Juve-Skriniar, film già visto: quegli ex Inter-Milan a Torino, da ...
Giuntoli studia l'arrivo dell'ex difensore nerazzurro, ora al Psg. La Signora ha rispolverato diversi campioni dal passato milanese
Giovanni Albanese
12 ottobre - 09:16 - TORINO
L’idea Skriniar alla Juve riprende in mano un progetto che stava prendendo forma la scorsa estate. L’ex difensore dell’Inter, ora al Psg, sarebbe diventato il primo obiettivo di Giuntoli nel caso in cui Bremer avesse manifestato la volontà di andar via da Torino per dare seguito a una serie di offerte pervenute dalla Premier League. Il brasiliano ha poi deciso di restare, con tanto di rinnovo: l’infortunio, però, riapre adesso le riflessioni e ripropone quella traccia, anche se i bianconeri potrebbero accedere al fronte di mercato solo nel caso di disponibilità su un trasferimento in prestito. La Juve darebbe così una seconda vita a un ex top dell’Inter, sulla scia di quanto sta facendo con Kalulu: scaricato dal Milan e tra i migliori della formazione di Thiago Motta fino a questo momento. Non è la prima volta che ci si ritrova di fronte a uno scenario del genere: la storia è piena di casi come questo, da Pirlo a Davids a Boninsegna, che a Torino ha vissuto una seconda vita calcistica piuttosto fortunata. Ed è valso per i calciatori quanto per gli allenatori: Max Allegri il caso recente e probabilmente anche più significativo.
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L’ultimo vero campione rispolverato a Torino dopo tanti anni di gloria al Milan è stato Pirlo. Dal versante rossonero lo davano al tramonto di una carriera straordinaria, ma il centrocampista ha poi trovato in bianconero le condizioni ideali per vincere ancora: quattro scudetti, una Coppa Italia, due Supercoppa e una finale di Champions League che non era neanche tra gli auspici iniziali. Pirlo in quel momento aveva ricalcato un po’ il percorso fatto da Davids, protagonista di una seconda vita brillante sotto la Mole dopo aver trovato poca fortuna sulla sponda rossonera di Milano. Anche Leonardo Bonucci, come Pirlo e Davids, è fra i giocatori di alto livello dell’era moderna che hanno indossato le maglie delle tre grandi squadre d’Italia: prima succedeva più spesso, ora meno. Il difensore è stato protagonista della gloriosa BBC juventina, dopo esser cresciuto nel settore giovanile dell’Inter e aver vissuto una stagione da capitano al Milan: ha chiuso la carriera in Italia con la fascia della Juve e ovviamente di riferimento. Proprio com’era stato - di riferimento, alla Juve - Fabio Cannavaro per un biennio fino all’estate 2006, dopo non aver lasciato il segno fra il 2002 e il 2004 all’Inter.
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Tra la fine degli anni Settanta e gli anni Ottanta, Aldo Serena è riuscito a farsi apprezzare con tutte le maglie delle squadre milanesi e quelle del capoluogo piemontese: nella cronologia Inter, Torino, Juventus e Milan. Nulla che possa ricordare il trasferimento di una bandiera nerazzurra come lo era diventato in sette anni Roberto Boninsegna, che accettò con poco entusiasmo di trasferirsi alla Juventus nell’ambito dello scambio con Pietro Anastasi (anche lui poco felice): probabilmente l’operazione di mercato più discussa degli anni Settanta, in un calcio che si basava su altri valori e legami. Boninsegna ha poi lasciato il segno a Torino contribuendo alla vittoria di due campionati, una Coppa Italia e soprattutto la Coppa Uefa della stagione 1976-77, che è stato il primo trofeo internazionale del club bianconero. La storia è piena di giocatori che hanno vissuto il passaggio dalle squadre milanesi alla Juve, ma non tutti hanno lasciato il segno o comunque stravolto il loro percorso. Basti pensare a Giuseppe Meazza, al quale è intitolato San Siro: simbolo dell’Inter, ma per una stagione alla Juventus (1942-43) dopo aver provato l’ebrezza di vivere sull’altra sponda di Milano.