Stanley Tucci e il nuovo libro sul cibo: famiglia, amore (e anche del ...

5 giorni ago
Stanley Tucci tumore lingua

Se si pronuncia il nome di Stanley Tucci si pensa immediatamente al cibo. Attore di successo (il suo ruolo più importante e amato dal pubblico rimane quello accanto a Meryl Streep ne Il diavolo veste Prada), Tucci ha coltivato la sua passione per l'enogastronomia e la cucina, così tanto da aver anche realizzato il programma Stanley Tucci: Searching for Italy. Un viaggio che lo ha portato a Milano, Venezia, Roma, Napoli, in Sardegna e in Puglia, cucinando e mangiando e incontrando i migliori osti e ristoratori d'Italia.

Stanley Tucci, il nuovo libro e la malattia

Intervistato dalla rivista inglese The Guardian, per l'uscita del suo nuovo libro, What I Ate in One Year (prevista per il 15 ottobre), Stanley Tucci ha parlato anche del suo tumore alla lingua. Tucci ha girato la prima stagione di Searching for Italy proprio mentre si stava riprendendo dal cancro, e ancora oggi fatica a deglutire, un effetto collaterale delle radiazioni.

What I Ate in One Year: And Related Thoughts

Nell'intervista, l'attore ha dichiarato di non ricordare molte cose della malattia: «Ci sono parti importanti che non ricordo. Felicity (la moglie, ndr) parlerà di quella volta che sono collassato sul pavimento ma io non ne ho memoria. Tutto ciò che ricordo è che ero così fottutamente infelice e così nauseato che non riuscivo a sollevare la testa dal cuscino. A volte pensavo di avere fame. Ma il sapore in bocca era così orribile. Ero così debole. Salire le scale era uno sforzo supremo. Era terribile. Poi, alla fine, lentamente, lentamente, lentamente si migliora».

Tutto è iniziato un giorno del 2017 con un dolore alla mascella. «Dolore non era la parola giusta. E poi è iniziato nella gola». Ci sono voluti due anni prima di trovare un tumore alla base della lingua. Mentre si curava ed era alimentato attraverso un tubo, Tucci, guardava programmi di cucina, sapeva che i trattamenti potevano avere effetti indelebili sul gusto, e non solo, ed era tentato a provare trattamenti alternativi, ma la moglie Felicity, sorella di Emily Blunt, era assolutamente contraria. «So che anche i trattamenti alternativi possono non funzionare. Ma, sfortunatamente, molte persone provano questi trattamenti tardi. Ci si ammala di cancro e si fanno i trattamenti standard. E poi molte persone muoiono comunque. E la gente dice che il cancro è troppo forte. Giusto? Se fai trattamenti alternativi e muori, invece si dice: “Vedi, quei trattamenti alternativi non funzionano”. Non lo dicono mai della chemioterapia. Alcuni trattamenti alternativi funzionano. Non ne sappiamo abbastanza. Molte di queste cose sono stronzate, ma dobbiamo guardare al sistema e a ciò che è davvero giusto per ogni singolo paziente. Ogni cancro è diverso, ogni persona è diversa».

Un'esperienza così dolorosa non poteva non avere conseguenze, Tucci ha detto di esserne uscito stanco e invecchiato, anche se al momento sta girando una serie d'azione, Citadel.

Stanley Tucci e l'esperienza in Italia

L'attore ha raccontato al Guardian che registrare Searching for Italy è stata dura per via degli orari estenuanti, gli spostamenti in auto, la pianificazione e i voli. E poi ancora i 40 gradi in estate, ma «gli italiani sono così generosi. E più sono poveri, più sono generosi. Dicono: “Abbiamo preparato tutto questo cibo per te. Perché non vieni a sederti? Perché non vieni a vedere mio nonno?”». Così, per non finire ogni volta a mangiare come a un pranzo di Natale, Tucci ha iniziato a stabilire regole precise: una pasta, un'insalata e arrivederci. La cosa più buona che ha mangiato? «Nel nord Italia credo sia stato un raviolo chiamato knödel».

Al giornalista ha raccontato che la sera prima dell'intervista aveva preparato un piatto che aveva visto su Instagram. «Mi diverte molto - ha detto - Alcune cose da mangiare sono orribili, altre sono stupide e fanno ridere. Ma questo piatto era fantastico: piccoli involtini di melanzane, ripieni di salsa di pomodoro, mozzarella e basilico». E ancora sul cibo, parlando di cosa si pensa quando si mangia: «Assaggi una cosa e ti chiedi: “cos'è? Perché c'è quella spezia?” Poi scopri che è perché questo posto si trovava sulla rotta del blah blah blah e che queste persone commerciavano quella spezia 600 anni fa... Sono affascinato da questo, non penso ad altro».

What I Ate in One Year è pieno di storie che coinvolgono altre celebrità, ritratte nella quotidianità, spesso durante l'atto di mangiare. Attraverso questo libro, scritto in forma di diario, il lettore viaggia con Tucci tra set cinematografici e recite scolastiche, facendo fermata davanti alle ricette della sua infanzia (e non solo) e sui suoi pensieri intimi, quelli più filosofici e quelli sul cibo. Come quello che ha condiviso in chiusura d'intervista: «Alle cinque non voglio lavorare, voglio bere un cocktail, voglio sedermi a tavola con la gente, voglio cucinare, voglio divertirmi, poi voglio andare a letto, andare a lavorare la mattina dopo... E poi voglio rifare tutto da capo».

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