Atalanta, si riparte ancora da Retegui: è già la certezza su cui ...
Torino. Lo si era capito già da come l’Atalanta era andato a prenderlo. Con forza, senza dubitare. Quando c’è stato bisogno di andare alla caccia di un altro attaccante, a Bergamo non ci sono mai stati dubbi: tutto subito su Mateo Retegui. C’era la convinzione che pur con caratteristiche radicalmente diverse da quelle di Scamacca, fosse lui la miglior soluzione per non far rimpiangere il nuovo numero 9 nerazzurro, che nell’amichevole di Parma del 4 agosto aveva sentito il suo crociato fare ‘crac’.
Esattamente 72 ore dopo, l’italo-argentino classe 1999 lasciava Genova per dirigersi a Milano. L’8 agosto le visite mediche e la firma, un affare da circa 25 milioni di euro complessivi. Poi il 9 la partenza per Amburgo con la squadra e i primi minuti con il St. Pauli. Poi, tutto in rapida successione: Varsavia, l’esordio assoluto in gare ufficiali, poi Lecce, Torino. In due settimane e mezzo, quattro trasferte, due delle quali di campionato. “È stato tutto molto veloce, non pensavo, proprio, ma sono davvero contento” ha detto nella sala stampa dell’Olimpico Grande Torino.
Ha già un totale di tre gol segnati tra il Salento e il Piemonte, più un altro propiziato (il primo di Brescianini alla prima giornata nasce da un suo colpo di testa) e una traversa colpita. Due partite sono un campione troppo ristretto, ma è indicativo come rispetto all’anno scorso il classe 1999 italo-Argentino abbia quasi triplicato i suoi tiri in porta per 90 minuti (da 0,89 a 2,38) segnando un gol ogni 0,33 tiri in porta contro lo 0,10 di Genova.
Insomma, impatto d’oro, come meglio non poteva essere. “Per un attaccante è importante fare gol, per la fiducia. Ma non è tutto. Ho parlato tanto col mister in questi giorni, mi ha mostrato tanti video e mi ha fatto vedere quello che vuole io faccia in campo” ha commentato spiegando il suo rapporto con il tecnico di Grugliasco. Che contro il Torino lo ha tolto al 70’: “Sorpreso dal cambio? No, è il mister che decide e lui vuole il meglio”.
Parole mature, da attaccante che con la Nazionale ha già calcato palcoscenici importanti. A 25 anni sembra già in grado di gestire la pressione, di saper mantenere l’entusiasmo anche nei momenti difficili. “Sono arrivato in una grandissima squadra, è un grande passo per la mia carriera e sono pronto per dare tutta la squadra e ai tifosi. Devo ringraziare la società e il mister per la fiducia perché ogni giorno è tutto molto facile per me”.
Insomma, i primi 18 giorni di Retegui da atalantino sono stati un successo. Calcisticamente. Ora c’è una cosa da aggiungere: una casa a Bergamo. “Non l’ho ancora trovata, è stato tutto troppo veloce!” ha detto sorridendo. Anche per quello arriverà il momento. Come arriverà quello di dover gestire un dualismo con Scamacca (parallelo anche nell’Italia) che in realtà potrebbe anche non esistere: per le caratteristiche che hanno potrebbero giocare bene anche in coppia. Problema da porsi nel 2025. Bel problema, comunque.
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