A ciascuno il suo Santa Claus
Il Franchise del Natale o il Natale dei Franchise?
Una festa che ha trasceso le sue origini religiose per diventare un fenomeno sociale e globale. Siamo tutti più buoni o più consumisti? Forse i personaggi di fantasia l’hanno compreso meglio di noi
13 ore fa di Stefano Buonocore
«Ritorna ogni anno, arriva puntuale
con il suo sacco Babbo Natale».
Diceva Gianni Rodari, ed ogni anno è così che arriva puntuale. Con il suo sacco pieno di doni Babbo Natale ha sconfitto le diatribe religiose, raggiungendo ogni latitudine sulla sua slitta per portar doni a tutti i bambini. E poco importa se ogni anno si discute di come Santa Claus sia così distante dalla figura di San Nicola, o di come ricalchi quella di svariate altre tradizioni. Festa cristiana, no laica, no pagana, no consumistica: alla fine la sera del 24 dicembre buona parte del pianeta, volente o nolente, si ritrova con i suoi piccoli rituali o contro di essi, ma comunque torna sempre a farci i conti.
Il Natale è divenuto una festa, o per meglio dire un fenomeno talmente popolare, da aver trasceso i confini di questo mondo. E non perché alla fine il festeggiato è asceso al cielo, ma perché alla fine (e in realtà non é neanche una novità) il Natale è sbarcato anche nei mondi di fantasia; qualche volta camuffato, qualche volta in maniera più o meno pretenziosa, ma alla fine i vari franchise non fanno altro che riflettere la profondità dell’impronta che ha lasciato nella nostra cultura.
Non si può che partire dal franchise per eccellenza, quello di Star Wars. In una galassia lontana lontana il Life Day era una festività invernale dei wookie (quelli di Chewbacca, per capirci) in cui questi ultimi si vestono di rosso e decorano il loro albero della vita con delle sfere colorate. Col tempo la base dei fan è cresciuta, a voler usare un eufemismo, e con quella speciale magia del Natale chiamata retcon si è stabilito che il Life Day viene festeggiato in tutta la galassia, e ogni popolo ha una sua usanza: ce n’è insomma per tutti i gusti.
Non può essere da meno l’eterna rivale, almeno secondo la percezione di alcuni, Star Trek. Partendo da premesse più "realistiche", i trekkers sanno che gli esseri umani del loro franchise preferito festeggiano regolarmente, ma che i vulcaniani hanno l’equivalente Kal Rekk, una versione decisamente meno festaiola a dispetto delle orecchie a punta che ricordano un po’ gli elfi del panciuto dispensatore di doni. E non manca il Festival della Gratitudine dei Bajorani, festività la cui distruzione di una pergamena contenente tutte le loro preoccupazione la assimila parzialmente anche al Capodanno.
Spiace deludere i fan di Harry Potter, uno dei principali franchise multimediali del fantasy non collega in alcun modo Babbo Natale alle proprie tradizioni magiche: al povero Harry non resta altro che passare il proprio tempo a scuola assieme agli altri studenti che non tornano a casa. Va un po’ meglio negli universi cinematici dei fumetti però: nel mondo della Marvel Comics Santa Claus ha svariate incarnazioni, la più famosa delle quali è un mutante (come i famosi X-Men) dal potere incomparabile. La controparte dell’universo DC, che con la Marvel viaggia sempre in coppia, non differisce poi tanto se non in una versione di villain polare nelle storie fuori di testa dell’altrettanto fuori di testa Lobo.
Anche il mondo ludico non si sottrae a questa tradizione. Nell’universo di The Witcher, che comprende i romanzi e i racconti di Andrzej Sapkowski, la serie televisiva di Netflix e quella di videogiochi dell’acclamata CD Projekt RED e che a breve vedrà un nuovo capitolo, i Niflgaardiani festeggiano Yule: non si tratta solo di uno pseudo-Natale tra tanti, poiché riprende il nome da una delle festività pagane che nel mondo germanico hanno fatto da base per la costruzione del Natale religioso cristiano prima e laico poi. Anche nell’appendice de Il Signore degli Anelli, bibbia del fantasy contemporaneo e radice del franchise più amato del genere, è specificato che il festival invernale degli Yuledays scandisce annualmente la vita dei piccoli hobbit.
Nell’universo grimdark di Warhammer Fantasy, il wargame più famoso al mondo, Mondstille è la festività associata al Solstizio d’Inverno in cui si veglia perché dopo la notte più lunga i giorni tornino ad allungarsi, assumendo anche una funzione simile al Capodanno. Più sfacciata la controparte futuristica, Warhammer 40.000, reduce anche dalla produzione di un videogioco di enorme successo, Space Marine 2, e che vede nel suo fan più celebre al mondo Henry Cavill il produttore di una prossima serie tv dedicata: oltre alla festa per l’Ascensione dell’Imperatore, figura divina sulle cui azioni (e sui cui errori) si basa tutta la lore del setting, c’è anche il Sanguinala, in cui strizzando l’occhio ai Saturnalia (come Yule, una delle festività pagane da cui il Natale cristiano ha attinto a piene mani) si commemora Sanguinius, figlio dell’Imperatore e figura salvifica dalla caratterizzazione angelica, quasi cristica. Potrebbe somigliare più alla Pasqua, ma il Sanguinala è un elemento di lore profondamente ironico, e gli Angeli Sanguinari cui sta particolarmente a cuore, essendo discendenti più o meno diretti di Sanguinius, hanno come colore identificativo proprio il rosso.
Sempre restando nell’ambito ludico nel setting di Dragonlance, una delle varie ambientazioni disponibili per Dungeons & Dragons, si torna a parlare di Yule, creando un momento di distensione e celebrazione nelle sessioni di gioco. Anche il gioco di carte collezionabili Magic the Gathering strizza spesso l’occhio al Natale, anche se in questo caso incorporando la festività in alcune carte tematiche pensate esclusivamente per i collezionisti.
C’è poi tutta un’ampia serie di Natali di fantasia che ricalcano più o meno da vicino quello reale. C’è l’Xmas della serie animata di Futurama, con il suo inquietante Robot Santa doppiato in inglese niente meno che da John Goodman. Anche i My Little Pony ne hanno la loro versione, con la vigilia dell’Heart’s Warming e lo Snoggletog, e persino Xena Principessa Guerriera ha affrontato il suo personalissimo Canto di Natale nel corso della festa genericamente definita Solstizio.