Morto Publio Fiori, il democristiano cofondatore di An

17 Lug 2024
Publio Fiori morto

 "Nella giornata di ieri è deceduto Publio Fiori, già vicepresidente della Camera. La presidenza farà pervenire ai familiari la più sentita partecipazione al loro dolore". Lo ha comunicato in Aula a Montecitorio il vice presidente di turno Fabio Rampelli. Diversi parlamentari stanno prendendo la parola in Aula per ricordarlo.  

"Per me è stato un secondo padre politico, io guidavo la sua macchina a 18 anni la Mini minor...da lui ho avuto grandi insegnamenti che porto nel cuore", ha detto il deputato di FdI Alfredo Antoniozzi ricordando tra l'altro l'attentato delle Br al quale era sopravvissuto negli anni Settanta. "Era considerato scomodo nella Dc - ha aggiunto - forse per la sua battaglia quotidiana per il rinnovamento, la moralizzazione che non sempre era guardata con simpatia da molti esponenti dell'epoca". Antoniozzi ha ricordato anche la scelta di lasciare il partito per fondare An con Gianfranco Fini e il suo intervento si è concluso con un applauso dell'Aula.
"Ricordiamo l'amico, maestro di tante generazioni di politici romani e non solo. Era un politico vero, del territorio. Un grande combattente", ha detto Francesco Battistoni parlando per FI. "Per me che sono di una generazione successiva questa è l'occasione di ricordare che una politica aspra, di scontro non ha mai mancato di unirsi nei momenti più difficili", ha detto il Dem Claudio Mancini unendosi al cordoglio dell'Aula a nome del gruppo. "Ne ricordiamo il valore - ha detto Ettore Rosato - nella coerenza che lo ha sempre contraddistinto. Giusto ricordare anche il suo lavoro parlamentare così come il suo impegno nella costruzione di un confronto serio con chi la pensava come lui ma anche chi non la pensava come lui. Questo è il ricordo di un uomo che si è sempre messo con serietà e dedizione al servizio delle istituzioni". "Ha sempre svolto il suo lavoro con grande passione e amore" ha detto Pino Bicchielli. "Ho avuto il privilegio di conoscerlo personalmente - ha detto Simonetta Matone - ha sempre tenuto da democristiano la barra dritta rimanendo sempre al centro fondando la sua attività su quelli che erano i valori della Dc e pagò un prezzo alto nel partito per le sue posizioni sull'autonomia. Era un centrista, un conservatore illuminato e fino alla fine ha tenuto fede ai suoi ideali". 

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