Ennesimo fallimento per il Sarmat russo
In Russia il nuovo test del ICBM RS-28 Sarmat si è risolto in un disastro completo. Infatti, il missile Sarmat non è partito ma è esploso nel silo lasciando un enorme cratere distruggendo il sito di prova di Plesetsk, nella regione di Arkhangelsk.
Il confronto delle foto satellitari del sito di di Plesetsk prima e dopo il lancio in questione non lascia alcun dubbio sul completo fallimento del test russo.
L’RS-28 Sarmat è il più recente missile balistico intercontinentale super pesante russo a 3 stadi, basato in silo, alimentato a liquido, idoneo per veicoli pesanti e FOBS.
Fino ad oggi sono stati effettuati dai Russi cinque lanci di cui uno solo apparentemente riuscito nel 2022, mentre i fallimenti hanno caratterizzati gli altri quattro lanci.
Nelle intenzioni di Mosca l’RS-28 Sarmat dovrebbe sostituire l’R-36M2 Voyevoda o SS-18 Satan secondo la denominazione NATO che risale all’epoca dell’Unione Sovietiche nel ambito delle Forze Missilistiche Strategiche della Federazione Russa.
L’RS-28 adotta un design a tre stadi che utilizza propellente liquido; secondo le stime sarebbe in grado di trasportare un carico utile di 10 tonnellate composto da diversi tipi di testate ad una distanza massima di 18.000 km.
Ma il ricorso al propellente liquido potrebbe essere il vero “Tallone d’Achille” di questo sistema d’arma, essendo pericoloso ed instabile (per i missili russi non sarebbe una novità), rende particolarmente critica la fase di preparazione al lancio.
Teoricamente, il Sarmat sarebbe in linea dal 1° settembre del anno scorso, ma i lanci fin qui effettuati inducono a valutare che il sistema sia ancora lontano dal aver raggiunto una reale capacità operativa.
Il Ministero della Difesa della Federazione Russa ha sin qui ordinato un lotto di una cinquantina di Sarmat; ad oggi dovrebbe esserne stata allestita poco più di una decina di questi missili intercontinentali.
Foto via social network
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