È l’indiscrezione che a Palazzo Chigi non avrebbero mai voluto leggere: se dopo Fazio, Amadeus, Berlinguer e Annunziata pure Fiorello trasmigrerà altrove, la disfatta del servizio pubblico sarà competa. Una batosta tale da far venire voglia, stavolta per davvero, di ribaltare il tavolo: ripensare ad assetti stabiliti da tempo, ma ormai indifendibili alla luce dei pasticci rosolati alla fiamma di Viale Mazzini.
Fiorello