in palestra, ma senza entusiasmo, solo per far trascorrere il tempo, riempire la giornata ed evitare che la noia e lo sconforto prendessero il sopravvento. Il mio corpo mi mandava segnali inequivocabili di malessere. Mi sono spaventato. Anzi, lo dico chiaramente e senza vergogna: ho avuto paura. Ho fatto quattro gastroscopie e altre analisi poco piacevoli, viaggiavo sempre con un borsello pieno di cd con ecografie e risonanze che mostravo a vari specialisti. Ho temuto di avere qualcosa di grave, perfino la Sla. Sono stati mesi di disagio e sofferenza, in cui faticavo a trovare una via d’uscita. Qualcuno lo chiama male di vivere, qualcuno in un altro modo, io ho preferito dribblare definizioni e diagnosi e affrontare la realtà. Ho capito qual era il problema e l’ho superato poco alla volta, circondandomi dell’amore della famiglia. I miei genitori sono stati eccezionali: hanno compreso ciò di cui avevo bisogno."

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