Torino come Hollywood, Sharon Stone illumina il red carpet
«Dichiaro aperto il Torino Film Festival»: a pronunciare la frase di lancio non è, come ci si poteva aspettare, né il direttore Giulio Base né la madrina annunciata Cristiana Capotondi, bloccata a letto da una sindrome influenzale, ma Ron Howard, regista del film inaugurale “Eden”, premiato alla carriera con la Stella della Mole al termine di una cerimonia - si pensi quello che si vuole della svolta glamour del Tff 2024 - che ha funzionato dal primo all’ultimo minuto. Dal coro delle voci bianche del teatro Regio che ha intonato il tema d’amore de “Il Padrino” in omaggio a Marlon Brando al ritmo sostenuto, ma non frenetico, dello svolgersi dell’azione.
Tutto è cominciato fuori dal teatro, in una piazza Castello piena di curiosi: il boato più grande, che si è ripetuto anche dentro il Regio, è stato per Sharon Stone, che ha illuminato al suo arrivo sia per lo sgargiante abito rosso (con uno strascico dello stesso colore) sia - forse soprattutto - per il suo trascinante sorriso. Avrebbe dovuto essere lei l’ultima a entrare (invece è stata Rosario Dawson, bloccata dal traffico) ma il centro della scena era tutto per la protagonista di “Basic Instinct”, che domenica presenterà “Pronti a morire” alle 14 al cinema Romano.
La “sfida” degli applausi l’ha vinta Sharon, che ci ha tenuto a ricordare il suo impegno per le cause sociali, ma anche Giancarlo Giannini è stato travolto dall’affetto del pubblico e dei colleghi: Howard e Stone sono stati i primi ad alzarsi nella standing ovation che è stata riservata al protagonista di “Pasqualino Settebellezze” (lo presenterà oggi alle 18 al Romano). Anche Matthew Broderick (atteso domani alle 19,30 al Massimo alla proiezione de “Il Boss e la matricola”, in cui divise lo schermo con Marlon Brando) ha ricevuto molti applausi, ma quando è stata salutata sua moglie, la Sarah Jessica Parker di “Sex and the City”, è scattata la vera ovazione. E poi Rosario Dawson, ultima ad arrivare ma felicissima di essere a Torino con la famiglia: domani alle 23 sarà al Romano per presentare il suo esordio, appena quindicenne, in “Kids”.
Ron Howard, che stamattina ha visitato il Museo del cinema («È straordinario, tutti dovrebbero visitarlo»), ha accolto con grande ironia lo scherzo avviato da Broderick e proseguito divertite da Dawson e Stone: nessuno di loro finora ha mai lavorato con il regista premio Oscar per “A beautiful mind”, tutti glielo hanno fatto gentilmente notare: «Stasera - ha scherzato l’ex-Richie Cunningham di “Happy Days” - mi è venuta l’idea per un film corale, ho già in mente gli attori a cui chiedere di partecipare...». Il rischio, con tutti questi nomi da elencare, è di non trovare lo spazio per i film, che dovrebbero essere al centro dell’attenzione: dopo un paio di annate in cui incomprensibilmente si era scelto di non avere un film di apertura, la scelta di “Eden” ha decisamente convinto anche il pubblico cinefilo.
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