«Eden» firmato da Ron Howard: un'umanità velleitaria e ...
di Paolo Mereghetti
Il film ha inaugurato il Torino Film Festival
Homo homini lupus dicevano i filosofi antichi. Ma per Eden, il film di Ron Howard che ha inaugurato il Torino Film festival, è meglio la versione al femminile: foemina foeminae lupior. Se l’uomo è un lupo per l’uomo, la donna è ancora più lupo con la donna. E infatti in questa storia di europei che alla fine degli anni Venti del Novecento approdarono sulla sperduta isola Floreana, alle Galapagos, all’inseguimento di un eden sognato, sono proprio le donne a tirare le fila del gioco: arrivano prima i Ritter (Jude Law e Vanessa Kirby), nutriti di idee nicciane, seguiti un paio di anni dopo da Heinz (Daniel Brühl) con Margaret (Sydney Sweeney) e figlio, convinti di trovare nella natura selvaggia una possibile salvezza dalla civiltà (e dalla violenza) europea. Ma è con l’arrivo di una sedicente baronessa (Ana de Armas, superlativa) e dei suoi due amanti-schiavi che la situazione precipita, innescando invidie, gelosie e riaccendendo predominio e possesso.
La storia è vera, sui titoli di coda si vedono le riprese effettuate negli anni Trenta da una specie di antropologo americano che ci sarà anche nel film (interpretato da Richard Roxburgh) ma a Ron Howard e al suo cosceneggiatore Noah Pink, più del folle sogno di dimenticare la civiltà (che sta alla base delle scelte fatte dai due uomini) interessa la capacità femminile di affrontare gli ostacoli che si parano loro davanti. Se la baronessa diventa il nemico da sconfiggere, con la sua capacità di usare il proprio corpo per soggiogare gli uomini, le altre due capiscono che tocca a loro intervenire se vogliono che i rispettivi uomini tengano fede alle loro speranze e promesse. Anche a costo di confrontarsi con la morte.
E alla fine ne esce il quadro di un’umanità velleitaria e contraddittoria, dove è il «sesso debole» a dimostrare una determinazione capace di arrivare fino alla ferocia. E che Ron Howard filma classicamente, mantenendo sempre una certa distanza dai protagonisti, senza parteggiare per nessuno, ma esaltando le loro ottime prove attoriali. Specie delle donne.
23 novembre 2024
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