Roberto Vecchioni, in lacrime per le manganellate agli studenti ...
«Non sono cose da vedere queste. Cioè, si devono vedere, ma non sono cose che possono succedere. Non devono succedere, noi non siamo così». Con la voce rotta dal pianto, Roberto Vecchioni - nel corso della trasmissione In altre parole su La7 - ha commentato le immagini delle cariche della polizia a Pisa e Firenze durante due manifestazioni studentesche pro-Palestina. E ha stento ha trattenuto le lacrime.
«Confesso che la prima volta che ho visto questi video non ci riuscivo a credere. Mi sembra così sproporzionata la cosa», ha aggiunto Massimo Gramellini, evidenziando come i giovani «appena si alzano dal divano, si staccano dal cellulare ed escono di casa per andare in piazza a far sentire la propria voce su una questione, giusta o sbagliata che sia, è lo Stato a sdraiarli per terra a colpi di manganello».
Episodi di estrema gravità, tanto che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha chiamato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e «gli ha fatto presente che l’autorevolezza delle Forze dell’Ordine si misura sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare. Con i ragazzi», conclude il comunicato del Quirinale, «i manganelli esprimono un fallimento».
Parole condivise dal ministro, che in un’intervista al Corriere della Sera si è detto «amareggiato» dal vedere certe immagini e ha assicurato che saranno fatte valutazioni se ci siano stati eccessi. «È toccato ad un uomo di 82 anni, che di mestiere fa il Capo dello Stato, ricordare al governo che usare i manganelli contro dei giovani che esprimono il loro dissenso, in modo aspro ma non violento, è un fallimento», ha sottolineato Gramellini.