Non è nemmeno imbarazzo, quest'ombra che passa sui volti di lepenisti, spagnoli di Vox, eurodeputati dell'est del gruppo di estrema destra "Patrioti per l'Europa" al Parlamento europeo. Il caso di Roberto Vannacci, il generale indicato dalla Lega come uno dei sette vicepresidenti, è proprio un leggerissimo fastidio: teste che si scuotono, sguardi che si abbassano. Due parole e un sorriso - «È un problema», mormora il capo della delegazione francese Jean-Paul Garraud entrando alla riunione del Bureau dei Patrioti: «Ne parleremo adesso e cercheremo di trovare una soluzione». Il Rassemblement national è del resto l’azionista di maggioranza con 30 eurodeputati, la Lega è terza con 8 dietro agli ungheresi di Fidesz, che sono in 11. Quello dei Patrioti è il terzo gruppo per numero di componenti, più dei Conservatori e Riformisti Europei.
Ma il "problema" arriva in ritardo a Strasburgo («a causa del traffico»), a riunione terminata. Il generale si presenta alle 17.30 indossando una polo scura, zaino in spalla e trascinando un trolley. L'aspetto di un turista un po' spaesato che risponde meno spavaldo del solito ai giornalisti che lo stavano aspettando: «Sono tranquillo. In un Parlamento che cosa si fa? Si parla». E invece niente, c'è stato appena il tempo di accennare alla questione. Quando gli è stato chiesto, in modo più diretto, se è disponibile a un passo indietro, chiosa: «Secondo lei? Solo i Bersaglieri non ne fanno». Quanto ai dubbi della delegazione di Rn, scherza spiegando che il suo libro «non è ancora stato tradotto in francese». Al termine della seconda riunione però si dilegua da un’uscita secondaria.
Dall'Italia Matteo Salvini cerca di blindare il suo candidato: «Noi abbiamo indicato Vannacci come vicepresidente, è una persona valida, il secondo più votato alle elezioni europee in Italia. Non penso che possa essere oggetto di discussione», taglia corto il leader del Carroccio. Il caso Vannacci assume però sempre più i connotati di uno scontro tra la Lega e il Rassemblement. Indispettito il delfino di Marine Le Pen, Jordan Bardella, lascia la sala rifiutandosi di parlare del generale italiano, promettendo che «lo farà a tempo debito». Mentre Garraud specifica «Il signor Vannacci doveva venire, ma è arrivato in ritardo, alla fine della riunione. E visto che avevamo la riunione del gruppo che iniziava a breve, non abbiamo potuto discutere con lui. Ma non ci sono problemi, ci sono solo soluzioni».
Un cortocircuito di senso e una beffa per il progetto dei patrioti. L'italiano che si scaglia contro le persone Lgbt, le persone nere e ripete il gesto della decima è visto dai francesi come un ospite che rovina la festa, quella del duo Le Pen-Bardella che per farsi spazio ed essere credibili hanno messo ai margini anche Afd dal loro precedente gruppo (troppo estremisti, sboccatamente nazisti). Il match tra estrema destra ed estrema destra è destinato a continuare ancora per diversi giorni. Più farsa che tragedia.