Riccardo Muti in concerto al Senato rimprovera i parlamentari: «E ...
di Valerio Cappelli
Al tradizionale evento natalizio il presidente Mattarella con La Russa, Fontana e tanti politici che al 90 percento (in primis i ministri della Cultura di ieri e di oggi Sangiuliano e Giuli) applaudono quando non si deve
Quarto concerto di Natale al Senato diretto da Riccardo Muti. Ci sono il presidente della Repubblica Mattarella e quelli di Camera e Senato, Fontana e La Russa che fa gli onori di casa: «Abbiamo Muti e non c’è bisogno che vi dica altro. Il Santo Natale è un momento che unisce, include e non fa superare le divisioni». L’ouverture Coriolano di Beethoven è un blocco unico e scivola via indenne tra gli applausi, dopo l’inno d’Italia che Muti esegue con gli occhi e lo sguardo, muovendo a tratti solo la mano sinistra. Ma durante la Sinfonia «Roma» di Bizet squilla un cellulare e Muti mentre dirige ha un’espressione come a dire «bene, bravo, complimenti», tanto che ricorda l’incidente con ironia alla fine, traducendo la parola «chiedetelo» in napoletano : «Stutatelo ‘sto telefonino, quando l’ho sentito ho guardato bene la partitura, non è che c’è qualcosa che mi è sfuggito…». Applausi tra un tempo e l’altro dal 90 percento della sala, in primis i ministri della Cultura di oggi e di ieri, Giuli e Sangiuliano, seduto da solo, le mani giunte, accanto a Bruno Vespa, tra i pochi ad applaudire quando si deve, seduto nella tribuna dei politici (con Giletti, Marzullo, Lopez, Tardelli e Myrta Merlino, Boschi, Letta, Fini, Carfagna); Aldo Cazzullo invece è in tribuna stampa. Conduce su Rai1 la «maratoneta» Milly Carlucci reduce da Ballando con le stelle. Muti, guardando i ragazzi della sua Orchestra Cherubini, cita un proverbio cinese, paese da cui è appena tornato per l’Accademia sull’opera italiana: «E’ a forza di pensare ai fiori che i fiori crescono. Avete sentito come suonano?».
22 dicembre 2024 ( modifica il 22 dicembre 2024 | 18:17)
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