Emmy Awards 2024, tutti i vincitori, da Shogun a The Bear

2 giorni ago
Shogun

Stanotte a Los Angeles sono stati assegnati i 76esimi Emmy Awards per i programmi di “prima serata”, definizione ormai senza senso nell'era dello streaming ma rimasta in vigore in assenza di idee migliori. Hanno gareggiato titoli arrivati in Tv e sui device nel periodo intercorso tra il primo giugno 2023 e il 31 maggio 2024, ragion per cui The Bear era per esempio in gara con la seconda stagione e non con la terza.

In una nottata condotta per la prima volta e brillantemente da un coppia padre-figlio, Eugene e Dan Levy, non sono mancate la battute autoironiche sulla cerimonia stessa, da «gli Emmy sono la notte in cui i network televisivi premiano le star del cinema nelle serie streaming» a una stoccata sulla tardiva scoperta di Reservation Dogs con una manciata di nomination a serie ormai conclusa, fino a: «Sappiamo che vi aspettate una battuta sul fatto che The Bear gareggi tra le comedy, ma nel totale rispetto dello spirito di The Bear non faremo battute».

Bella l'idea di mettere molti presentatori dei premi all'interno di set che richiamassero le serie a cui hanno partecipato, con alcune toccanti reunion, su tutte quella tra Ron Howard e Henry Winkler in una scenografia di Happy Days. Emozionante anche il raduno del cast di West Wing, che non ha mancato di invitare il pubblico ad andare a votare, così come ha fatto pure l'attrice Liza Colón-Zayas di The Bear. Immancabili poi le riflessioni sulla rappresentazione delle minoranze, con un discorso di John Leguizamo sui latinos e uno sui gay in occasione del premio alla carriera a Greg Berlanti. E parlando dei discorsi per i premi ricevuti non è mancato lo stacco musicale a chiudere anticipatamente quello di John Oliver, giunto ormai alla nona vittoria consecutiva con il suo Last Week Tonight with John Oliver. Il comico inglese stava raccontando un aneddoto sul proprio cane e l'ha concluso sulla musica gelando il pubblico con una micidiale freddura.

Venendo alle serie premiate nella serata, era già chiaro dai Creative Emmy, i riconoscimenti tecnici assegnati lo scorso 14 agosto, che sarebbe stata la notte di FX. Il canale adulto della Disney con Shogun e The Bear aveva già vinto molti premi, tra i quali quelli per i migliori attori guest: Jon Bernthal, Jamie Lee Curtis e Néstor Carbonell (l'altro, quello alla miglior attrice guest di una comedy, era andato a Michaela Coel per Mr. & Mrs. Smith).

Le due serie FX, anche nella serata più prestigiosa, si sono fatte valere guadagnando in tutto otto premi, ma The Bear, incensata per regia (quella del magnifico episodio con la cena in famiglia) e vari attori tra cui il protagonista Jeremy Allen White, non è stata la miglior comedy. Il riconoscimento è stato assegnato invece alla serie Max Hacks (in Italia su Netflix) con Jean Smart, una prediletta degli Emmy, premio che ormai ha vinto ben sei volte, tre delle quali proprio con Hacks. 

Secondo posto tra i network per Netflix, dominatrice della categoria miniserie con i quattro premi a Baby Reindeer (scrittura, attori protagonisti e miglior miniserie) e la miglior regia a Steven Zaillian per la sontuosa e sottovalutata Ripley. Netflix ha ottenuto anche un riconoscimento per la miglior attrice drammatica non protagonista grazie a Elizabeth Debicki nei panni di Lady Diana in The Crown.

Nella sezione miniserie hanno vinto gli altri premi di nuovo FX, con la quinta stagione di Fargo, e HBO con True Detective: Night Country (entrambe in Italia su Sky e Now). La prima per il miglior attore non protagonista, Lamorne Morris nei panni dello State Trooper, e la seconda per la miglior attrice protagonista a Jodie Foster. Quest'ultimo premio, insieme a quelli vinti da Hacks, posiziona Warner al terzo posto della serata con 4 vittorie.

Nella categoria delle serie drammatiche ha infine ottenuto due riconoscimenti Apple TV+, con Billy Crudup miglior attore non protagonista in The Morning Show e con lo sceneggiatore inglese Will Smith per la scrittura di Slow Horses. Tutto il resto invece è andato a Shogun vincitrice per gli attori protagonisti Hiroyuki Sanada e Anna Sawai; miglior regia a Frederick E. O. Toye con il toccante penultimo episodio, dedicato a Lady Mariko; miglior serie drammatica. Il premio più prestigioso della nottata è andato così, per la prima volta, a una serie in larghissima parte recitata in giapponese, che con i suoi diciotto premi complessivi - tra gli Emmy Creative e quelli di questa serata - infrange il precedente record della miniserie John Adams (13 premi) ed entra nella storia della Tv con 18 riconoscimenti.

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