Silenzio e luci spente anche a Natale: viaggio a Gland, la città che ...

Dieci anni fa l'incidente sulle nevi di Meribel ha  fatto piombare nel mistero il destino del tedesco. Abbiamo visitato la cittadina svizzera dove risiede, accudito dalla famiglia e protetto da una comunità riservata: "Schumacher? Sappiamo quello che dicono in tv..."

Schumacher - Figure 1
Foto La Gazzetta dello Sport

dall'inviato Giusto Ferronato

27 dicembre - 10:38 - gland (svizzera)

A Gland anche le luminarie natalizie sembrano essere installate con un senso di riservatezza. Ce ne sono alcune timidissime per dimensioni, racchiuse sulle vetrine dei negozietti del centro città. Una è al centro di uno dei corsi principali, ma è spenta, in attesa di accendersi la sera. Persino l’albero di Natale a lato del palazzo del municipio non ha luci accese di giorno. Zero sprechi, tutto molto... svizzero, in fondo. In questa cittadina di 13 mila abitanti tra Losanna e Ginevra la vita procede spedita, ordinata e soprattutto silenziosa. Già. Perché questa, in fondo, è proprio una storia di silenzi. Quelli che circondano uno dei segreti più gelosamente custoditi degli ultimi 10 anni. Come sta Michael Schumacher? È la domanda che tutti gli appassionati di F1 si fanno da così tanto tempo. E la risposta, da 10 anni, è sempre il silenzio. 

l'incidente

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Il 29 dicembre del 2013 il sette volte campione del mondo ha sbattuto la testa sciando sulle nevi di Méribel, nell’Alta Savoia francese. È stato operato, ha superato la fase critica per la sopravvivenza, ma ha riportato gravi danni cerebrali e da quel momento è iniziata una nuova vita che per tutti, per precisa volontà della famiglia, è avvolta nel silenzio. Solo una ristrettissima cerchia di persone ne conosce il decorso. Tutti gli altri, giusto o sbagliato che sia, devono restarne fuori. La moglie Corinna, i figli Gina Maria e Mick proteggono Michael in quella che non si può nemmeno definire una casa, ma una reggia, affacciata sul lago di Ginevra. È la zona delle tenute dei facoltosi cittadini di Gland, separata dall’abitato, dove si possono vedere solo i cancelli di accesso e poi stradine che si perdono tra linee di alberi che nascondono tutto. Laggiù, dietro a quella fitta boscaglia, si sa solo che c’è un castello dove il cinque volte iridato con la Ferrari è accudito come poche altre vittime di un trauma cranico così grave. 

protetto

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È indiscutibilmente il concittadino più famoso, Schumacher, ma a Gland niente parla di lui, né qualcuno si sogna di sbandierare di avere l’ex ferrarista come vicino di casa. In Italia, ma non solo, la villa di uno come Schumi diventerebbe quasi certamente attrazione turistica, fosse anche solo per vendere qualche souvenir tematico, dei poster, qualche modellino di F.1, cartoline. Qui niente, nemmeno mezza bandiera della Ferrari su qualche balcone che potrebbe tradire di trovarsi nel luogo di residenza di uno dei più grandi piloti della storia dei GP, l’unico ad oggi in grado di essere riuscito a vincere titoli mondiali a cavallo tra due millenni. A Gland tutti sanno di Schumacher, ma semplicemente non se ne parla. O verosimilmente, non si sa e non si dice, e nemmeno sembra esserci la curiosità di sapere. Perché i facoltosi residenti di questa città del Canton Vaud amano la tranquillità e la riservatezza. Una funzionaria comunale, che ha preferito restare anonima, non ci ha nascosto che in questi anni si sono presentati giornalisti per raccontare il luogo e anche semplici curiosi, ma via via sempre di meno. E così, da questo alternativo GP di F.1 senza monoposto, bandiere a scacchi e soprattutto telecamere e microfoni, è mai trapelato nulla. 

un po' d'italia

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Un Cavallino della Ferrari in realtà c’è, ed è in bella mostra sulla porta d’ingresso della pizzeria Profumo d’Italia, gestita dall’abruzzese Mauro De Francesco. Tifosissimo della Juve e della Ferrari, ha conosciuto gli Schumacher quando sono venuti nel suo locale. Ovunque ci sono foto di lui con giocatori bianconeri e ovviamente con Michael. "Però non abbiamo notizie – dice – qualche volta ho visto il figlio Mick, ma ultimamente non fanno più molti ordini". Ed è un po’ la stessa risposta che si ottiene se si prova a curiosare, chiedendo qualche notizia di Schumi al bar bevendo un caffè o in pasticceria con la scusa di acquistare cioccolatini (e cos’altro sennò in Svizzera?): "Schumacher? E chi li vede? Sappiamo quello che dicono in tv". 

sembra ieri

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Dieci anni sono tanti. Eppure, l’incidente di Méribel sembra ieri e quel cognome, quelle vittorie e quel terribile destino capitato a chi si pensava fosse invincibile, sono più di richiamo che mai. Al punto che qualcuno, in Germania, si è pure inventato un’intervista al campione con risposte elaborate dall’intelligenza artificiale, finita con dimissioni e scuse del giornalista responsabile. Al netto di discutibili e un po’ morbose iniziative, c’è anche tanta umanità nel desiderio di chi vorrebbe avere notizie su Michael. Chiunque abbia un figlio non può fare a meno di pensare che in questi dieci anni il campione ferito non ha potuto godersi appieno i primi successi personali di Gina Maria e Mick. La prima è diventata una campionessa di equitazione. Il secondogenito si è fatto strada nelle formule minori, prima di approdare in F1 con la Haas nel 2021. L’avventura non si è conclusa bene, visto che nel 2022 Mick è stato tagliato, ma chissà quanto avrebbe potuto aiutarlo Michael con qualche consiglio. E che dire di quell’emozionante pomeriggio dell’ottobre 2018, quando Mick è diventato campione nella Formula 3 europea? Quel giorno la fidata Sabine Kehm, la storica addetta stampa di Schumi che ancora oggi ne gestisce il rapporto coi media, non seppe trattenere le lacrime, commossa per la vittoria di Mick e per la forzata assenza del papà in un momento così speciale. A Gland, intanto, l’oscurità è già calata. Quella luminaria rimasta spenta di giorno, se non altro, sta per accendersi.

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