Sophia Loren: «Il tempo della mia vita, volato via: quando sogno ...

15 Ago 2024
Sofia Loren

diMaurizio Porro

Intervista a Sophia Loren: «Pazzesco pensare che mia madre abbia accettato di lasciarmi da sola a Roma così piccola, ma gliene sono ancora grata. Carlo Ponti mi ha dato quello che cercavo da sempre, amore e una bellissima famiglia»

Il tempo vola, dice Woody Allen, e non sempre in prima classe. Vola per tutti ma per gli attori si moltiplica nelle continue occasioni di cambiare personalità, abiti, epoche, cieli azzurri e tempestosi, schiaffi e sorrisi, dimesse vestaglie o abiti di gran sera, sontuosi: per loro spazio e tempo non esistono, mutano di continuo, loro, gli attori, giocano, si travestono e ti catapultano nell’infinito nuotando nell’immaginazione dello spettatore che deve voler credere. Ma intanto l’orologio segue il suo percorso di tic toc che non fa sconti: proprio il citato Woody il prossimo anno compirà i 90 anni, traguardo ambito dagli umoristi a denominazione d’origine come Groucho Marx, il suo maestro (se ne è andato 87enne) e Neil Simon (scomparso 91enne). Mel Brooks, aiutato da Frankenstein jr., resiste: ne ha compiuti 98.
Quest’anno la diva per eccellenza, ma anche anti diva per scelta ed elezione, Sofia Loren ne compie 90, il 22 settembre e la Regione Campania non si farà trovare impreparata. Ma non sarà sola tra le star: due giorni dopo, il 22, la raggiunge Ornella Vanoni che ha dichiarato di aver speso una vita intera per riuscire ad essere davvero e soltanto se stessa, artista e donna senza fine, mentre il 28 sarà la volta di Brigitte Bardot, la bomba bionda B.B. che da molto tempo ha deciso di preferire l’umanità degli animali alla bestialità degli uomini. Sarà una giornata particolare? chiediamo all’attrice, a parte le torte istituzionali.
«La mia famiglia sta tenendo segreti i festeggiamenti perché vuole sorprendermi, ma sono sicura che ci saranno tanto amore, risate, musica e ottimo cibo».
Un incastro di ricette perfette per una donna che spesso ha rivelato di restare a volte sola nella sua bella casa di Ginevra, mentre il fax le si riempie di inviti in gran parte disattesi, ma senza soffrire di solitudine. Il suo è stato un lungo viaggio che dalla guerra, che poi ha rivissuto al cinema, l’ha portata alla pace, da Pozzuoli fino a Los Angeles con molte tappe e infiniti detour. Ma il tempo non si perde mai del tutto, resta impresso nei film, patrimonio della memoria dell’umanità. Tanto che ogni volta che recita, Sofia ha raccontato di portar via dal set qualcosa, un abito o un oggetto di scena: «Poi spargo i ricordi qua e là nelle case» ha detto «e magari spariscono, ma quando ho voglia di ritrovarli magicamente saltano fuori».
Miracoli del tempo. La memoria è la sua migliore amica, ma deve fare salti in lungo e in largo, dall’Aida che a 19 anni cantava doppiata dalla voce verdiana di Renata Tebaldi, a Dulcinea che divise il suo destino con quello di Cervantes, dalla Cesira di Moravia, nata in Ciociarìa, a quella lavandaia “sans gene” che frequentò nel movimentato 1792 il giovane Napoleone; fino all’Antonietta che nel capolavoro Una giornata particolare di Scola, incontra nel 1938 un coinquilino speciale. Eccetera, eccetera, eccetera. Una domanda: come immaginava il tempo futuro quando era bambina? «Quando cresci povero in un periodo di guerra, tendi ad avere una visione del futuro molto a breve termine. I tuoi pensieri vanno a trovare modi per evitare la fame e sperare che nessuna bomba cada vicino a casa tua o alle case della tua famiglia o dei tuoi amici».

Il tempo peggiore a volte permette anche i sogni.
«In quei rari momenti in cui mi permettevo di sognare, mi intrufolavo nell’unico cinema di Pozzuoli e mi prendevo una pausa dalla mia vita, tuffandomi con tutto il cuore e l’anima nei film di Hollywood che erano riusciti ad attraversare l’Atlantico».
Perché allora, durante la guerra, il regime aveva messo off limits il cinema Usa, il nemico. Ma era proprio lì che sarebbe approdata dopo il successo italiano, a tu per tu, facendosi abbracciare da quell’impero di celluloide di cui eravamo tutti dipendenti: da John Wayne a Marlon Brando, da Frank Sinatra a Cary Grant che prese il ruolo molto sul serio e la invitava a cena a lume di candela, scrivendo scene impreviste dalla sceneggiatura.

Lei iniziò come Sofia Lazzaro coi fotoromanzi allora popolarissimi, accanto al divo canterino Achille Togliani e Antonio Cifariello, poi come ballerina di fila nell’avanspettacolo ricreato da Fellini e Lattuada in Luci del varietà. Quando ha sognato di diventare attrice?
«Non ho mai immaginato di diventare un’attrice, non erano sogni alla mia portata, ma quei film che vedevo mi facevano vivere un tipo di esistenza diversa, una vita di amore e musica, una vita di bellezza e di speranza, una vita che prometteva che forse un giorno, chissà, la mia esistenza sarebbe migliorata. La “luce del proiettore” alla fine del tunnel mi indicava la strada da percorrere in un periodo in cui regnava il caos».

Diventare attrice è un sogno ereditato da sua madre, quindi un riflesso del tempo perduto?
«È vero, fu inizialmente il sogno di mia madre. Era una donna bellissima che vinse una gara nazionale per sosia di Greta Garbo e questo la ispirò ad andare a Roma per vedere se Cinecittà avesse qualche lavoro per lei».

Quindi forse la gara nel nome della Garbo le ha trasmesso nel DNA il sogno di interpretare Anna Karenina, uno dei cavalli di battaglia non solo di Greta ma anche di Vivien Leigh.
«Quello è restato un sogno preso con filosofia, ho avuto tante occasioni belle. Ma quando andammo a Roma io avevo solo 15 anni, mia madre mi tolse da scuola e ci trasferimmo senza un piano chiaro di sopravvivenza. Guadagnavamo qualche soldo come comparse nelle scene di folla delle grandi produzioni di quella che allora si chiamava “Hollywood sul Tevere”. Fino a quel momento quei film erano materiale dei sogni proiettato sullo schermo del nostro cinema a Pozzuoli, ma lì io ero a Cinecittà a contribuire in un modo molto piccolo a quel sogno».

Ma in quel momento il tempo non si è fermato, ha continuato ad andare secondo il destino delle sue fermate non annunciate sugli orari…
«La mia passione per la recitazione crebbe proprio da lì, ma non divenne quella realtà che poi mi cambiò la vita, fino a quando un giorno mia madre annunciò che stavamo tornando a Pozzuoli da mia sorella perché ricominciava la scuola. Sapevo che se fossi tornata nella mia amata città non l’avrei mai più lasciata, così trovai il coraggio e dissi a mia madre, non senza qualche timore, che non sarei tornata a Pozzuoli, che invece sarei rimasta a Roma per provare a fare l’attrice».

Con la saggezza di madre che ha oggi, legata a filo doppio al telefono dei suoi adorati figli, Carlo ed Edoardo, come giudica quella decisione?
«Col senno di poi è pazzesco anche che mia madre avesse accettato di lasciarmi rimanere da sola a Roma, ma lo fece e gliene sono grata ancora».

Quando non è sul set, dove ha passato metà della sua vita, come organizza il suo tempo?
«Mi piace svegliarmi presto la mattina. Dopo il caffè, controllo la mia corrispondenza. Se i miei figli non sono con me, parlo con loro al telefono. Poi faccio un po’ di esercizio leggero, come una passeggiata. Poi pranzo e faccio un pisolino. Quando mi sveglio parlo con i miei amici al telefono o qualcuno passa per un caffè pomeridiano. Ceno leggera, poi guardo il telegiornale. Prima di andare a letto guardo un film o leggo un libro. Trascorro la maggior parte del mio tempo a Ginevra».

E dove le piace viaggiare?
«Mi piace venire a Roma per visitare mia sorella e adoro andare a Los Angeles per trascorrere lì lunghi soggiorni con i miei figli».

Sofia Loren la si immagina spesso impegnata a vestirsi, truccarsi davanti allo specchio, emozionata prima di entrare in scena. Che differenza c’è tra il tempo della realtà e quello della finzione?
«Le rispondo come Hitchcock: il tempo del cinema è come quello reale senza le parti noiose».

Rifaccio la domanda. Come ha conciliato in tutti questi anni la sfida quotidiana tra la vita e la finzione del cinema?
«Le confesso che a volte la finzione è più reale della vita e la vita è spesso più strana della finzione stessa».

Quali storie l’hanno più toccata nel corso del tempo?
«Le storie che mi toccano e per le quali ho lottato sono sempre state quelle che si avvicinavano di più ad una realtà che potevo riconoscere ed arricchire attraverso le mie esperienze personali. Vengo dal neo realismo, le nostre storie nascevano dal popolo per il popolo».

Aver rivissuto la guerra…ma il mondo del set pretende spesso lunghe attese. Come le ha vissute?
«Sempre preoccupandomi per la prossima ripresa, la prossima scena, il prossimo momento in cui devo dare tutto. Mi preoccupo molto. Mio figlio Edoardo, che mi ha diretto in alcuni film, dice che fa parte del mio processo creativo e penso che abbia ragione».

In un bel libro recente, Maggiorate, di Federico Vitella, il suo nome appare, seduto sul titolo, accanto a quelli della Lollobrigida, della Pampanini e della Mangano, le quattro soldatesse della rinascita femminile del nostro cinema dopo il ventennio. Sappiamo che lei ha sempre negato la rivalità con la Lollo, inventata dai giornalisti, sappiamo che ha una storia molto diversa e con lei ha condiviso solo una puntata della saga di Pane e amore, ma quali sono, in un ideale riassunto di una così premiata carriera, con due Oscar, due Leoni e tanti altri riconoscimenti, i momenti più salienti?
«Devo iniziare con l’incontro con Carlo Ponti. Non solo mi ha dato fiducia per proseguire la mia carriera e l’ha costruita insieme a me, ma mi ha anche dato quello che cercavo da sempre: amore incondizionato e una bellissima famiglia».

«SONO CRESCIUTA POVERA E IN TEMPO DI GUERRA, LA MIA VISIONE DEL FUTURO ERA MOLTO A BREVE TERMINE, PENSAVO A COME EVITARE LA FAME»

Però con problemi legali, all’inizio la bigamia, poi la difficoltà nel gestire le gravidanze, tutte ghiottonerie per i giornali patinati. Ma lui era il produttore, poi il marito: e il regista?
«Direi l’incontro con Vittorio De Sica. È stato un grande mentore, mi ha insegnato come canalizzare me stessa attraverso i ruoli, mi ha insegnato come esistere in modo onesto e autentico davanti alla cinepresa: è stato la cosa più vicina alla figura paterna».

Certo, a lui si deve l’Oscar per la Ciociara, ruolo inizialmente pensato per la Magnani e fu lei che la propose per la parte della madre e non della figlia. E fu Cary Grant, una mattina all’alba, a telefonarle a casa, a Roma, la notizia che aveva vinto l’Oscar in cui lei non aveva creduto abbastanza per andare a Los Angeles.
«Terzo, la collaborazione con Marcello Mastroianni, se mi dici il suo nome mi fa venire in mente umorismo, eleganza, amicizia, collaborazione. Un sorriso indimenticabile, un cuore impareggiabile, una persona ineguagliabile».

Nel mio piccolo sono d’accordo, era il bravo taxista della porta accanto, avete girato 14 film, alcuni successi storici, siete stati un marchio d’esportazione del nostro cinema, ma il primo a costituire la coppia con i primi due titoli fu Alessandro Blasetti (Peccato che sia una canaglia, La fortuna di essere donna), anche se con De Sica ci furono i successi internazionali di Ieri, oggi, domani, di cui Altman rifece la scena mitica dello strip con l’ululato di Marcello, e di Matrimonio all’italiana, tratto da Filomena Marturano di Eduardo.
«Sì, è vero, l’amicizia e la collaborazione con Mastroianni hanno definito la mia carriera e la mia vita. Averlo avuto al mio fianco per tutti quegli anni mi ha resa non solo un’attrice, ma anche una persona migliore».

«TUTTO E' COMINCIATO DALL'INCONTRO CON CARLO PONTI, MIO MARITO: MI HA DATO QUELLO CHE CERCAVO DA SEMPRE, AMORE
E UNA BELLISSIMA FAMIGLIA»

Mastroianni raccontò una volta che si sarebbe potuto allestire a Broadway Filomena Marturano con voi due e la regìa di De Sica, ma che lei non se la sentì.
«Mi spiace di non aver mai avuto il coraggio di recitare su un palcoscenico. Mi fu offerto anche il ruolo di Serafina in La rosa tatuata (anche stavolta in rotta di collisione con la Magnani, ndr) di Tennessee Williams, a Broadway. Ma ero troppo nervosa e spaventata per accettare anche se in verità desideravo farlo moltissimo. Avrei dovuto farlo, ma l’ansia ha vinto».

E il cinema di oggi? Come scalarlo per una giovane? Ai suoi tempo c’erano i fotoromanzi e i concorsi di bellezza…
«Non mi piace dare consigli o giudicare. Ogni periodo ha i suoi momenti d’oro e i suoi momenti meno brillanti e nessun periodo dovrebbe essere glorificato rispetto a un altro, specie il passato. Crediamo nell’oggi per costruire un domani migliore».

Cosa pensa prima di addormentarsi? Ha un sogno ricorrente, facciamo un po’ di analisi, mi parli del suo tempo onirico.
«Un sogno, sì, che solo ieri stavo attraversando i cancelli di Cinecittà con mia madre alla ricerca di un qualsiasi lavoro. Ed ora eccomi qui a 90 anni».

Il tempo vola, ha ragione Woody.
«Sì, il tempo è davvero volato, in un batter d’occhio la mia vita è passata dall’essere davanti a me all’essere dietro di me. Così mi addormento ogni notte con lo stesso desiderio: che domani possa godermi il presente e vivere ogni momento al massimo».

Quale ruolo nel tempo per lei non è mai morto?
«Quello di madre e le anticipo che i momenti più belli sono stati due, quando è nato Carlo e poi quando è nato Edoardo». 

CHI È 

LA VITA
Sophia Loren è nata a Roma il 20 settembre 1934, figlia di Romilda Villani, insegnante di pianoforte, e di Riccardo Mario Claudio Scicolone, immobiliarista. E’ cresciuta a Pozzuoli in condizioni economiche difficili.
LA CARRIERA
A 15 anni ha vinto il primo concorso di bellezza: nel 1950 ha partecipato a Miss Italia vicendo la fascia di Miss Eleganza. La sua vita cambiò l’anno successivo quando fu notata dal poduttore Carlo Ponti che le fece un contratto per 7 anni. Uno dei ruoli primi ruoli importanti fu quello di Cleopatra nel film e Due notti con Cleopatra (1953). Ha vinto due premi Oscar.
LA FAMIGLIA
L’attrice nel 1956 ha sposato Carlo Ponti in Messico, dove il produttore aveva chiesto e ottenuto il divorzio dalla prima moglie venendo però accusato di bigamia. Il matrimonio “legale” poi riconosciuto dall’Italia avvenne nel 1956. Hanno avuto due figli, Carlo e Edoardo.

15 agosto 2024 ( modifica il 15 agosto 2024 | 09:48)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Leggi di più
Notizie simili