Salernitana-Brescia 0-0: all'Arechi vince la paura, fischi (e fiaschi ...

Salernitana-Brescia

di Luca Bertelli

Lezzerini salva due volte le rondinelle, che avevano sfiorato il vantaggio con Adorni in avvio. Secondo 0-0 con Bisoli allenatore, a Santo Stefano ci sarà Brescia-Modena.

L’obiettivo del Brescia era non prendere gol. Ed è stato centrato, anche stavolta. Il problema è che davanti non si segna mai, anche le occasioni arrivano con il contagocce e solo su calcio piazzato. Così, nella serata della grande paura tra due squadre in crisi, arriva il classico zero a zero che accontenta tutti ma non fa felice nessuno. Inclusi i tifosi, gemellati ed entrambi in aperta contestazione con le rispettive società. Insomma, fischi e fiaschi per tutti. Un punto a testa e un altro brodino, per le rondinelle, sperando che a Santo Stefano arrivino almeno i tortellini in casa contro il Modena. Il Brescia made in Bisoli (padre) ha una qualità: la difesa è tornata a funzionare e il portiere (Lezzerini) ora è di nuovo decisivo. La palma di migliore in campo va a lui, senza alcun dubbio: oltre che decisivi, i suoi interventi sono stati difficili e di notevole fattura, entrambi su Braaf, il più vivo (nettamente) tra i giocatori di movimento sul rettangolo di gioco. 

Gli applausi sono tutti qui, in una gara nella quale Salernitana e Brescia hanno provato a vincere per un tempo, con i mezzi che avevano, e poi hanno pensato a non perdere. Il pallino del gioco è stato spesso, quasi sempre, nelle mani dei granata, che hanno giocatori di qualità superiore (Soriano, Braaf, Ghiglione, lo stesso Amatucci) alla media e avevano più gamba, specialmente negli uomini offensivi. Così le rondinelle hanno provato a salvare la propria porta, difendendo sempre a cinque, sfruttando pochissimo la regia di Verreth, sostituito poi da Besaggio e regolarmente scavalcato dai lanci lunghi per le punte: meglio Borrelli di Moncini (faccia scura al momento del cambio, con Bianchi, al 10’ della ripresa), ma nessuno dei è da giudicarsi sufficiente. La chance migliore è arrivata su calcio piazzato, al 13’: Adorni, al volo, a porta vuota, ha sprecato dopo la smanacciata di Sepe sul corner di Galazzi. A Bisoli padre è mancato un uomo di raccordo tra centrocampo e attacco, con Bjarnason ancora in panchina e stavolta per 85 minuti. A Bisoli figlio, invece, è toccato il compito di salvare due volte la sua squadra su situazioni scomode in area di rigore, quando anche Lezzerini avrebbe potuto fare ben poco.

Positiva è la scarica elettrica che il nuovo allenatore sa garantire dalla panchina: è dentro la partita, accompagna i suoi giocatori, talvolta li telecomanda, se serve bisticcia anche con il collega ospite come avvenuto nel finale: entrambi i tecnici (per i padroni di casa il vice Avallone) sono stati espulsi quando hanno quasi finto di voler vincere dopo essersi accontentati da tempo del punto che, in queste situazioni, è comunque utile ad evitare che la situazione degeneri. E con lei la classifica: in attesa dei risultati del weekend, le rondinelle dovrebbero mantenere tre punti di vantaggio sulla zona play out, di sicuro li terranno sulla Salernitana che, in caso di vittoria, avrebbe operato l’aggancio. Per i primi passi di una nuova era, o meglio per i primi passi di una nuova (ennesima) fase di transizione, può anche andare bene così. Dopo le due partite della prossima settimana, giovedì 26 con il Modena e domenica 29 a Cremona, bisognerà però tutti guardarsi negli occhi e capire quale sia l’obiettivo della stagione. Ad esso, andrà abbinato un mercato nel quale non si potrà restare passivi come nell’ultima mezz’ora a Salerno.

20 dicembre 2024

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