Ucciso Sinwar, l'annuncio dei media israeliani | ISPI
I media di Israele hanno diffuso la notizia nel pomeriggio: Yahya Sinwar, capo di Hamas nella Striscia di Gaza ed eminenza grigia dell’attacco del 7 ottobre 2023 contro Israele, è stato ucciso in un’operazione militare nell’enclave palestinese. Un alto funzionario israeliano ha dichiarato che, secondo la valutazione attuale delle autorità di sicurezza, “è molto probabile che il leader di Hamas, Yahya Sinwar, sia stato ucciso dalle forze di difesa israeliane (Idf)”. Secondo l’emittente Channel 13, l’uccisione di Sinwar sarebbe avvenuta nella zona di Tal Al-Sultan, a Rafah. “Nell’edificio in cui sono stati eliminati i terroristi – riferisce l’intelligence dello Stato ebraico – non c’erano segni della presenza di ostaggi. Le forze che stanno operando nella zona e continuano a operare con la dovuta cautela”. Secondo le prime ricostruzioni fornite dai media israeliani, l’uccisione di Sinwar sarebbe avvenuta per caso, ieri, quando soldati dell’Idf hanno avvistato diversi combattenti che entravano in un edificio e hanno ordinato l’attacco. Quando hanno ispezionato le macerie, i militari avrebbero notato che uno dei corpi somigliava molto a quello della primula rossa del gruppo armato palestinese. Il cadavere è stato trasportato in Israele per verificarne l’identità tramite test del Dna, confrontandolo con campioni risalenti al periodo della sua detenzione.
Chi è Yahya Sinwar?Nato nel 1962 a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, Yahya Sinwar ha trascorso oltre 20 anni nelle carceri israeliane, fino al suo rilascio nel 2011. Arrestato nel 1989 e condannato a 4 ergastoli per il rapimento e l’uccisione di militari israeliani e presunti collaborazionisti palestinesi, il futuro capo di Hamas era stato rilasciato nell’ambito di uno scambio di prigionieri in cambio della liberazione del soldato israeliano Gilad Shalit. Quando era in carcere, Sinwar ha imparato l’ebraico e si è affermato come una figura di spicco e leader radicale tra i prigionieri. Era noto proprio per essere un conoscitore e osservatore attento della realtà politica israeliana. Fondatore dell’ala militare di Hamas, le Brigate Ezzedine al-Qassam, era considerato la mente dell’attacco del 7 ottobre 2023, di cui l’organizzatore materiale era Mohammed Deif. Dopo il suo ritorno a Gaza, ha consolidato il suo potere all’interno del gruppo di cui è diventato leader nel 2017, collaborando con Ismail Haniyeh per rafforzare l’alleanza con l’Iran e migliorare le capacità militari.
Una vittoria per Israele?Se confermata, la notizia della morte del leader di Hamas rappresenterebbe una grande vittoria per Israele, consentendo al primo ministro Benjamin Netanyahu di sostenere che la sua operazione militare è stata ‘un successo’ nell’eliminare i principali leader di Hamas e coloro che hanno pianificato il peggior attacco mai messo a segno contro lo Stato ebraico dalla sua creazione, in cui quasi 1200 persone furono uccise e 251 prese in ostaggio. Di questi prigionieri, tra cui anziani, donne e bambini, 93 sono ancora trattenuti a Gaza, ma nessuno sa se siano vivi o morti. Al momento non è chiaro se l’uccisone di Sinwar complichi la strategia per il loro rilascio, insieme al raggiungimento di un cessate il fuoco nella Striscia che affronta una catastrofe umanitaria senza precedenti. Il nome di Sinwar si aggiungerebbe quindi all’elenco dei numerosi leader di Hamas uccisi da Israele. Tra loro l’ex capo politico Ismail Haniyeh, in un attacco di fine luglio a Teheran mai rivendicato ufficialmente. Anche Mohammed Deif, comandante in capo dell’ala militare del movimento, è stato ucciso a luglio. Israele ha inoltre decimato la struttura di comando del gruppo militante libanese Hezbollah, uccidendone gli alti quadri e lo stesso carismatico leader, Hassan Nasrallah, il mese scorso.
Cosa cambia ora?L’uccisione di Sinwar potrebbe avere conseguenze significative sul conflitto. Se da un lato c’è chi ipotizza che la sua morte, preceduta da quella i molti altri comandanti di alto rango, potrebbe determinare un crollo di qualsiasi resistenza residua di Hamas a Gaza, dall’altra c’è chi invita alla cautela, osservando che non è detto che la sola morte del leader del gruppo porti automaticamente alla de-escalation. Dopo la morte di Haniyeh a luglio, Sinwar era diventato l’unico interlocutore per qualsiasi trattativa sul rilascio degli ostaggi. La sua eliminazione, secondo Dannis Ross, ex inviato degli Stati Uniti in Medio Oriente, apre nuovi spiragli per riportali a casa: “Sinwar trattava il suo stesso popolo, i palestinesi di Gaza, come se fossero tutti pronti a diventare martiri, solo che non glielo aveva mai chiesto” ha dichiarato – ma ora che i leader di Hamas a Gaza non ci sono più, Israele dovrebbe dire che porrà fine alla guerra, a condizione che gli ostaggi vengano rilasciati”.
Il commento
Di Francesco Petronella, ISPI
“L’eliminazione di Sinwar, dopo quelle di Haniyeh e Nasrallah, era attesa. Ora l’attenzione va sugli ostaggi israeliani, che con la sua morte si trovano sul filo del rasoio. Potrebbero essere uccisi per semplice vendetta, ed è per questo che le loro famiglie chiedono al governo Netanyahu di sfruttare l’occasione per garantire un accordo immediato. Il premier israeliano trarrà sicuramente beneficio a livello di politica interna da quanto accaduto, ma questo gli basterà per sedersi al tavolo delle trattative?