Mancini ct «luogocomunista» d'Arabia Saudita: perché il video di ...
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La federazione calcistica saudita annuncia sui social il nuovo commissario tecnico con un video tutto giocato sull'«Italian sounding». Sorprende che una narrazione così posticcia del nostro Paese all'estero abbia ancora mercatodi Francesco Prisco
28 agosto 2023
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C'è qualcosa di profondamente inautentico nell'operazione che ha portato Roberto Mancini a diventare il nuovo ct dell'Arabia Saudita. Non è che non vogliamo credere al senso di profondo malessere che ha partorito il divorzio a sorpresa dalla Nazionale italiana, al «Non c'era più fiducia in me» tanto candidamente proferito dal tecnico jesino. Non è che dubitiamo della Divina Provvidenza che ha fatto sì che Mancini s'imbattesse in un contratto da 25 milioni netti l'anno giusto un secondo dopo il doloroso divorzio dalla nostra Federcalcio: sono cose che possono capitare nella vita. A non convincerci è il video ufficiale di presentazione di Mancini diffuso sui social dalla federazione calcistica di Riyad. Un video tutto giocato sull'Italian sounding che propone un'immagine dell'Italia che non esiste più - ammesso che sia mai esistita - ma corrisponde fatalmente all'idea del nostro Paese che magari può avere chi vive lontano da qua. Lontanto lontano, tipo in Arabia Saudita. Ma guardiamocelo un attimo insieme questo video.
È mattina presto a Roma con gli uccellini che svolazzano sulla sagoma dell'Altare della Patria. C'è un uomo incamiciato, tutto intento nella delicatissima operazione della scelta della cravatta, arte nobile della quale quaggiù siamo maestri. Dopo un'attenta disamina della propria collezione, alla fine seleziona quella verde chiaro con una leggera fantasia di bianco, guarda caso i colori della bandiera saudita. È un uomo di classe con un certo gusto retrò, il protagonista del video, una specie di Pereira in Sostiene Pereira, tant'è vero che girando una manopola accende una vecchia radio valvolare dalla quale partono insieme frammenti di telecronaca della finale di Euro 2020 («Siamo campioni d'Europa!») e il tema di Con te partirò che ha reso Andrea Bocelli famoso nel mondo. Il nostro uomo celebra il rito del caffè, ma appare piuttosto indeciso (lo beve? Non lo beve?), tamburella con le dita sul tavolo, poi alla fine afferra questa benedetta tazzina per bersela e si muove verso la sua notevole collezione di opere d'arte contemporanea.
Che, a ben guardare, non è composta soltanto da quadri astratti: c'è pure la Coppa Henri Delaunay e qualche statuetta del presepe fabbricata a San Gregorio Armeno che lo rappresenta con e senza il trofeo. È qui che si capisce che il misterioso esteta protagonista del video non è altri che Roberto Mancini, già ct dell'Italia nel frattempo passato con gli arabi. L'Italia - almeno quella del video - ancora parla di lui, c'è pure un bar che continua a trasmettere il trionfo di Wembley, mentre il tipico avventore estivo delle strade romane con indosso una maglia della Nazionale araba (!) va da un venditore ambulante di giornali (mestiere sempre più diffuso nella Capitale) che brandisce una mazzetta nella quale spiccano Settimana Enigmistica e Corriere dello Sport per farsi dare una copia del suo quotidiano preferito che, presumibilmente, annuncerà il passaggio di Mancini all'Arabia Saudita. Da leggere rigorosamente al tavolino di un bar, davanti a un cappuccino. Ma Mancini guarda oltre: prima fissa un quadro astratto della sopra citata collezione, poi scruta l'orizzonte dalla terrazza della sua sontuosa dimora romana, come chi medita sui misteri dell'Universo sopportandone il peso. Quindi, finalmente, parla. E parla inglese: «Ho fatto la storia in Europa. Adesso è tempo di fare la storia con l'Arabia Saudita». Appare il logo della federcalcio araba e capiamo perbene che film abbiamo visto.
L'opera è un raro campionario di luoghi comuni sull'Italia, gli italiani e l'italianità. Sorprende che una narrazione così posticcia del nostro Paese abbia ancora mercato all'estero, in specie tra i big spender sauditi, abituati a viaggiare e a confrontarsi col mondo. Ma forse il problema è soltanto che noi italiani tendiamo a sopravvalutare i non italiani, in specie se danarosi. Eppure dovremmo saperlo che spesso si rendono protagonisti di clamorosi autogol, tipo quando nel video di presentazione di Mancini compare per un attimo il ritratto equestre di Carlo Alberto col capo chino: ha perso la Prima guerra d'indipendenza e, per uscirsene con gli austriaci, dovrà abdicare. Che sia un riferimento alla mancata qualificazione dell'Italia di Mancini ai Mondiali 2022?
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