Tour de France, Pogacar si scatena: assolo nella tappa del ...

13 Lug 2024
Pogacar

SAINT LARY SOULAN - La rivincita di Pogacar su Vingegaard vale doppio, triplo, forse vale tutto. Il Tour è davvero nelle mani dello sloveno, che ribalta le posizioni rispetto alla sconfitta sul Massiccio Centrale e a Pla d’Adet dà una lezione di tattica e di forza al rivale danese.

Attacco in tandem con Adam Yates nel punto duro della salita pirenaica, a 4,6 km dall’arrivo. Vingegaard non lo tiene mai, stavolta: era il primo arrivo vero in salita, dopo Tourmalet e Horquette d’Ancizan, e Pogacar mette ulteriori 39” (43”, con l’abbuono) tra sé e il capitano della Visma, ora a 1’57” in classifica. Evenepoel perde un posto e rotola a oltre 2 minuti. Una giornata campale, che dice decisamente Pogi. Una tattica perfetta: l’attacco di Yates ai -7, dopo un lungo parlottare col capitano. E Pogacar l’ha ritrovato nel momento dello scatto. L’inglese è stato decisivo.

Pogacar è il più forte e ha la squadra più forte. Almeno questo ha detto la prima tappa sui Pirenei. Ma c’è una prova di appello, subito: una lunga serie di salite, domenica, prima dell’arrivo sul Plateau de Beille. Il vantaggio però sembra già netto. E il gesto sul traguardo dello sloveno, un gesto di forza e di liberazione, dice tutto. “Ha attaccato Adam, e poi ho capito che mi sarebbe potuto essere utile. Il piano era arrivare a sprintare per il finale. Ma così è molto meglio. Tutto è stato perfetto. Vincere un’altra tappa è una cosa enorme. Guardavo le tappe da ragazzino e pensavo che tutto si svolgesse su un altro pianeta”. È la vittoria numero 13 in carriera al Tour per Pogacar, vicinissimo al suo 3° trionfo e alla storica doppietta Giro-Vuelta, 26 anni dopo Pantani. E Plateau de Beille è un altro dei luoghi pantaniani.

La cronaca

Nasce presto la classica fuga, una decina allo scoperto. È il basco Lazkano a passare per primo sul Tourmalet, col gruppo maglia gialla tirato dalla UAE lontano 4 minuti. Nella discesa del Tourmalet la notizia del ritiro per “estremo affaticamento” di Alberto Bettiol in maglia tricolore: il toscano è il capitano azzurro designato per la prova olimpica di Parigi. Sull’Horquette d’Ancizan, seconda salita di giornata (2ª categoria) sono davanti in 5, con 2 minuti sulla maglia gialla: Gaudu, Kwiatkowski, Healy, Lazkano e Meintjes. In vetta passa Gaudu su Lazkano. Poi la lunga e tortuosa discesa dell’Horquette verso Saint Lary Soulan, dove inizia la salita verso Pla d’Adet. La prendono davanti Healy e Gaudu, la maglia gialla è a 1’10”, con tutta la squadra a dettare il ritmo. L’irlandese resta da solo, dietro Sivakov fa il forcing, sostituito poi da Almeida, il 4° della generale. Poi, a 7 dall’arrivo, parte Adam Yates, altro gregario di Pogacar. E a 4,6 km dall’arrivo scatta proprio Pogacar. Il giochino riesce: Pogacar ritrova Yates davanti, Vingegaard è staccato subito di 8”, insieme a Evenepoel. Yates resiste poche centinaia di metri, poi Tadej si scatena. Vingegaard stacca Pogacar e segue lo sloveno a una decina di secondi, in mezzo a una marea di gente, tantissimi gli indisciplinati: uno getta in faccia a Pogacar addirittura un pacchetto di patatine.

Ma nel tratto finale, più facile, Pogacar dilaga e vince con 39” su Vingegaard, 3° Evenepoel a 1’10”, Ciccone è 5° a 1’23”. È una giornata forte decisiva per il Tour: Pogacar ora conduce in classifica con 1’57” su Vingegaard, 2’22” su Evenepoel, 6’01” su Almeida. Ciccone resta 8°.

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