Scarlett Johansson: «Anni fa mi proponevano come fatalona sexy»

24 Mag 2023
Scarlett Johansson

di Valerio Cappelli

La diva protagonista del nuovo film di Wes Anderson, «Asteroid City» ha incantato la Croisette: «Non sono ossessionata dalla magrezza: sono una da pochi fronzoli»

CANNES Ecco Wes Anderson con i suoi capelli da paggio su un pullman bianco, lungo la croisette, insieme col cast di Asteroid City, in pratica mezza Hollywood. Si riconoscono Tom Hanks e Scarlett Johansson, Adrien Brody, Edward Norton e Matt Dillon. Alcuni attori non si fanno vedere all’incontro con i media, altri sono rimasti a casa loro, per esempio Margot Robbie, perché sarebbe stata assalita dalle domande sul suo prossimo tappeto rosso, dando voce e corpo a Barbie che oggi è una signora plastificata di mezz’età, è nata nel 1959, rivelare l’età di una bambola speriamo non sia politicamente scorretto. A Cannes non si incrociano nemmeno William Dafoe, Liev Schreiber, Jeff Goldblum e una delle storiche attrice di Anderson, Tilda Swinton, anche loro nel cast. C’è un urletto ad opera di paparazzi e fan, ma è per il nostro Marco Bellocchio che esce dal Palazzo mentre Hollywood entra. Falso allarme. Poco dopo però si sprigionano gioiose urla belluine e sono tutte per Bryan Lee Cranston, il protagonista della pluripremiata serie Breaking Bad, che sfoggia baffoni da messicano appena uscito da uno spaghetti western.

E nel tempio del cinema-cinema, che i maggiori consensi vadano a un eroe dello streaming suona come una bestemmia. Ma anche l’applausometro per Scarlett Johansson è ad alta quota: «Interpreto un’attrice, mi sono ispirata a Bette Davis». Nel film porta i capelli mori e corti. Lei è una sperimentatrice di pettinature e tinte. Ora è tornata bionda. In una scena di Asteroid City si ricorda quando recitò «una vagabonda in un bordello». Qualcuno ha parlato di affinità con certi ruoli di Marilyn Monroe. E Scarlett: «Beh, anni fa mi proponevano come fatalona sexy alla Marilyn, non fa per me». Dice che da ragazzina non era una bellezza, «sono una da pochi fronzoli», andava in giro con le scarpe basse, «il mondo è pieno di stoccafissi col tacco 12». La sua immagine glamour è legata alle campagne di moda, «ma non sono ossessionata dalla magrezza».

Scarlett si volta offrendo la schieda nuda, per buona parte occupata da un tatuaggio con motivo floreale. Un metro e sessanta di sensualità, l’attrice che ci ha sedotti tutti in Match Point di Woody Allen è gentile e parla con la sua voce roca e infantile del suo personaggio, in questa storia bislacca e noiosa, accolta con animo comprensivo soltanto da alcuni media anglosassoni. Ci sono due piani narrativi, ma il problema non è quello. Comunque il film comincia con il narratore Cranston che racconta la genesi di uno spettacolo teatrale messo in scena da Brody che diverrà il film che noi vediamo, con protagonisti (se di protagonisti si può parlare per un film corale con un minutaggio scientifico per ogni star) Tom Hanks e Scarlett Johansson. Storia di un gruppo di persone riunite in una sperduta località del deserto per un premio, tra giovani astronomi e cadetti spaziali. Si parte dall’Asteroide che impattò 3000 anni prima di Cristo sulla Terra. All’incontro è tutto un noioso inchino alla maestria di Wes Anderson, alla sua eleganza eccentrica e alle raffinatezze dandy nella dimensione fiabesca, alla cura (manierista) dei dettagli e ai suoi colori ora pastello ora luminosi, alle story board con cui accompagna le scene, alle sue simmetrie. Ci pensa Scarlett a ravvivare un poco gli animi, dicendo con il volto già a favore di un centinaio di fotografi o forse più che Wes «ha un approccio teatrale, tutto sul suo set è fisico e tangibile, un’esperienza exciting».

24 maggio 2023 (modifica il 24 maggio 2023 | 14:57)

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