Sciopero nazionale della scuola, migliaia di studenti e docenti in ...

3 ore ago

TORINO. Oggi, 15 novembre, migliaia di studenti sono in piazza, pronti a manifestare in tutto il Paese per lo sciopero nazionale organizzato dall'Unione degli Studenti, Link - Coordinamento Universitario e Rete della Conoscenza. Sotto lo slogan ''Vogliamo Potere'', gli studenti chiedono una scuola che sia davvero inclusiva, libera da logiche di sfruttamento e subordinazione al mondo del lavoro e della guerra, e in grado di rispondere ai bisogni di chi la vive. Tra le rivendicazioni, spiccano i seguenti temi: un'istruzione pubblica gratuita e accessibile, svincolata dagli interessi privati, dalle logiche di profitto e dall'ambito bellico; la tutela del benessere psicologico nelle scuole; e un sistema di rappresentanza che dia agli studenti reali possibilità di decidere nelle proprie scuole.

Sciopero 15 novembre 2024 - Figure 1
Foto La Stampa
Studenti in piazza a Roma e Milano per il No Meloni Day - la diretta

La piattaforma ''Saperi Liberi per Student3 Liber3'', su cui si basa lo sciopero, richiama l'urgenza di una scuola che risponda ai bisogni reali della componente studentesca. Scendono in piazza anche gli studenti universitari, per una didattica accessibile; per saperi e ricerca slegati dall'uso militare; perché il diritto allo studio universitario venga garantito e contro la riforma Bernini. «Oggi siamo in piazza in tutta Italia perché è in gioco il nostro diritto a un'istruzione degna, libera e davvero accessibile. Non vogliamo più essere ignorati nelle decisioni che riguardano le nostre vite e il nostro futuro», afferma Tommaso Martelli, coordinatore nazionale dell'Unione degli Studenti, sindacato studentesco che rivendica una scuola che permetta alle nuove generazioni di costruire un futuro con diritti, libertà e dignità.

Lo sciopero del personale scolastico: docenti, Ata ed educativo

Ad unirsi agli studenti anche il sindacato Anief che ha proclamato per oggi lo sciopero nazionale per l'intera giornata per tutto il personale docente, Ata ed educativo, a tempo indeterminato e a tempo determinato delle 8.200 istituzioni scolastiche e educative italiane. Il sindacato si ribella alla mancata risposta dello Stato italiano sull'abuso dei contratti a termine, 25 anni dopo la direttiva europea 70/99 che chiede ai Paesi membri di assumere i precari dopo 36 mesi di supplenze. Le altre richieste che Anief fa al Governo sono quelle di rinnovare il sistema di reclutamento per immettere in ruolo su tutti i posti disponibili, assumere in ruolo gli idonei dei concorsi, spostare nell'organico di diritto tutti i posti in organico di fatto e in deroga. «Diciamo basta - dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - a mezzo milione di supplenti con più di 36 mesi di servizio svolto che continuano a essere ignorati per le stabilizzazioni, come invece dovrebbe fare ogni stato membro dell'Unione Europea. Chiediamo dignità e rispetto per queste persone, attraverso il pieno recepimento della normativa europea per tutto il personale scolastico, come pure la parità di trattamento economica e giuridica con scatti anzianità, ricostruzione di carriera, ferie, assenze, salario accessorio, welfare, formazione anche per i supplenti. Inoltre, va reintrodotto il doppio canale di reclutamento specifico e certo (con stabilizzazioni da Graduatorie di merito, GaE e GPS) con assunzione quindi degli idonei di tutti i concorsi, anche del PNRR 2023, e dei precari storici, inclusi i partecipanti ai concorsi straordinari. Infine, chiediamo l'indennità di incarico dopo 3 anni di servizio e di sede disagiata, per chi lavora fuori sede, con tariffe agevolate per trasporti, buoni pasto e trasferte».

Studenti: folle emendamento 1500 euro per scuole paritarie

«È grave che il partito della Presidente del Consiglio proponga un emendamento in favore delle scuole paritarie, mentre dall'altro opera tagli all'Istruzione Pubblica». Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi, commentando l'emendamento di Fdi che introduce un bonus di 1500 euro per gli studenti che sceglieranno una scuola paritaria. Per la Rete degli Studenti Medi si tratta di «una proposta pericolosa che indebolisce ulteriormente l'Istruzione Pubblica». «Il progetto di scuola del Governi è evidente, indebolire il welfare e foraggiare i privati e le scuole non laiche - afferma Notarnicola - Le ragioni dello sciopero di domani sono più che confermate. Liberiamo il Paese da un Governo che non vuole investire sul presente e sul futuro del Paese a partire da noi giovani».

La protesta a Roma diretta verso il Ministero dell’Istruzione

Sono partiti in corteo da Piramide, a Roma, gli studenti e gli universitari diretti verso il Ministero dell'Istruzione e del Merito nel giorno dello sciopero indetto dai sindacati studenteschi in tutta Italia. «Vogliamo potere», «Liberiamo il Paese», «No Meloni Day», sono alcuni degli slogan lanciati per la mobilitazione di oggi. «Contro un governo di fascisti e sionisti» è la scritta dei collettivi studenteschi romani sullo striscione che apre il corteo. «Più diritti per gli studenti, più qualità per la scuola. Non vi crediamo più», si legge su un altro. E poi: «#nomeloniday contro il governo della guerra, dei tagli e delle riforme all'università!». Su un carrello anche un somaro di cartapesta - con al collo un cartello con su scritto "Ministra Bernini" - che ieri gli studenti di Cambiare Rotta hanno portato tra i viali dell'università La Sapienza. Diverse anche le bandiere della Palestina. «Oggi siamo qui a Roma e in tante altre città d'Italia, oltre 35, per manifestare un forte dissenso studentesco rispetto alle politiche di Valditara e del governo Meloni. A partire dalla legge bilancio, è evidente come l'istruzione pubblica non sia la proprietà ma vengono operati tagli. E si preferisce investire in armi». A dirlo è il coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi, Paolo Notarnicola. «Non vogliamo scuole di serie A e di serie B», hanno poi scandito al megafono i ragazzi. Tra le organizzazioni studentesche presenti anche l'Unione degli Studenti, l'Unione degli Universitari, Osa, Cambiare Rotta, Link.

La mobilitazione a Genova

Una manifestazione studentesca contro le politiche del Governo Meloni stamani ha attraversato il centro di Genova, in piazza anche le due studentesse che si erano incatenate nell'atrio dell'Università di Genova per chiedere all'ateneo di aprire un centro antiviolenza. «No Meloni Day - contro guerra, repressione e sfruttamento» e «No Ddl 1660», sono stati i due striscioni srotolati alla testa del corteo contro tra l'altro il nuovo disegno di legge in materia di sicurezza pubblica. In piazza numerose bandiere della Palestina, dei collettivi “Osa" e “Cambiare Rotta”. Il corteo è partito da piazza Corvetto vicino alla Prefettura di Genova percorrendo via Santi Giacomo e Filippo, via Fiume e via XX Settembre. Il rettore dell'Università di Genova Federico Delfino mercoledì incontrerà una delegazione studentesca sul tema della mancanza di un centro antiviolenza nell'ateneo genovese.

A Milano in corteo con la foto di Meloni sporca di rosso-sangue

Foto della premier Giorgia Meloni con il volto imbrattato di vernice rossa e fumogeni colorati. È partito da largo Cairoli il corteo degli studenti milanesi per il “No Meloni day”, aperto da uno striscione firmato dai collettivi cittadini con scritto «Studenti in rivolta contro repressione, genocidio e merito». Oltre all'immagine della presidente del Consiglio compaiono anche i volti dei ministri dell'Università e della ricerca Anna Maria Bernini e dell'Istruzione e del merito Giuseppe Valditara, ai quali si aggiunge quello del presidente di Confindustria Emanuele Orsini. Tutti i cartelloni sono stati sporcati di rosso a simboleggiare il sangue. Al corteo sono esposte anche bandiere palestinesi e un'altra foto di Meloni con scritto «complice del genocidio». Tra i cori e gli slogan gridati dagli studenti, anche «Contro la scuola dei padroni dieci cento mille occupazioni» e «Siamo tutti antifascisti». L'arrivo del corteo che attraverserà le vie della città è previsto in piazza della Repubblica.

Corteo studenti Pro Pal a Torino, “governo e Schlein complici”

Un corteo di studenti giovani e giovanissimi Pro Palestina, alcune centinaia, ha preso il via stamani nel centro di Torino, dalla stazione ferroviaria di Porta Susa. Accanto e striscioni e bandiere sono comparsi anche cartelli con le fotografie di esponenti politici italiani con il volto coperto da uno stencil che riproduce una mano rossa di sangue, e la didascalia «complice del genocidio»: tra questi ci sono Giorgia Meloni, Elly Schlein, Matteo Salvini. In testa al corteo lo striscione con la scritta «Le scuole sanno da che parte stare, contro governo e genocidio» e un altro che recita «Ogni giorno è No Meloni Day».

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