Sinner perde da Alcaraz, crampi e benzina finita: «Ma certo che ...

8 Giu 2024
Sinner Alcaraz

diGaia Piccardi, inviata a Parigi

Jannik consola gli altri: «Non possiamo sempre giocare la partita perfetta, una volta si vince, un’altra si perde. E quando si perde, l’obiettivo diventa trovare il modo di batterlo la prossima volta»

PARIGI Alla fine, con gli occhi rossi di sole e fatica e i ricci bagnati sulla fronte, è lui che tira su noi: «Ho ancora la partita dentro la testa ma sono una persona felice: come potrei non esserlo?». Issate il bandierone a mezz’asta, disfattisti: la versione di Jannik Sinner che esce con i calzini inzaccherati di rosso da buttare dalla psicanalisi allo specchio con Carlos Alcaraz convalida la sensazione di una piena ripresa dell’anca ferita, del passo avanti sulla terra, di un neo numero 1 (ufficialmente da domani) che guarda all’erba (rodaggio ad Halle dal 17 giugno, poi Wimbledon) con la voglia di prendersi subito la rivincita. «Con Carlos ci conosciamo bene — dice sfumata la finale del Roland Garros —, c’erano tensione e un filo di vento, che la palla sente. Non possiamo sempre giocare la partita perfetta, una volta si vince, un’altra si perde. E quando si perde, l’obiettivo diventa trovare il modo di batterlo la prossima volta».

Sinner parte meglio

A Parigi la spunta Alcaraz, meno funambolico del solito però capace di recuperare i set persi e reagire a un inizio horror. Soprattutto ha più benzina nel quinto, Carlito, quando la spinta propulsiva di Jannik, bravo a gestire i crampi, si esaurisce; ai suoi muscoli manca la fatica di raccordo tra Madrid (l’infortunio in altura) e la rive droite, alla fine la differenza la fanno i dieci giorni al J Medical e non in campo, oltre al record migliore del ragazzo di Murcia, che negli Slam al quinto sta 10-1 (unico ko con Berrettini in Australia nel 2022). «Deve piacerti soffrire» sorride esausto Ercolino in cima alle sue fatiche, e non è che Jannik abbia rifiutato il dolore, anzi, ha gestito le contrazioni a mano e braccio, si è fatto massaggiare entrambe le cosce più volte, si è immerso nella sofferenza finché ha avuto fiato nei polmoni, poi ha alzato bandiera bianca. Ed è inutile rimpiangere lo smash sbagliato in un match di 4h09’ e 292 punti (104 errori non forzati), 147 a 145 per Sinner («Mi era già capitato di perdere facendone più dell’avversario» osserva), partito benissimo (6-2) mentre Alcaraz smarriva le due dimensioni del tennis, profondità e precisione, tradito dal servizio (62% di punti sulla prima) e da un calo fisico nel secondo (3-6), miglior economo di energie nel terzo recuperando un break (6-3), infilato sull’unica palla break concessa nel quarto (4-6), esaurito nel quinto (3-6).

Sinner: «Mi sono migliorato rispetto all'anno scorso»

Come al solito Jannik preferisce guardare il campo largo piuttosto che i dettagli, il bicchiere è mezzo pieno («Sono contento del torneo, ero arrivato con dei dubbi, mi sono migliorato rispetto all’anno scorso e so che posso crescere tanto»), certo la massa immolata all’infortunio e all’influenza andrà ricostruita («Mi prendo due giorni off, poi torno in palestra: l’erba richiederà altri muscoli»), il bilancio della stagione sulla terra, pur senza titoli conquistati, resta positivo («A Montecarlo sappiamo come ho perso, a Madrid ho avuto il problema e mi è mancato il confronto di Roma, dove davvero si capisce chi è favorito per Parigi»). E a chi gli chiede se pensa di aver fatto errori di programmazione, risponde con una nuova metafora culinaria: «Il cuoco che si taglia un dito non è che poi smette di cucinare».

In finale al Roland Garros, domani contro Sasha Zverev che ha transato in contumacia la causa per molestie all’ex fidanzata, ci va Alcaraz collezionista di Slam a 21 anni, bravo a imparare dal passato («I crampi del 2023 per la tensione con Djokovic li ho avuti anche con Sinner: questa volta sono rimasto tranquillo, senza spaventarmi»), pronto a espugnare l’unica superficie delle quattro che gli manca, sontuoso nella stagione straordinaria di Sinner, che fin qui prevede 33 vittorie su 36 partite (due sconfitte con la nemesi Alcaraz, una con Tsitsipas complice il furto arbitrale di Montecarlo) e la conquista della vetta del ranking ai danni di Djokovic ferito. «Il lavoro non smette — promette —, della nuova classifica siamo felici però ho parlato con il team, la mentalità non cambia: ci si impegna per diventare migliori». 

A stretto giro lo aspettano le visite mediche all’Istituto dello Sport di Roma obbligatorie pre-Olimpiade (la divisa dell’Italia non è pronta: gli verrà spedita a casa), la festa del paese a Sesto Pusteria con i genitori, il fratello e i bambini del tennis club e, magari, qualche ora di riposo. La finale del Roland Garros non sa se la vedrà, la delusione è troppo fresca. «Potevo esserci io? Sì. E invece non ci sono. Basta, finisce qua». Oggi è un altro giorno.

8 giugno 2024 ( modifica il 8 giugno 2024 | 08:24)

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