Roberto Burioni e la parziale retromarcia su Ilaria Muller: «La ...

3 ore ago
Roberto Burioni

di Sara Bettoni

Il virologo però si chiede: «Con il suo curriculum come può sostenere tesi simili alle follie no-vax?»

La professoressa Muller «ha un curriculum di tutto rispetto nel suo settore specifico», è «una brava ricercatrice». Motivo per cui la scelta che ha fatto la Statale, ovvero promuoverla a professoressa associata, «non è diversa da quella che avrei fatto io». Roberto Burioni, virologo dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, torna a parlare di Ilaria Muller, endocrinologa dell'università Statale di Milano che ha più volte espresso «tesi simili alle follie no-vax». 

Nei giorni scorsi Burioni aveva ricondiviso sui social un post in cui la collega esprimeva scetticismo nei confronto dei vaccini anti-Covid. Successivamente, in un altro post, si era chiesto come mai «nonostante le prese di posizione pubbliche durante la pandemia a fianco di organizzazioni novax e medici protagonisti delle campagne contro il vaccino», Muller fosse stata promossa «da ricercatore universitario di tipo B a professore associato di ruolo» in Statale. 

L'ateneo, da parte sua, mercoledì non ha rilasciato commenti ma ha solo ricordato che il passaggio a professore associato avviene dopo il superamento di un concorso. 

Giovedì il nuovo post in cui Burioni fa una parziale marcia indietro. «Non ho mai detto che la Muller è una no-vax», sottolinea. E aggiunge che la docente ha un valido curriculum, in cui compaiono «lavori su giornali importanti e pure riconoscimenti prestigiosi». «Considerato questo, devo ammettere che se mi fossi trovato io al posto dei colleghi dell’Università Statale a decidere della sua promozione, mi sarei trovato in una situazione meno semplice del previsto - riflette -. Penalizzarla per le sue idee (per quanto sbagliate e pericolose) avrebbe significato mettere in discussione sia la libertà di insegnamento, sia quella di opinione e chi mi segue sa quanto io dia importanza a queste due cose, che ritengo fondamentali in una democrazia». 

Stando così le cose, il virologo ammette che al posto dei colleghi avrebbe fatto la stessa scelta e solleva la Statale da qualsiasi accusa. «Resta aperta una domanda - aggiunge -: come può una ricercatrice con un curriculum di tutto rispetto, che ha certamente gli strumenti culturali per comprendere i dati indiscutibili sulla sicurezza e l’efficacia del vaccino, sostenere tesi simili alle follie no-vax? A questa domanda non ho una risposta. Posso solo dire che queste prese di posizione inspiegabili da parte di medici autorevoli sono molto gravi perché abbattono la fiducia delle persone nei vaccini, nella scienza e danneggiano la salute pubblica». 

24 ottobre 2024

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