Sleepers e tutti i film che Brad Pitt ha "odiato" fare
Sleepers è il film che va in onda questa sera alle 20.59 su Iris. Diretto da Barry Levinson la pellicola - sorretta da un cast eccezionale che include Robert De Niro e Vittorio De Sica - è in realtà tratta dal romanzo omonimo di Lorenzo Carcaterra, che viene venduto come un romanzo autobiografico. Un'etichetta, quest'ultima, che ha aperto una controversia. Sebbene la storia di Sleepers sia presentata al pubblico come una storia vera, non ci sono prove a sostegno di questa teoria.
Sleepers, la tramaÈ l'estate del 1967 e a Hell's Kitchen, quartiere povero della città di New York, quattro ragazzi cercano di sopravvivere ai problemi delle loro famiglie, alle crisi che devono affrontare, alle urla che sono stanche di ascoltare. Lorenzo (Joseph Perrino), Michael (Brad Renfro), John (Geoffrey Wigdor) e Tommy (Jonathan Tucker) sono quattro amici indivisibili che, un giorno, più per noia che per effettiva necessità, decidono di rubare un carretto che vende hot dog. Il furto, però, si tramuta ben presto in un crimine più efferato e i quattro vengono condotti in riformatorio con l'accusa di omicidio. Qui gli adolescenti vengono affidati all'ufficiale Sean Nokes (Kevin Bacon) che, insieme a dei suoi colleghi, diventerà l'incubo dei protagonisti. Pestaggi e violenze sessuali diventano l'ordine del giorno per i ragazzi che non vedono l'ora di uscire dal riformatorio e dimenticare tutto. Molti anni dopo John (Ron Eldard) e Tommy (Billy Crudup), diventati dei veri criminali, incontrano Sean Nokes in un ristorante e decidono di vendicarsi per quello che hanno dovuto subire da ragazzini. La loro azione violenta, però, li conduce in carcere prima e in tribunale poi, dove devono difendersi dall'accusa di omicidio, perpetrata dall'amico Michael (Brad Pitt). Lorenzo (Jason Patrick), che nel frattempo è diventato un giornalista, cercherà di fare di tutto per salvare tutti i suoi vecchi migliori amici, anche grazie all'aiuto di padre Bobby Carillo (Robert De Niro).
Perché Brad Pitt ha "odiato lavorare" in Sleepers?Oggi Brad Pitt è considerato a mani basse uno dei migliori attori di Hollywood: nonostante la sua bellezza continui a renderlo un sex symbol con il rischio di offuscare il suo talento, l'attore ha dimostrato di essere in grado di lavorare con grandi registi e di portare sullo schermo ruoli che non si esauriscono con la visione del film, ma che sono in grado di rimanere a galleggiare nella coscienza dello spettatore. Il caso più recente, ad esempio, è il ruolo struggente che ha interpretato in Babylon e che gli avrebbe dovuto assicurare almeno una nomination ai premi Oscar della scorsa stagione cinematografica. Ma nel 1996, quando è uscito Sleepers, Brad Pitt stava ancora costruendo la sua carriera, stava ancora capendo chi era e chi voleva essere nel mondo dorato di Hollywood. Una confusione che, stando a quanto riporta il sito dell'Internet Movie Data Base, l'ha spinto a vivere male il suo tempo sul set. È lo stesso Pitt a raccontarlo quando asserisce: "d'improvviso la mia carriera stava esplodendo e io avevo moltissime persone che mi sussurravano all'orecchio ciò che avrei dovuto fare e ciò che non avrei dovuto fare" Questa confusione, questo vociare dei grilli parlanti che gli si muovevano intorno, ha fatto sì che Brad Pitt sentisse di non starsi impegnando troppo per il suo personaggio, di non avergli reso giustizia. Questo ha fatto sì che il ruolo di Michael fosse uno di quelli che non ricorda con piacere.
Le altre interpretazioni che hanno lasciato Brad Pitt insoddisfattoL'ombra del diavoloUscito nel 1997 L'ombra del diavolo è un film che Brad Pitt ha realizzato soprattutto perché voleva recitare al fianco di un attore del calibro di Harrison Ford, che era ormai da anni uno dei volti più famosi e amati di Hollywood, grazie alle interpretazioni nelle saghe di Star Wars d Indiana Jones. Il lavoro, però, non fu affatto idilliaco come l'attore aveva immaginato accettando il ruolo. Come si legge su Fandom Wire, infatti, Brad Pitt si trovò invischiato in un progetto che non gli piaceva. L'attore ha detto: "All'inizio avevamo un'ottima sceneggiatura, ma è stata scartata per vari motivi. Così ci siamo trovati a dover inventare qualcosa per andare avanti. Dio, che pressione. È stata la cosa più irresponsabile, se così si può dire, che abbia mai visto."
In mezzo scorre il fiumeUscito nel 1992 e diretto da Robert Redford In mezzo scorre il fiume è il lungometraggio tratto dall'omonimo romanzo di Norman MacLean, ambientato tra il 1910 e i primi anni Venti e incentrato sul rapporto tra due fratelli: Norman (Craig Sheffer) e Paul (Brad Pitt). I due vengono cresciuti da un padre severo, che crede in poche cose, tra cui Dio e la pesca. La macchina da presa insiste però soprattutto sulla differenza tra i due fratelli, sul loro modo opposto di vivere la vita. Nonostante il film sia stato accolto con favore da parte della critica, Brad Pitt, stando a quanto si legge sul Far Out Magazine, rimase insoddisfatto della sua interpretazione: "Era un'interpretazione debole. Era brutta, tutto qui."
Intervista col vampiroForse uno dei casi più conosciuti dell'odio di Brad Pitt per i ruoli interpretati nel corso della sua carriera è quello legato a Intervista col vampiro. Tratto dallo splendido romanzo omonimo di Anne Rice, Intervista col vampiro vede Brad Pitt indossare i panni di Louis, un uomo che accetta di essere trasformato in vampiro da Lestat (Tom Cruise) e passerà tutta la sua vita immortale a cercare un equilibrio tra bene e male, tra coscienza e sete di sangue, mentre attraversa i cambiamenti del tempo intorno a lui. Brad Pitt odiò il ruolo per la preparazione estetica che richiedeva: il make-up, l'utilizzo delle lenti a contatto, ma anche perché il film venne girato nell'oscurità, un'oscurità tale da renderlo infelice. Ecco come l'attore ha raccontato l'esperienza in un'intervista con Enterainment Weekly: "Ero infelice. Sei mesi nella fottu*a oscurità! [...] Siamo andati a Londra e Londra era dannatamente oscura. Londra era morta d'inverno. Stavamo girato a Pinewood, che era una vecchia istituzione e non c'erano finestre lì. Non è stato restaurato per decenni. Parti per andare a lavoro ed è buio, poi entri in questo calderone, questo mausoleo, poi esci ed è ancora buio. Un giorno tutto questo mi ha distrutto. Era come: 'ehi, la vita è troppo breve per quasto stile di vita'. Così ho chiamato David Geffen, che era un buon amico. Era un produttore ed era appena venuto a fare una visita. Gli ho detto: 'David, non posso più farlo. Non posso andare avanti. Quando mi costerebbe uscirne?' E lui mi rispose, con molta calma, 'Quaranta milioni di dollari'. E io ho gli ho detto 'Okay, grazie'. In realtà quella risposta mi ha tolto molta ansia. Pensavo: 'Devo fare l'uomo e affrontare tutto questo. Ed è proprio quello che intendo fare.'"