Pensioni, come cambiano a gennaio 2025: rivalutazioni e aumenti ...
Dal 1° gennaio, gli assegni previdenziali subiranno un adeguamento all'inflazione. Tuttavia, non tutti i pensionati beneficeranno di una rivalutazione piena. Le ultime disposizioni governative hanno previsto una perequazione dei trattamenti basata sull'inflazione degli ultimi due anni, continuando la politica del 2023 di destinare maggiori risorse agli assegni di importo minore.
Per il 2025, le pensioni minime vedranno un incremento del 2,2%, seguito da un aumento dell'1,3% per il 2026. Gli assegni minimi saliranno da 614,77 euro nel 2024 a 617,89 euro per l'intero anno successivo. È stato inoltre approvato un emendamento che prevede, solo per il 2025, un aumento di 8 euro mensili per i pensionati sopra i 70 anni in gravi condizioni di disagio.
Questi aumenti riguardano i pensionati previdenziali e assistenziali, i ciechi titolari di pensione, e i soggetti invalidi civili totali, sordomuti o ciechi civili assoluti di età superiore ai 18 anni, che rientrano nelle soglie di reddito per beneficiare delle maggiorazioni sociali. Per loro, il limite di reddito massimo per ricevere l'incremento sarà aumentato di 104 euro annui nel 2025.
Per quanto riguarda le altre pensioni, la rivalutazione varia in base all'importo. Gli assegni fino a quattro volte il trattamento minimo (fino a 2.394,44 euro lordi mensili) godranno di una rivalutazione completa del 100%, con un aumento dello 0,8%. Per gli assegni fino a cinque volte il minimo (fino a 2.993,04 euro), la rivalutazione sarà del 90%, con un incremento dello 0,72%.
Per i trattamenti superiori a cinque volte il minimo (oltre 2.993,05 euro), la rivalutazione scende al 75%, con un aumento dello 0,6%. Di conseguenza, gli assegni fino a mille euro vedranno un aumento di 8 euro mensili, quelli fino a 2mila euro di 16 euro al mese, e quelli oltre 2.500 euro di 19,95 euro al mese.