Roma-Empoli, in campo per la prima volta la coppia Lukaku-Dybala ...

16 Set 2023
Roma-Empoli

diGianluca Piacentini

Intanto, nei giorni scorsi, si è parlato di un rientro in società di Francesco Totti, ma lo Special One non si sbilancia

«Il mio obiettivo? E’ vincere la prossima partita, e poi quella dopo, voglio vincere tutte le partite». E’ determinato, José Mourinho, alla vigilia del match contro l’Empoli, il primo del nuovo campionato della Roma dopo l’inizio choc con un punto in tre partite. Rispetto all’ultima conferenza, con l’arrivo di Lukaku è cambiato il potenziale della rosa, che lo stesso Mou aveva piazzato tra il quinto e l’ottavo posto. «Ovviamente una cosa è parlare prima della chiusura del mercato, un’altra è farlo dopo. La Roma ha preso due attaccanti, era molto difficile avere due giocatori come Romelu e Azmoun. Se siamo tutti disponibili, allenati e con tempo di lavoro insieme cambia il nostro profilo di squadra». Contro l’Empoli ci sarà per la prima volta la coppia Lukaku-Dybala. «Romelu può giocare anche 90 minuti, è arrivato in buona condizione e in nazionale ha fatto un buon minutaggio. Paulo va gestito, e come lui molti altri calciatori che durante la sosta hanno avuto qualche problema. Pellegrini e Smalling, a meno di miracoli, non ci saranno».  

Nei giorni scorsi si è parlato di un rientro in società di Francesco Totti, ma lo Special One non si sbilancia. «Io sono il mister, non sono nessuno per parlare neanche con un mito del romanismo come Francesco. Non posso dire che lo voglio, con lui parlo con lui di banalità «come stai, come va?», questo è il mio rapporto con lui nel rispetto della società. La mia vita sociale a Roma è praticamente inesistente, ma dai pochi contatti che ho Totti è nella Roma, non è mai uscito da qua e non lo farà mai. Tutti i tifosi mi dimostrano l'affetto per lui, per me Francesco è qua ma Mourinho non ha chiesto niente…». 

Dopo la gara col Milan non si è presentato in conferenza stampa. «Il mio obiettivo - la sua spiegazione - è avere zero giornate di squalifica sia in campo che in conferenza. Se non vado in conferenza è una decisione mia, ma mai per essere nervoso. Per uno come me che ha 1100 panchine, essere nervoso è una parola troppo grande. Se c'è una cosa che non posso cambiare è il mio DNA, la mia onestà e la mia incapacità di non dire la mia verità. Quando ho deciso di non andare in conferenza era quella l’intenzione. È una sfida per me stesso, cercherò di non avere problemi». Gianluca Piacentini

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16 settembre 2023

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