Roberto Vannacci spacca i Patrioti d’Europa, il neonato gruppo sovranista di Viktor Orbán che raccoglie parlamentari di diversi Paesi, inclusi gli spagnoli di Vox che hanno dato l'addio alla loro storica alleata Giorgia Meloni. La decisione sulla nomina del generale tra i sette vicepresidenti dei 'Patrioti' è stata rimandata, come riferisce a LaPresse una fonte dei Patrioti. Poco prima alla riunione del bureau del gruppo a Strasburgo, l’incarico all’eurodeputato leghista era stata definito dal capodelegazione di Rassemblent National, Jean-Paul Garraud, "un problema per le dichiarazioni che lui ha fatto” e dunque “cercheremo di trovare una soluzione".
Per Vannacci, “Rn non può porre veti”, aveva commentato in un’intervista a Repubblica, qualche giorno fa, dopo il “fuoco amico” aperto da diversi esponenti lepenisti sulla sua nomina a vicepresidente dei Patrioti, a cui hanno aderito anche Matteo Salvini e Marin Le Pen durante una conferenza stampa lo scorso 8 luglio. E ora, interpellato dall'AdnKronos, lui taglia corto: nei mie confronti non c'è "nessuna preclusione" dice riferendosi alle parole di Garraud, “non ho alcun dubbio che farò il vicepresidente. Sono tranquillo. Vi avevo promesso effetti speciali e questo è uno". Per Salvini la nomina di Vannacci a vicepresidente dei Patrioti all'Europarlamento "non è un problema. Con l'ex presidente e spero futuro presidente degli Stati Uniti Trump che rischia la vita con un attentato fuori dal mondo, con gente da poco che sui social si lamenta del fatto che il cecchino non abbia mirato bene, con von der Leyen che alla faccia del voto degli italiani si ripropone, penso che l'ultima delle preoccupazioni sia Vannacci".
Diversa da Rn la posizione di Vox, che ha lasciato Ecr di Meloni al Parlamento europeo per passare con i Patrioti. “Non critichiamo l'elezione di Roberto Vannacci" come uno dei sette vicepresidenti del gruppo, riferisce a LaPresse una fonte del partito spagnolo. Oggi alle 16 il gruppo si è riunito a Strasburgo per analizzare le scelte della scorsa settimana, tra cui appunto le nomine avvenute per acclamazione e che hanno suscitato delle critiche da parte di Rassemblement National.
Il gruppo si è formato lo scorso lunedì e ha scelto come presidente il leader di RN Jordan Bardella, come prima vicepresidente l'ungherese Kinga Gal, mentre gli altri vicepresidenti sono Roberto Vannacci (Lega), Klara Dostalova (Ano), Sebastiaan Stöteler (Pvv), Antonio Tanger Correa (Chega), Hermann Tertsch (Vox) e Harald Vilimsky (FpÖ).