Cos'è successo a Yahya Sinwar: tutte le ipotesi sulla sua sorte, dalla ...

23 Set 2024
Sinwar

diGuido Olimpio

Lo Shin Bet nega la notizia della morte del capo di Hamas mentre l'esercito israeliano non conferma né smentisce. Altri parlano di indagini per verificare

I contatti tra Yahya Sinwar e il «mondo di sopra» si sono rarefatti nelle ultime due settimane. Un silenzio che ha spinto qualche media israeliano a ipotizzare che sia morto sotto le bombe. Molto caute le fonti ufficiali, lo Shin Bet nega mentre l’Idf non conferma né smentisce, altri parlano di indagini per verificare. E dunque resta un sussurro, un’informazione magari parte della guerra psicologica attuata nei confronti di Hamas insieme a quella reale. La storia di un duello ripartito dopo l’assalto del 7 ottobre.

Ottobre 
Gli israeliani creano l’unità speciale interforze Nili incaricata di scovare ed eliminare i capi nemici. Ha carta bianca, può usare ogni mezzo, dal veleno al missile, dispone di fondi per corrompere in un «mercato» dove c’è sempre qualcuno pronto a vendere. Sul leader c’è una taglia di 400 mila dollari, 300 mila sul fratello Mohammed, figura chiave delle Brigate al Qassam. L’intelligence è consapevole che sarà una missione difficile, l’avversario si è preparato da tempo, anche mentalmente dopo anni di galera.

Novembre 
Una donna ostaggio racconta, dopo la liberazione, di aver visto Sinwar in un tunnel, era venuto per verificare le condizioni dei prigionieri. Il vero ed unico avvistamento di un testimone diretto (sempre che non ve ne siano stati altri non rivelati). Un’apparizione prima che l’esercito investa i quartieri con tank e bulldozer.

Dicembre 
Gli israeliani conducono un paio di operazioni a Khan Younis, sono interventi innescati da segnalazioni ritenute precise. Gli informatori hanno suggerito che il palestinese ha lasciato da tempo la zona centrale per nascondere dove è nato. I rastrellamenti, però, non danno esito mentre il Wall Street Journal scrive che il Mossad è stato autorizzato a colpire i bersagli anche all’estero.

Gennaio
Gli Usa, che insieme agli inglesi hanno schierato droni e aerei da ricognizione, mettono a disposizione una task force per raccogliere dati sugli ostaggi e sugli ufficiali più importanti. Mossa tecnica dal significato politico: la Casa Bianca spera (o finge di sperarlo) che Netanyahu rallenti gli attacchi riducendo così le vittime tra i civili. Un bagno di sangue.

Febbraio
L’Idf diffonde un video, risale al 10 ottobre. Mostra Sinwar, la moglie e i figli in una galleria. Con loro Mohammed. Poi un secondo con il presunto «covo», ancora sottoterra, arredato, tra pacchi di denaro e soldi. Sono «pezzi» della storia, tracce tuttavia fredde come lo saranno altre. «Ha sempre il vantaggio di un mese» ammetteranno gli americani. Qualche settimana dopo girano notizie su una presunta malattia di Yahya. E subito dopo tornano le voci – messe in giro forse ad arte – di una fuga all’estero, magari per curarsi. Sono graffi che non scalfiscono l’immagine tra i seguaci. In realtà continua a governare da un centro di comando/controllo (la «stanza 6»), detta le istruzioni ai dirigenti della diaspora. Saranno loro a dover fare da portavoce nei contatti diplomatici, un ruolo pubblico che non li mette al riparo dalla ritorsione dello Stato ebraico. Ecco l’eliminazione il 2 gennaio a Beirut di Saleh al Arouri.

Marzo 
I quadri di Hamas e Jihad sono falciati a decine, muore il numero due delle Brigate al Qassam, Marwan Issa. Intanto i genieri dell’esercito le provano tutte per mettere fuori uso i tunnel, lanciano il piano Atlantis, ossia l’allagamento con acqua di mare. Si scoprirà in seguito che neppure questa contromisura ha funzionato.

Maggio 
Gli 007 precisano: il latitante è sempre a Khan Younis e non a Rafah. Gli americani fanno sapere con indiscrezioni di aver offerto a Tel Aviv nuovo aiuto a patto che rinunci ad un’offensiva massiccia sul settore sud.

Giugno/Luglio
Per i giornali arabi solo due-tre persone sanno dove si nasconde Sinwar, sostengono che userebbe i messaggeri ai quali affida i pizzini e in qualche occasione impiegherebbe una linea telefonica protetta, una rete rielaborata su un network del 2009. Sono regole di sopravvivenza scontate, sarebbe strano il contrario. Forse indossa i guanti per non «lasciare» il Dna sui foglietti.

Agosto 
Gli spostamenti del leader – dicono - si sarebbero ridotti in quanto il martello israeliano lo ha sfiorato. In poche settimane sono stati fatti fuori personaggi importanti, compreso Rafah Salamah e Ruhi Mushtaha, luogotenente che ha condiviso con Yahya la detenzione nello stato ebraico ed è tornato libero nel 2011 in cambio del soldato Shalit. Incerta la sorte di Mohammed Deif, dato per liquidato in uno strike mentre Hamas nega. Durante i negoziati sulla tregua spunta una tesi: Sinwar ha chiesto garanzie, tra le condizioni c’è quella di non essere eliminato. Un ex alto ufficiale dello Shin Bet, però, ha offerto una diversa interpretazione: il leader resterebbe solo 24-36 ore in una galleria in quanto i moderni sistemi di rilevamento potrebbero individuarlo. E il giornalista Yossi Melman, grande specialista, scrive che in almeno cinque occasioni l’Idf ha avuto dritte precise sul nascondiglio ma non sono riusciti a chiudere la morsa.

Settembre
Il 3 gli Usa incriminano Sinwar e altri 4 dirigenti, azione simbolica. Attorno al 12 settembre mediatori sostengono di avere difficoltà nel «parlare» con Sinwar, immerso nei tunnel. Ma il 16 riemerge con un messaggio agli Houthi dove si congratula per un attacco missilistico contro Israele. Poi il nuovo l’allentamento dei collegamenti verso l’esterno. Con due scenari. Il primo porta a pensare ad una sua uccisione, però al momento priva di conferme

Il secondo è legato alle regole di sopravvivenza. Dopo il doppio colpo del Mossad contro l’Hezbollah, si è isolato ancora di più, limitando i contatti. Gli esperti ribadiscono che è meno arrogante di altri capi, ha studiato bene israeliani sul piano tattico e «mentale». Super diffidente di tutto e di tutti. È consapevole che i «cacciatori» possono arrivare a lui seguendo le «orme» di qualche stretto collaboratore; dunque, resta in guardia.

23 settembre 2024 ( modifica il 23 settembre 2024 | 10:01)

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