Inchiesta corruzione, anche Spinelli patteggia tre anni e due mesi

3 giorni ago
Spinelli

Dopo Giovanni Toti e Paolo Emilio Signorini, anche per l’ultimo imputato eccellente si avvicina l’uscita di scena. Fino all’ultimo la trattativa, l’accordo da limare, alla fine gli avvocati di Aldo Spinelli e lo stesso terminalista 84enne hanno detto sì alla proposta di patteggiamento dei pubblici ministeri. Una pena concordata per corruzione  a tre anni e due mesi, con la confisca delle somme di denaro sequestrate, 400mila euro. Come per gli altri, anche per lui l’interdizione temporanea dai pubblici uffici e il divieto di trattare con l’amministrazione pubblica.

Se anche il giudice dell’udienza preliminare Matteo Buffoni darà l’ok, Spinelli eviterà il processo che avrebbe dovuto iniziare il prossimo 5 novembre, li. L’ex presidente di Regione Giovanni Toti e l’ex presidente dell’autorità portuale Paolo Emilio Signorini hanno deciso di patteggiare nei giorni scorsi, per tutti e tre il giudice Buffoni è chiamato a fissare l’udienza in cui si deciderà se avallare o meno l’accordo tra procura e imputati. 

All’ultimo si è accodato Spinelli, accusato di aver corrotto Toti e Signorini, finanziamenti elettorali, soldi e regali in cambio di favori sulle banchine all’ombra della lanterna. Il rinnovo trentennale della concessione di terminal
Rinfuse, l’affare di Punta dell'Olmo, il tombamento di calata Concenter e l’area dell’ex carbonile Enel.

“Avremmo voluto affrontare il dibattimento certi di dimostrare nei fatti l'innocenza di Aldo Spinelli - dichiarano gli Avvocati Alessandro Vaccaro ed Andrea Vernazza suoi legali - ma la prospettiva di affrontare - peraltro come unico imputato - un processo che si sarebbe protratto per anni, su consiglio dei difensori ha fatto prevalere la volontà primaria del nostro assistito di preservare le aziende e la famiglia dal danno mediatico che ne sarebbe derivato. Per questa ragione - concludono i difensori - seppur a malincuore Aldo Spinelli ha deciso di accettare la proposta di patteggiamento avanzata dalla Procura che, nel contempo, riconosce che tutte le pratiche amministrative oggetto del procedimento penale siano state corrette e legittime nel rispetto dell'interesse pubblico”.

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