15 anni fa moriva Stefano Cucchi, ucciso mentre era nelle mani ...

3 ore ago
Stefano Cucchi

Cade oggi il 15° anniversario dalla morte di Stefano Cucchi, avvenuta nella mattinata del 22 ottobre 2009 presso il padiglione detenuti dell’ospedale Sandro Pertini di Roma. 15 anni di processi, depistaggi, false testimonianze e false verità, che hanno portato a ben quattro processi e numerosissimi soggetti coinvolti. Un processo divenuto simbolico, soprattutto grazie all’attivismo della sorella del geometra, Ilaria Cucchi, che per anni si è battuta per scoprire la verità sui fatti di quella notte tra il 15 e 16 ottobre 2009.

LA RICOSTRUZIONE DELLA VICENDA E LE CONDANNE

Nella notte del 15 ottobre 2009, Stefano Cucchi venne fermato dai carabinieri colto in flagranza dopo esser stato visto cedere alcune confezioni trasparenti in cambio di una banconota ad E.M.. Il geometra, allora 31enne, venne dunque portato prima in caserma e poi alla stazione del Comando dei Carabinieri di Roma Casilina per essere sottoposto a rilievi foto-segnaletici e dattiloscopici. In tale sede, come testimoniato da F.T. – uno dei carabinieri presenti – nel 2018, avvenne il pestaggio di Stefano ad opera dei carabinieri R.D.A e A.D.B., al termine di una lite scaturita dal fatto che Cucchi non voleva essere sottoposto ai rilievi di Polizia Scientifica. Nella notte del 16 ottobre poi, il ragazzo riferì al piantone di turno di non sentirsi bene, pertanto fu chiamato il 118, ma Stefano rifiutò di farsi visitare.

Nella mattinata, su disposizione della Procura della Repubblica di Roma, Stefano Cucchi fu condotto presso il Tribunale di Piazzale Clodio per la convalida dell’arresto. Alla fine dell’udienza, il giudice convalidò l’arresto e dispose l’applicazione nei suoi confronti della custodia cautelare presso il carcere di Regina Coeli. Dato che il difensore aveva richiesto dei termini per preparare la difesa, il processo veniva rinviato alla data del successivo 13 novembre. Dopo l’udienza, le condizioni di Cucchi peggiorarono ulteriormente.

Nella tarda serata del 16 ottobre fu condotto al Pronto soccorso dell’ospedale Fatebenefratelli, presso il quale furono messe a referto lesioni ed ecchimosi alle gambe, al volto (con frattura della mandibola), all’addome con ematuria e al torace. Nei giorni successivi, per l’aggravarsi delle condizioni, Stefano Cucchi fu trasferito al reparto detenuti dell’ospedale Sandro Pertini, dove morì all’alba del 22 ottobre.

Numerosi sono stati i condannati nei diversi processi svoltisi nel corso di questi 15 anni. Nel 2022 sono stati condannati a 12 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale i carabinieri A.D.B. e R.D.A., accusati dallo stesso carabiniere F.T. in un’annotazione di servizio da lui redatta, poi sparita per anni.

A tal proposito si è aperto un altro filone di processi, relativi al depistaggio e al favoreggiamento degli indiziati. Nell’aprile del ’22 sono stati riconosciuti colpevoli ben otto agenti, con pene da 5 anni fino ad un anno e 3 mesi, con le accuse contestate ai militari dell’Arma che vanno dal falso, al favoreggiamento, all’omessa denuncia e calunnia.

“Tutti gli imputati avevano la consapevolezza che, attraverso le condotte da ciascuno posta in essere, si giungeva alla modifica e all’alterazione del contenuto delle annotazioni, consentendo così di rappresentare uno Stefano Cucchi che stava male di suo, perché molto magro, tossicodipendente, epilettico”. Lo ha scritto il giudice del tribunale di Roma, in un passo delle motivazioni della sentenza con cui, nell’aprile scorso, ha condannato otto carabinieri accusati di avere messo in atto depistaggi in seguito alla morte di Cucchi.

La versione ufficiale dell’Arma dei Carabinieri sulla morte di Stefano Cucchi era “stata ‘confezionata” escludendo ogni possibile coinvolgimento dei militari così che l’immagine e la carriera dei vertici territoriali e, in particolare, del comandante del Gruppo Roma non fosse minata”. Queste le parole della sentenza definitiva che comminava le pene a tutti gli agenti coinvolti.

La Cassazione ha invece dichiarato prescritti i reati di falso per i carabinieri R.M. – comandante della caserma di Roma Casilina accusato di aver falsificato un rapporto – e F.T.. Sono invece ancora a processo M.B., maresciallo nella stazione di Tor Sapienza, il capitano P.F. ed il maresciallo G.P.. Secondo l’accusa, con le loro dichiarazioni avrebbero ostacolato la ricostruzione dei fatti durante il terzo processo relativo alla morte di Stefano Cucchi, “ostacolando’ e ”sviando” le indagini con diverse dichiarazioni false, anche durante il procedimento.

IL RICORDO DI ILARIA CUCCHI

Nella giornata di oggi anche la sorella di Stefano, Ilaria Cucchi, ha voluto ricordare il fratello con un messaggio sui propri profili social: “Sono passati 15 anni. In questo tempo abbiamo ottenuto verità e giustizia per Stefano. Scorro in queste ore le immagini, le parole di vicinanza, solidarietà e affetto, di cui ringrazio di cuore tutte e tutti. Sono tantissime, arrivano via telefono, sui social che spero servano a far conoscere sempre di più la storia di mio fratello, ma soprattutto la persona che era. Sono passati 15 anni lunghissimi. Dolorosi e tristi, come quel giorno. Stefano era tutto il contrario. Quando ne parlate, quando ne parlerete, vi chiedo l’ultima cortesia. Ricordatelo sempre”.

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