La Camera boccia la mozione di sfiducia contro Salvini. Oggi il voto ...

3 Apr 2024
Salvini

L'Aula della Camera ha bocciato la mozione di sfiducia nei confronti del vicepremier, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e leader della Lega, Matteo Salvini, con 211 no, 129 sì e 3 astenuti

"Grazie. Ennesima figuraccia della  sinistra, andiamo avanti col nostro lavoro". È il commento su X del vicepremier, finito nel mirino delle opposizioni per l'accordo della Lega con il partito di Vladimir Putin, Russia Unita.

Slitta a domani il voto sulla mozione di sfiducia a firma del M5S nei confronti della ministra del Turismo, Daniela Santanchè, per le vicende legate alla società Visibilia.

La mozione di sfiducia nei confronti del ministro Salvini

Al centro della mozione nei confronti del ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini, bocciata dalla Camera, il rapporto siglato dalla Lega e da Salvini con il partito di Vladimir Putin "Russia Unita", ma sono stati lo stesso Salvini e il suo partito ad affermare che quel rapporto è annullato nel momento in cui la Russia ha invaso l'Ucraina.

Già in mattinata il vicesegretario del Carroccio, Andrea Crippa, aveva ricordato che "le parole di Salvini sono state chiare, nel momento in cui Putin aggredisce uno Stato è chiaro che non può più essere un alleato della Lega, partendo dal presupposto che i rapporti tra Salvini e Putin erano meno frequenti rispetto a quelli tra Putin e Calenda. Salvini ha detto 'ci sono state delle elezioni, punto'. Poi la strumentalizzazione giornalistica nei confronti di Salvini è sempre propensa a farlo passare come quello che non è".

"Dispiace che l'Aula debba perdere tempo per polemiche inutili e strumentali innescate dall'opposizione", aggiunge il Carroccio che risponde alle accuse ricordando gli accordi siglati in passato con Mosca da Matteo Renzi, Paolo Gentiloni, Enrico Letta e Carlo Calenda: "La guerra ha totalmente cambiato i giudizi e i rapporti politici con la Russia, che prima dell'invasione era un importante interlocutore di tutti i governi italiani".

In aula, in rappresentanza del governo erano presenti il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti (Lega), il ministro delle Autonomie Roberto Calderoli, il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin e il ministro per i rapporti con il parlamento Luca Ciriani. Tra i banchi del governo presenti anche i sottosegretari Wanda Ferro, Andrea Delmastro, Emanuele Prisco, il viceministro Maurizio Leo.

Il vicepremier ha lasciato la Camera dopo il question time. A chi gli chiedeva se sarebbe stato in Aula più tardi, quando si dovrebbe votare la mozione di sfiducia nei suoi confronti, il ministro delle Infrastrutture ha risposto, salendo in auto: “Ho una riunione sulle concessioni autostradali, vado a fare il mio lavoro di ministro”.

"È molto grave che non sia presente", ha sottolineato durante le dichiarazioni di voto il leader di Alleanza Verdi Sinistra Angelo Bonelli che, intervenendo a favore della mozione di sfiducia, ha ricordato come il vicepremier qualche anno fa "disse che avrebbe ceduto 'due Mattarella e mezzo per un Putin'". 

"La mozione di sfiducia al vicepresidente e ministro Matteo Salvini è infondata e allo stesso tempo superata. Dopo il chiarimento dello stesso leader della Lega e del suo partito sui presunti legami con il partito di Putin, i presentatori della mozione, se seri e corretti, avrebbero dovuto ritirarla, essendo venuti meno tutti gli appigli politici che la sostenevano. Invece, non lo hanno fatto preferendo proseguire con un'operazione di mera ed inutile propaganda politica che si concluderà per la sinistra con una nuova e scontata batosta parlamentare. Se a sinistra questo cercano, lo stanno ottenendo", ha dichiarato la senatrice Michaela Biancofiore, presidente del gruppo Civici d'Italia, Noimoderati, Coraggio Italia, Udc, Maie.

"Il problema non è di Salvini o della Lega ma della premier Meloni che va in Europa a dire che siamo con Zelensky, che sosteniamo Kiev e ha un vicepresidente del Consiglio con questo livello di ambiguità". Lo ha detto il capogruppo di Azione alla Camera Matteo Richetti, annunciando il voto favorevole alla mozione di sfiducia nei confronti del vice premier e segretario della Lega Matteo Salvini, per i rapporti con il partito di Vladimir Putin, Russia Unita. Mozione che, ha osservato Richetti, "non porta la firma del gruppo di Italia Viva, e mi chiedo perchè".

La mozione di sfiducia nei confronti del ministro Salvini è "inconsistente, non valida e fa scendere il valore del Parlamento". Lo ha detto Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, intervenendo in aula alla Camera nel corso delle dichiarazioni di voto sulla sfiducia al leader della Lega. "Sapete quali sono partiti che hanno votato a favore della Russia in Parlamento Europeo? Su 280 voti il Pd e M5s sono tra gli italiani che hanno sostenuto più volte le posizioni pro russia", ha aggiunto Lupi. "La mozione contro Salvini è assolutamente inaccettabile, faccio appello alle opposizioni a usare questi strumenti in maniera utile", ha concluso.

"Le contestazioni di oggi sono infondate, ma faremo un excursus: era il 2014 e la Russia occupò la Crimea, seguirono le sanzioni, ma ci fu un tentativo di riallacciare rapporti normali con quel paese, perché le sanzioni danneggiavano i nostri paesi, nel 2017 anno dell'accordo con Russia Unita" al centro delle contestazioni alla Lega "si è svolto, il 3 giugno 2017 un incontro, un Forum, con il patrocinio del governo italiano del tempo, aziende come Eni e Enel, sottoscrissero accordi con Mosca e ministro dello sviluppo economico era Carlo Calenda, colui che chiede oggi la testa di  Salvini, era l'attuale leader di Azione che ai tempi andava a fare  accordi con la Russia, basterebbe questo per parlare di farsa". Lo ha detto il capogruppo della Lega, Riccardo Molinari, intervenendo in Aula alla Camera.

La mozione di sfiducia nei confronti della ministra Santanchè

In particolare, la mozione di sfiducia nei confronti della ministra del Turismo agita la maggioranza anche se l'esponente di Fratelli d'Italia fa sapere di essere "zero preoccupata". "E' un voto importante, giustamente l'opposizione fa la sua parte - ha sottolineato la ministra- rendendo però più forte la maggioranza".

Il messaggio sottinteso, con la richiesta di massima unità, sembra diretto a tutto il centrodestra, perché se è vero che i leader, dalla premier Giorgia Meloni ai due vice Matteo Salvini e Antonio Tajani, si dicono certi della coesione della maggioranza e le dichiarazioni mantengono una linea garantista, non è un mistero che i guai giudiziari della ministra qualche pensiero lo stiano dando.

Il timore principale è che a una bocciatura della mozione di sfiducia, possano seguire sviluppi nell'inchiesta appena chiusa, o nuovi procedimenti capaci di creare imbarazzi, nel bel mezzo di una primavera elettorale che, da qui a giugno, testerà su più livelli la tenuta della coalizione di governo. La speranza non detta è che la ministra tragga da sé le conclusioni sull'opportunità o meno di rimanere in carica, soprattutto in caso di una richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura di Milano. Tutto considerato, se il voto slittasse alla settimana prossima o oltre, nessuno probabilmente nel centrodestra se ne dispiacerebbe.

La discussione in Aula è in corso. Emma Pavanelli, deputata M5s, è stata la prima a prendere la parola sottolineando più volte "l'assenza" della ministra nell'aula di Montecitorio e accusando "l'assordante silenzio del governo e di Fratelli d'Italia".

"Avrei voluto rivolgermi alla ministra Santanchè o a qualche ministro, ma purtroppo vediamo che sono assenti - ha spiegato la deputata del Movimento 5 Stelle, Emma Pavanelli, illustrando in Aula la mozione che chiede le dimissioni della ministra -. Evidentemente la maggioranza ha preferito tenerla nascosta". 

"Siamo arrivati oggi a quattro procedimenti nei quali a vario titolo la ministra risulta coinvolta, per il momento soltanto sfiorata da accuse di concorso in bancarotta e riciclaggio, mentre personalmente indagata per falso in bilancio e per truffa ai danni dell'Inps. I fatti sono gravissimi - attacca Pavanelli - Ci chiediamo come sia possibile ritenersi meritevoli di incarichi di governo nonostante le accuse a carico. Ci chiediamo se non sia più dignitoso, anzi doveroso, un è passo indietro nell'attesa che ogni dubbio sia fugato". 

"Oggi davanti a delle accuse pesantissime ci troviamo davanti all'assordante silenzio del governo e del suo partito", ha aggiunto la deputata.

"Votiamo no alla sfiducia a Santanché perché basata sulle indagini giudiziarie che la riguardano. E noi non chiediamo le dimissioni per un avviso di garanzia o per un rinvio a giudizio. Il garantismo è tale se si applica a tutti, soprattutto agli avversari. Facile fare i garantisti con gli amici: la vera sfida è essere garantisti con gli avversari", scrive su X il leader di Italia Viva Matteo Renzi. "Daniela Santanché ministra ha fallito e noi la contestiamo sul piano politico. Ma noi non usiamo le indagini per attaccarla. A differenza di quello che ha sempre fatto la stessa Santanché che ha chiesto in carriera le dimissioni di 18 ministri, tra cui tutti i nostri amici - aggiunge -. Noi siamo profondamente diversi dalla Santanchè e da chi vive con la doppia morale. O da chi si professa custode autonominato di uno stato etico. Votiamo no alla sfiducia basata sul GIUSTIZIALISMO".

Un disonore per le istituzioni, secondo Giuseppe Conte, il comportamento di Santanchè. "Garantismo per cosa quando c'è il disonore delle istituzioni? Qui la garanzia è che si stanno disonorando le istituzioni", ha detto al presidio dell'agenzia Agi ribattendo al commento di Italia Viva riguardo al garantismo sul caso Santanchè. "Il garantismo è una cosa seria non lo invochiamo fuor di luogo. Ci sono garanzie costituzionali che riguardano i processi e che vanno garantite a tutti gli imputati e gli indagati ma è una cosa ben diversa sui stiamo parlando di responsabilità politica, di opportunità". 

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