Michael Schumacher, 10 anni dalla caduta di Meribel: le tappe

29 Dic 2023
Schumacher

di Lorenzo Nicolao

L’incidente di Meribel ha stravolto la vita del fenomeno di F1. Il riserbo spiegato dall’avvocato, la finta intervista, le parole delle persone più care, da Jean Todt a Luca Badoer

Accadde esattamente dieci anni fa. Il 29 dicembre 2013 Michael Schumacher va a sciare fuoripista sulle Alpi francesi di Meribel con il figlio Mick, cade e l’impatto della testa con alcuni massi gli provoca un gravissimo danno cerebrale che gli stravolgerà tragicamente la vita. A seguito di una caduta apparentemente banale il sette volte campione del mondo in F1, che in tante altre occasioni aveva messo a rischio la vita con le corse, finisce in coma e nelle 48 ore successive viene operato due volte nell’ospedale francese di Grenoble. Quelli di 10 anni fa sono paradossalmente i momenti delle ultime informazioni ufficiali sul suo stato di salute, prima che sulle sue condizioni fisiche e mentali venisse imposto il massimo riserbo dalla moglie Corinna Betsch. Schumi finisce sicuramente prima in coma e poi viene ricoverato in rianimazione. Da qui in sala operatoria, una prima volta per un’operazione d’urgenza. La seconda volta a distanza di 24 ore per quella che si sperava potesse essere una operazione risolutiva. Ma, purtroppo, dopo due ore di intervento, i medici si rendono conto di non poter riparare completamente il danno. Con una craniectomia, ovvero la rimozione di una parte della calotta cranica, i chirurghi francesi Stephan Chabardes ed Emmanuel Gay riescono ad asportare soltanto un grande ematoma nella parte sinistra della testa. Tanto che alla fine della seconda operazione parlano di una situazione leggermente migliorata, ma ancora stabilmente drammatica per «la presenza di numerosi altri ematomi».

Il dramma, gli errori e il video mai trasmesso

Da quel momento non viene più emesso alcun bollettino medico ufficiale, con gli esperti che non si sono mai più voluti esprimere neanche sulle reali possibilità di sopravvivenza nel tempo dell’ex pilota. Verrà rubata anche una cartella clinica ma, una volta arrestato, il presunto responsabile si impiccherà poi nel carcere di Zurigo. A distanza di dieci anni solo alcuni docufilm e qualche inchiesta hanno provato a far chiarezza sulla dinamica dell’incidente e sulle sue effettive conseguenze, ma solo pochi particolari sono stati aggiunti a quanto si sapesse inizialmente. I più importanti sono due: da una parte la scelta azzardata di Schumi di voler sciare quel giorno, con così poca neve, dall’altra i problemi insorti con il primo intervento dei soccorsi, che sottovalutò la gravità della situazione, trasportando l’ex ferrarista con l’elicottero prima verso la piccola clinica di Moutiers, perdendo tempo prezioso, per poi ripiegare sul più attrezzato ospedale di Grenoble a seguito di un repentino peggioramento in volo delle condizioni di salute di Schumi. Una perdita di tempo che peggiorò le conseguenze dell’incidente, secondo il giornalista che ha condotto l’inchiesta, ovvero Jens Gideon. Nella stessa inchiesta viene rivelato che ci sarebbero anche delle prove decisive sulla dinamica dell’incidente. Secondo il racconto di alcuni testimoni raccolto da un podcast, della caduta ci sarebbero delle immagini, mai trasmesse in tv, registrate dall’action cam che Schumi indossava sul proprio casco durante la discesa. Immagini che la famiglia avrebbe voluto mantenere segrete.

Le terapie

Dopo le due operazioni chirurgiche, Schumacher ha poi trascorso un lungo periodo in alcune cliniche specializzate in Germania e in Svizzera (tra queste Grenoble e Losanna), prima di tornare a casa dove dal 2014 viene accudito dalla moglie Corinna e da un team di esperti (almeno 15 tra medici, fisioterapisti e infermieri) che si prendono costantemente cura di lui nella loro villa di Gland, sul Lago Lemano, a pochi chilometri da Ginevra. Tanti i percorsi riabilitativi tentati sul campione, tra i quali - come ha raccontato in questi giorni il quotidiano tedesco Bild - anche alcuni momenti in pista, trasportato a bordo di una Mercedes-AMG , per poter stimolare il cervello e risvegliare in lui alcune facoltà mentali grazie ai suoni familiari che avevano caratterizzato la sua carriera di pilota.

Il ruolo della moglie

In questi dieci lunghissimi anni Corinna è stata la protagonista, non solo del massimo riserbo con il quale è stata protetta la privacy del marito, ma anche delle cure e dei trattamenti che riceve ogni giorno. Un vero e proprio «angelo custode», come hanno sempre detto le persone più care a Schumi e che altri, come Eddie Jordan – l’uomo che fece debuttare Michael in F1- hanno definito «prigioniera come lui». L’ex manager della massima categoria del motorsport si era confidato apertamente con i media usando queste parole: «Non parla mai di lui in pubblico e dal giorno dell’incidente non si è più presentata neanche a una festa. Fino a questo momento ha impedito a chiunque di vedere il marito, ma dieci anni sono davvero tanti. Questa non è vita».

Il patrimonio gestito da Corinna

Dal quel tragico giorno Corinna amministra anche il patrimonio del marito, una somma che, sempre secondo un studio della «Bild» reso noto in questi giorni raggiungerebbe attualmente i 500 milioni di euro tra immobili, investimenti e introiti da passate sponsorizzazioni. Schumacher, uno dei piloti più vincenti di tutti i tempi, tra contratti pubblicitari e compensi, ha ancora oggi una posizione finanziaria più che invidiabile, anche se pare che gli investimenti fatti siano stati riadattati dopo la svolta tragica che ha subito la sua vita. Ne sono sicuramente testimonianza la vendita dell’aereo privato, l’acquisizione di una villa e di un grande terreno a Maiorca in modo da far trascorrere a Schumi dei periodi di «vacanza» con la sua famiglia. La moglie ora non è più solo una devota compagna, ma anche un’abile manager di tutti gli affari che possono riguardare la famiglia. Consulenti finanziari, partecipazioni in società, investimenti sul mercato, tante di queste attività nono sono state rese note, ma tra immobili e contratti Corinna ha sempre perseguito una gestione efficace e sostenibile del patrimonio del marito, senza intaccarlo più di tanto anche se ormai da dieci anni consistenti fondi vengono impiegati per le cure di Schumi e per la sua riabilitazione. La famiglia è stata poi coinvolta in vari enti di beneficenza e nella fondazione «Keep Fighting», istituita in onore di Schumacher. Questa realtà si concentra sul sostegno di progetti di beneficenza legati alla salute e alla sicurezza, riflettendo la passione di Schumacher per rendere il mondo un posto migliore.

I figli Gina-Maria e Mick

Nell’arco di un decennio le condizioni del padre sono state un importante banco di prova anche per i figli Gina-Maria e Mick. La prima (26 anni) aveva cominciato a correre nei kart ma ha poi scelto la passione di mamma Corinna, l’equitazione. È presto diventata campionessa mondiale ed europea nel Reining, disciplina americana a cavallo che si ispira al lavoro dei cowboy, uno sport che condivide con il fidanzato. Il secondo, oggi 24enne, ha invece intrapreso la stessa carriera di pilota di Michael. Dopo aver militato in F1 nelle stagioni 2021 e 2022 con la Haas, è ora guida di riserva per la Mercedes e pilota ufficiale Alpine nel Campionato del mondo endurance.

La finta intervista

Il silenzio e la mancanza di notizie sullo stato di salute di Schumi hanno portato i media di tutto il mondo ad inventarsi stratagemmi per farne sapere di più ai loro lettori. Nell’aprile 2023 il magazine tedesco «Die Aktuelle» finisce al centro di aspre polemiche per aver pubblicato un’intervista al sette volte campione del mondo. Non è però il vero Schumacher ad aver risposto alle domande, ma l’intelligenza artificiale. La famiglia di Michael farà causa alla rivista, che con una lettera comunicherà le scuse poco dopo, anche per la formula ingannevole e poco chiara ai lettori sul come fosse stata realizzata l’intervista, proposta invece come un vero e proprio scoop. La contestata cover story del magazine costerà il posto ad Anne Hoffman, giornalista responsabile dei contenuti diffusi dal settimanale. Nell’arco di un paio di giorni dal presunto scoop, il gruppo editoriale Funke annuncerà infatti il sollevamento dall’incarico della giornalista con effetto immediato.

La spiegazione dell’avvocato

Ma perché dopo dieci anni la famiglia si tricera dietro il più rigoroso riserbo in merito alle condizioni di salute di Schumi? Il legale della famiglia Schumacher, Felix Damm, ha spiegato nei mesi scorsi quali fossero le basi giuridiche del riserbo mantenuto dalla famiglia e perché in questo modo la moglie e i figli dell’ex pilota potessero procedere con azioni legali contro chiunque diffonda informazioni sensibili e riservate sullo stato di salute di Schumacher. Damm, in un’intervista rilasciata alla rivista specialistica tedesca «Legal Tribune Online», aveva fatto riferimento al concetto, presente nel diritto svizzero, di «autodivulgazione», una dinamica comunicativa che consente solo a Corinna, Mick e Gina-Maria di poter rivelare elementi circa la salute di Schumi, nell’ottica di proteggere la sua privacy e punire qualsiasi fuga di notizie che non rispecchi la loro volontà.

Le parole degli amici più stretti

Nella grande riservatezza che viene mantenuta da anni, emergono solo i commenti degli amici più stretti di Schumi, coloro che prima hanno condiviso con lui tante emozioni sul paddock e che adesso continuano ad andarlo a trovare, rispettando però il riserbo imposto dalla famiglia. Su tutti Jean Todt, storico Team Principal della Ferrari, con il quale «il Kaiser» ha vinto tutto all’apice della sua carriera di pilota. «No, non mi manca, ho condiviso con lui molti momenti e sono onorato di poterlo fare ancora. Non mi manca perché lui c’è. Con questo non voglio dire che ora la sua vita non sia cambiata. Non è quello di prima, quello che tutti ricordano in F1. Non è il Michael che tutti conoscevano. Oggi appare diverso, ma è splendidamente sostenuto dalla moglie Corinna e dai suoi figli, che lo assistono in tutto e per tutto ogni giorno» rivelò Todt, dopo aver raccontato in più occasioni di aver visto dei Gran Premi insieme a Schumi, anche nel corso dell’ultima stagione di F1. Altre informazioni sono giunte nel tempo anche dal fratello di Schumi, Ralf. Quest’ultimo, che riconosce da sempre il grande merito di Corinna nell’assistere quotidianamente il marito insieme a un team di sanitari, ha recentemente confermato che sulllo stato di salute del campione continuerà la linea del riserbo della famiglia, riserbo che «potrebbe durare per il resto della sua vita». In tempi recenti ha avuto modo di incontrare Schumacher Luca Badoer, per anni collaudatore della Ferrari e grande amico di Schumi: «Con lui ho un rapporto di assoluta amicizia, fiducia e fratellanza. Ho fatto tante vacanze insieme a Michael e Corinna. Sarà proprio nel loro rispetto che non dirò mai nulla sulle condizioni di salute di Schumi».


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29 dicembre 2023 (modifica il 29 dicembre 2023 | 14:34)

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