Forza Nuova arruola Vannacci: "Combatta con noi in Liguria"
"Il Mondo al contrario" sta per diventare un partito. Preoccupazione e il malcontento nella Lega. Salvini cerca di smorzare, ma la tensione è alta. Fiore (Fn) lo vuole in campo alle regionali liguri. Del resto è spezzino come Orlando. Tutti i legami con l'estrema destra
“Vannacci rompa gli indugi, lasci la partitocrazia e si unisca alla nostra battaglia per salvare la Liguria e l’Italia dal disastro economico e sociale”. Mentre il generale approdato al Parlamento Europeo come indipendente nelle file della Lega sta lavorando per trasformare il titolo del suo discusso quanto fortunato libro, Il mondo al contrario, in un partito confermando i sospetti di aver usato il Carroccio salviniano come un taxi per Bruxelles, ecco che per lui arriva un accorato appello, chissà fors’anche un richiamo della foresta. E forse pure quello delle origini, essendo nato 55 anni fa a La Spezia, città che ha dato i natali qualche mese dopo ad Andrea Orlando, probabile candidato del campo largo di centrosinistra.
È Roberto Fiore, storico leader e fondatore di Forza Nuova, la formazione di estrema destra neofascista, a rivolgersi a Roberto Vannacci, di fatto chiedendogli di candidarsi alla presidenza della Liguria, assicurando che “quando ci sono battaglie da fare, Forza Nuova è sempre presente”. Resisterà, il generale, alla “tentazione” di Fiore, personaggio dalle mille sfaccettature, condannato per l’assalto alla Cgil, imprenditore di successo, neofascista dichiarato, ma anche con fortissimi legami con il Regno Unito e, si vocifera da sempre, con alcuni settori dell’intelligence di Sua Maestà?
L’appello dal vertice di Forza Nuova arriva nelle stesse ore in cui nella Lega, soprattutto quella malmostosa se non apertamente contraria ad imbarcare in lista il generale, serpeggia il giustificato timore di aver, appunto, fatto da taxi con Matteo Salvini nelle vesti di sussiegoso Ambrogio pronto addirittura a offrire cioccolatini all’illustre ospite. Non della kermesse di Cervia, però, dove pur essendo stato invitato non si è presentato preferendo un suo evento in Sardegna. E anche questa defezioni ha fatto drizzare le antenne ai vannacciani più convinti tra i leghisti, partendo proprio dallo stesso segretario costretto ad abbozzare.
I segnali dell’imminente nascita della sua formazione politica ci sono tutti. “Nessuno pretende che Vannacci diventi leghista”, prova a smorzare Salvini, ma è lui che ha preteso a dispetto dei santi e dei militanti di metterlo in lista, ovunque. “Ci siamo messi una serpe in seno e lo si sapeva”, il commento amaro di chi pure ai vertici del partito non è riuscito a far cambiare idea al Capitano, ormai calato nei panni dell’attendente del Generale. È quell’ampia parte della Lega cui esplode l’orticaria alla parola “camerati”. Vannacci la ripete ostentandola come ha fatto ancora nelle scorse ore, spiegando che “i miei amici camerati ex militari faranno quello che devono fare”. E di rimando, i suoi: “ Alzeremo tutti i calici al cielo augurando al nostro Generale, dopo tutti gli scontati successi giudiziari, anche altrettanti traguardi politici”. Sembra una scena di Vogliamo i colonnelli, con la pasta Combattenti e il piano Volpe Nera. Ma nel partito nessuno ha voglia di scherzare di fronte non solo a quel che è successo alle liste per le europee, ma non di meno per quel che potrà succedere con la nascita del partito del generale.
Un’idea che sta camminando da un po’. Sono sorti nel Paese comitati di cittadini “fermamente intenzionati a dare un seguito ai contenuti”. Nel coordinamento nazionale retto dal colonnello in congedo Fabio Filomeni, c’è anche Bruno Spatara, già segretario di Forza Nuova a Lamezia Terme, passato poi a CasaPound. Vista la dimostrata astuzia del generale a ben vedere, la Volpe Nera magari c’ è davvero. E nella Lega l'hanno allevata e pasciuta credendo fosse un gatto sornione.