Giro d'Italia, ammutinamento dei ciclisti e tappa ridotta. Pogacar fa ...

22 Mag 2024
Pogacar

MONTE PANA – Quasi senza volerlo Tadej Pogacar ha vinto la sua quinta tappa (su 16) al Giro e alla fine le ha anche contate con le dita: Oropa, Perugia, Prati di Tivo, Livigno, Monte Pana. Secondo posto per il più giovane del Giro, lo splendido 20enne Giulio Pellizzari, autore di una prova coraggiosa e ripreso da Pogacar solo nell’ultimo km. Si è mosso bene Tiberi, 5° di giornata, ha perso invece una posizione Geraint Thomas, superato da Dani Martinez. Questa la brevissima cronaca dell’arrivo. Ma la giornata è stata lunghissima, la sua mattinata in particolare.

La rivolta dei corridori

La mattina è stata caratterizzata dalle feroci polemiche tra organizzatori e il sindacato dei corridori circa la necessità di salvaguardare la sicurezza degli atleti e modificare il percorso della tappa a causa del maltempo. Giù nella notte, infatti, il presidente del sindacato internazionale (Cpa) Adam Hansen aveva inviato una lettera al direttore del Giro Mauro Vegni chiedendo di non affrontare la salita e soprattutto la discesa dell'Umbrailpass ritenuta troppo pericolosa a causa della pioggia e della neve che nel frattempo si stavano abbattendo anche su Livigno. L’Umbrailpass sostituiva nel disegno originario lo Stelvio, anche come Cima Coppi della corsa. Inutili tutte le forme di prevenzione messe in campo dall’organizzazione, ferma nel mantenere il disegno della tappa, ma aperta anche alla possibilità di modifiche in caso di condizioni meteo estreme, come da protocollo Uci. E le condizioni erano straordinariamente sfavorevoli.

La riunione, la passerella, il rifiuto

Dopo una lunghissima riunione si è deciso inizialmente di partire da Livigno con una passerella di una quindicina di km per poi, dopo aver spostato in corridori in auto lungo tutta la svizzera Val Monastero fino in Val Venosta, far partire la tappa vera e propria da Prato allo Stelvio. Ma a quel punto il colpo di scena, con i corridori che non si sono presentati al via. "Penso che sia stato giusto non partire da lì, certo era importante per la città di partenza, ma avremmo dovuto fare 15 km sotto la neve per poi cambiarci. Sarebbe stato un disastro organizzativo per noi corridori, invece così abbiamo mantenuto la gara in sicurezza. Non c'è stato lo Stelvio, l'Umbrailpass due salite iconiche ma è stato comunque un bell'arrivo", ha commentato la maglia rosa Tadej Pogacar. Julian Alaphilippe, poi andato all’attacco, l'ha buttata sul ridere, "faremo i pupazzi di neve", e altri hanno detto di essere pronti "a fare la tappa se gli organizzatori la fanno su una macchina scoperta".

Visibilmente irritato l'ad di Rcs Paolo Bellino che ai microfoni della Rai ha replicato: "C'è una commissione che si occupa del meteo e che deve applicare un protocollo, al cui tavolo sono seduti gli organizzatori e anche i corridori con la loro associazione, per cui tutti abbiamo deciso di tagliare lo Stelvio", ha detto. "Poi stamattina dopo un'altra riunione, con la contrarietà degli atleti, abbiamo detto di partire chiedendo la cortesia di effettuare la passerella da Livigno dove c'era già tanta gente. Sono rimasto per cui molto stupito che poi non si siano presentati", ha aggiunto. Tappa praticamente dimezzata: si sono corsi gli ultimi 118 km.

I precedenti

Non è la prima volta che il Giro, colpito dal maltempo come spesso succede a maggio, deve fare i conti con una situazione del genere. Avvenne nel 2020, a Morbegno, quando i corridori rifiutarono di partire sotto la pioggia per Asti: venne allestita una nuova partenza da Abbiategrasso. Nel 2021 la tappa di Cortina venne ridimensionata, con la cancellazione della salita a Passo Fedaia. Nel 2023 poi il disastro di Crans Montana: via dal percorso il Gran San Bernardo, bersagliato dalla pioggia, altra partenza improvvisata. Ben O’Connor, il quarto della generale, ha definito gli organizzatori “dinosauri”. “Penso” ha detto l’australiano prima della partenza “che sia probabilmente una delle gare peggio organizzate, è un peccato che nel 2024 ci sono ancora dinosauri che davvero non vedono il lato umano delle cose". I corridori erano unanimi nel non volere la salita sull’Umbrailpass. Ma alle 11, a pochi minuti dalla partenza, nessuno sapeva cosa fare. Ha vinto il maltempo e ha vinto la forza sindacale dei corridori, gli attori principali del ciclismo, troppo spesso, come detto da Geraint Thomas dopo il pericoloso arrivo di Napoli, “trattati come clown al circo”. Ora si guarda al cielo: mercoledì ancora salite oltre i 2000 con Passo Sella, Passo Rolle e doppia scalata al Passo Brocon. Prevista un’altra giornata fredda e di pioggia. Che succederà?

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