Salvini poco Belva nel salotto di Fagnani su Rai2 - Startmag

Salvini

Che cosa ha detto Matteo Salvini nella trasmissione "Belve" condotta da Francesca Fagnani su Rai2.

Interesse non guasta amicizia, dice l’antico detto. Che sembra valere particolarmente in politica negli attuali rapporti tra il premier Giorgia Meloni e il suo vice, ministro delle Infrastrutture-Trasporti e leader della Lega, Matteo Salvini. Descritto come l’alleato “pericoloso” di “Giorgia”, che addirittura potrebbe destabilizzare il governo, seppur in questo racconto mediatico di sinistra non si capisce lui cosa ci guadagnerebbe, Salvini ieri sera in modo molto trasparente a tranquillo, in una rilassata intervista su Rai2 a “Belve” di Francesca Fagnani, ha illustrato la sua strategia per le Europee con l’obiettivo di “superare il 9 per cento”. Con la premessa ribadita con grande certezza che il governo durerà, il “capitano” ha rivendicato tutta la sua linea di alleanza con la destre europee del gruppo Id, di cui la Lega è pilastro, ha rivendicato la linea contraria alla rielezione di Ursula von der Leyen, il chiaro messaggio venuto dalla recente manifestazione di Roma. E lo ha fatto per nulla imbarazzato anzi soddisfatto dell’intervento a suo sostegno in contrapposizione a Meloni da parte della sua storica “amica” Marine Le Pen che ha sfidato il premier a chiarire se vuole ancora Ursula o no.

Incalzato da Fagnani, Salvini ha rivendicato il fatto, insomma, che ognuno alle Europee, a maggior ragione con il proporzionale, è naturale che faccia valere la propria identità. Ma questo, ha ribadito con forza, non significa affatto mettere in crisi il governo. O la sua “amicizia in costruzione” con Meloni, con la quale la mattina si scambia messaggi scherzosi sul fatto che loro, secondo i giornali, si odierebbero.

Salvini sembra dire: il governo è salvo, ma a me e al mio partito, Giorgia, lascia fare. Rivendica l’obiettivo di recuperare i consensi perduti, di “tornare ad essere i primi, ma questo non a scapito del governo e degli alleati”.

C’è un messaggio politico netto che sembra rivolto anche alla piccola frangia prevalentemente di ex parlamentari non più ricandidati che ieri lo ha contestato e all’esterno a chi lo dà sul viale del tramonto: non mollo. “Ho ancora tanto da dare”, sottolinea. E spiega perché il governo non cadrà. Rendendo omaggio al padre politico Umberto Bossi, Salvini ricorda che come gli ha insegnato il Senatùr: “I voti si pesano non si contano”, secondo il detto di Cuccia per le azioni. Insomma, puoi avere anche meno voti ma farli fruttare più di quando ne avevi il triplo: “Stiamo ottenendo più cose ora (evidente riferimento all’Autonomia, innanzitutto ndr) di quante ne avremmo ottenute restando al governo con i Cinque Stelle”.

Salvini rivendica totalmente la scelta di staccare la spina al governo Conte/1. Il Senatùr, come si sa, preferì avere meno voti rientrando dopo la crisi del ’94 al governo con Silvio Berlusconi, ottenendo la “Devolution”, seppur poi bocciata al referendum però vinto al Nord, che restare da solo all’opposizione con cifre molto più alte.

Quanto alle ultime critiche fattegli da Bossi sulla collocazione troppo a destra del partito in modo però molto sobrio a differenza di alcuni “bossiani”, Salvini scherza: “Già è tanto che lui dica che non sa se sto facendo un errore politico. Mi ricordo certe sfuriate di Umberto al telefono di notte, con i miei genitori che protestavano perché stavano dormendo”. Poi, un affettuoso omaggio al vecchio “capo” fondatore della Lega Nord, che suona come un rimprovero di Salvini a sé stesso: “Quanto è che non sento Bossi? Troppo tempo. Lui è un genio che ha portato in politica temi fino ad allora inimmaginabili”.

Leggi di più
Notizie simili