Con Salvini sarà condannato anche l'intero governo di Giorgia ...

15 Set 2024

Terremoto nel Governo Meloni. Alla fine di una requisitoria di 7 ore, i Pm di Palermo hanno chiesto di condannare a 6 anni di carcere Matteo Salvini per avere impedito cinque anni fa, quando era ministro degli Interni nel governo Conte, lo sbarco a Lampedusa di 147 migranti, con l’accusa di averli sequestrati a bordo della nave spagnola Open Arms.

Salvini - Figure 1
Foto Farodiroma

“Mi dichiaro colpevole di avere difeso l’Italia e gli italiani, mi dichiaro colpevole di avere mantenuto la parola data”, il commento di Salvini. Che aggiunge: “Mai nessun governo e mai nessun ministro nella storia è stato messo sotto accusa e processato per avere difeso i confini del proprio Paese”. Una considerazione che non sposta il problema h hanno Arriva il sostegno al ministro delle Infrastrutture e vice premier dai due altri partiti della Maggioranza.

Al suo fianco la premier Giorgia Meloni: “Trasformare in un crimine il dovere di proteggere i confini italiani dall’immigrazione illegale è un precedente gravissimo, la mia totale solidarietà al ministro Salvini”.

“Ribadisco ciò che ho detto stamane: Matteo Salvini ha fatto il suo dovere di ministro dell’Interno per difendere la legalità. Chiedere 6 anni di carcere per questo motivo appare una scelta irragionevole e per giunta senza alcun fondamento giuridico”, scrive da parte sua il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani su X. A Salvini è arrivato addirittura il duro endorsement di Elon Musk: “Quel pazzo pubblico ministero dovrebbe essere lui quello che va in prigione per sei anni, questo è pazzesco”.

Intanto le opposizioni attaccano. La segretaria del Pd Elly Schlein ha trovato “molto inopportuno l’intervento della presidente del Consiglio Giorgia Meloni” sulla richiesta di condanna di Matteo Salvini per la vicenda Open Arms. “Pensiamo che il potere esecutivo e quello giudiziario siano separati e autonomi. E’ un principio che si chiama separazioni dei poteri” ha detto a Umbertide. “Quindi – ha sostenuto ancora Schlein – il rispetto istituzionale imporrebbe di non commentare processi aperti. Stupisce che mentre oggi ha trovato il tempo di commentare il processo Salvini, da ieri non abbia ancora proferito una parola sul patteggiamento di Giovanni Toti”.

Proprio secondo i Pm di Palermo, Salvini avrebbe agito nel 2019 non per una strategia concordata col governo Conte, come invece sostiene la difesa, ma per l’interesse ad aumentare il proprio consenso elettorale facendo leva sulla lotta all’immigrazione clandestina. Secondo l’accusa, non c’era alcun pericolo di terrorismo a bordo della nave e dunque non c’era alcuna necessità di proteggere la sovranità dello Stato.Inoltre, le condizioni dei migranti per quell’azione si aggravarono di giorno in giorno.

Per motivare la richiesta di condanna, il pm Marzia Sebella ha sottolineato che “il pos doveva essere rilasciato senza indugio e subito, il diniego è stato in spregio delle regole e non per proseguire in un disegno governativo”, e quel “diniego consapevole e volontario ha leso la libertà di ognuna delle 147 persone e non c’era ragione”. Quindi un pensiero ai migranti, “i grandi assenti in questo processo: non ci sono state le persone offese, la maggior parte di loro è irreperibile, ma non perché siano clandestini o criminali, magari perché una casa non ce l’hanno. Leggeremo a uno a uno i nomi di queste persone per ricordarle”. Parole apprezzate da Oscar Camps, fondatore di Opem Arms: “Siamo emozionati”. Di tutt’altro tenore l’avvocato Giulia Bongiorno: “Basta esaminare gli atti, e non fare ipotesi e teoremi, per rendersi conto che durante tutto il processo c’è stata la correttezza dell’operato di Salvini e la massima attenzione alla salute dei migranti”.

Il sostituto procuratore Geri Ferrara, assieme alla collega Giorgia Righi, ha affermato che non si tratta di “un processo politico” perché “è pacifico che qui di atto politico non c’è nulla”: sono stati valutati “atti amministrativi come il ritardo o la negazione” del porto assegnato per sbarcare. “L’elemento chiave”, per l’accusa, “è stato quando Salvini ha assunto il ruolo di ministro” e “ha spostato le decisioni sulla gestione degli sbarchi e del rilascio dei pos dal Dipartimento libertà civili e immigrazione al suo ufficio di gabinetto”. E’ stato lui, insomma, ad assumere tutte le decisioni, era lui che veniva informato in modo “costante e quotidiano”. Per i pm “non è accettabile” l’idea di anteporre la protezione dei confini nazionali ai diritti umani. “C’è un principio chiave non discutibile: nel nostro ordinamento, per fortuna democratico, i diritti umani prevalgono sulla protezione della sovranità dello Stato”, ha sottolineato Geri Ferrara. “La persona in mare va salvata ed è irrilevante la sua classificazione: migrante, componente di un equipaggio o passeggero”, perché “per il diritto internazionale della convenzione Sar anche un trafficante di essere umani o un terrorista va salvato, poi se è il caso la giustizia fa il suo corso”.

Intanto in attesa della replica delle difese prevista per il 18 ottobre, l’avvocato Bongiorno ha accusato il pm di fare politica: “Nel momento in cui dice che il tavolo tecnico, i decreti e le direttive sono tutti inaccettabili, intollerabili e in contrasto con i diritti umani in realtà sta processando la linea politica di quel governo”. Entro la fine dell’anno, poi, è prevista la sentenza.

La nuova tegola giudiziaria che si abbatte sul governo Meloni rischierà dunque di mettere fine anticipata al percorso dell’Esecutivo. In più i complessi passaggi istituzionali che si affacciano in autunno, sia la complicata finanziaria, che il voto nelle regioni Emilia, Umbria e Liguria, se a favore della sinistra, rappresenteranno degli snodi cruciali e allargheranno le maglie della crisi. In aggiunta il processo mediatico e giudiziario al quale dovrà rispondere il vicepremier, con annesso il rischio di tracollo nei sondaggi per il partito di Via Bellerio. Senza dimenticare la lunga coda dell’affaire Boccia-Sangiuliano, che è ha drizzato le antenne dei servizi e potrebbe nascondere delle insidie scivolosissime per la coalizione del centrodestra. Inoltre, per chi ama osservare le “coincidenze”, non va sottovalutato l’incontro delle ultime ore tra Marina Berlusconi e Mario Draghi. In caso di crisi della Maggioranza, secondo rumors romani, non è difatti da escludere un ritorno in pista, con “benedizione” da Arcore, dell’ex direttore della BCE. Per Giorgia Meloni &C. il mese di settembre non poteva iniziare nel modo peggiore. Nelle prossime ore capiremo quale grado della scala Mercalli raggiungerà la scossa all’interno di Palazzo Chigi. E non è detto che soltanto il vicepremier e ministro Matteo Salvini sia l’epicentro di un possibile terremoto…

Christian Meier

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