"Wall Street Journal": due spie russe arrestate in Slovenia nel 2022 ...

19 giorni ago
Slovenia

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Una coppia di spie russe arrestate in Slovenia nel 2022 avrebbe utilizzato il Paese come “base” per viaggiare in diverse nazioni europee, tra cui anche Italia e Croazia, per “pagare e comunicare con le proprie fonti e trasmettere ordini da Mosca”. Lo scrive il “Wall Street Journal”, a cui diverse fonti hanno confermato che i due sono stati accusati di spionaggio e che un processo “segreto” dovrebbe concludersi nelle prossime settimane. La coppia è arrivata in Slovenia con passaporti argentini e con i falsi nomi di Maria Rosa Mayer Munos e Ludwig Gisch, e viveva a Lubiana: la donna gestiva una galleria d’arte online, mentre il marito gestiva una startup attiva nel settore dell’information technology. In base ai documenti ottenuti dal quotidiano statunitense, il vero nome di Gisch sarebbe Artem Viktorovich Dultsev, nato nella repubblica autonoma russa del Bashkortostan e ufficiale del Servizio di intelligence estero della Russia (Svr). Anche la moglie, il cui vero nome sarebbe Anna Valerevna Dultseva, sarebbe una ufficiale del Svr, di grado ancora più elevato rispetto al marito.

Dopo il loro arresto, nel dicembre del 2022, gli agenti dei servizi di sicurezza sloveni hanno trovato “hardware” che i due avrebbero utilizzato per comunicare con Mosca, che secondo le fonti sarebbero stati “criptati a tal punto da non consentire l’accesso nemmeno ai tecnici sloveni e statunitensi”. A seguito del blitz, gli agenti avrebbero trovato uno scompartimento segreto dietro al frigorifero della cucina, contenente centinaia di migliaia di euro. Alcuni funzionari anonimi hanno detto al “Wall Street Journal” che i due avrebbero anche “addestrato” i loro due figli, consapevoli del fatto che avrebbero potuto essere catturati. Altre fonti hanno detto al quotidiano che, successivamente all’arresto, altre due presunte spie russe (una donna e un uomo, rispettivamente con passaporto greco e brasiliano) si sarebbero affrettate a lasciare Atene e Rio de Janeiro. I due, con i falsi nomi di Maria Tsalla e Ludwig Campos Wittich, sarebbero stati richiamati da Mosca dopo l’arresto in Slovenia, per “timore del possibile collasso della rete di spie”.

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