Steve Bannon: “Meloni ponte con l'Ue? Non ci serve. Basta soldi a ...

2 giorni ago
Steve Bannon

Steve Bannon è oggi uno dei guru della galassia Maga (dallo slogan trumpiano “Make America Great Again”). L’ideologo del sovranismo e, per un breve periodo, consigliere alla Casa Bianca di Donald Trump ai tempi del suo primo mandato, è recentemente uscito di prigione, dove era recluso per oltraggio alla corte, dopo aver disobbedito a un mandato di comparizione del Congresso nell’inchiesta sull’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021. E ora, in un’intervista al Corriere della Sera, avverte l’Europa e Giorgia Meloni del cambiamento in arrivo, perché il movimento Maga «è irremovibile: vogliamo tagliare il 100% dei fondi per l’Ucraina».

Se così fosse, sarebbe un duro colpo per il fronte europeo che supporta Kiev e soprattutto per chi, all’interno di questo fronte, si era esposto di più, come Polonia, Francia, Italia, e nell’ultimo anno anche la Germania. Si deve sperare di chiudere un buon accordo per la pace, ma la fretta di Trump, per Meloni, non è una buona notizia. Bannon si dice sicuro: «Trump dirà che vuole la pace in Ucraina. È evidente che vuole porre fine a questa semi-ossessione di spingere la Nato quasi in territorio russo», mentre Meloni «è piuttosto ovvio che aveva scommesso che Trump non sarebbe tornato, si vede dalle sue politiche. La scommessa era sbagliata, non ha pagato». Non è tutto. In Europa molti sono preoccupati per una nuova possibile politica di dazi e Bannon conferma: «Dovrebbero esserlo. Non pagheremo per la vostra difesa mentre lasciamo che ci colpiate con accordi commerciali sbilanciati. Sì, i dazi stanno arrivando, dovrete pagare per avere accesso al mercato Usa. Non è più gratis, il libero mercato è finito, perché l’Europa ha abusato di noi».

Bannon non è mai andato d’accordo con Meloni. La definisce, non a caso, «una Nikki Haley», che non è proprio un complimento. Haley, dopo essere stata una trumpiana di ferro, ha preso le distanze quando ha sfidato il tycoon alle primarie repubblicane. E nonostante il suo (timido) appoggio nella corsa di Trump contro Kamala Harris, il presidente Usa ha deciso di escluderla dalla futura squadra di governo. «Masticata e sputata via», titolano i giornali americani in questi giorni. Bannon vede Meloni, dunque, come una che si è allontanata troppo, quasi una traditrice. Una che può aspirare a essere un ponte per Trump in Europa solo «se resta fedele alle sue convinzioni fondamentali». Insomma, se torna a dire le cose che diceva «quando FdI stava al 3%».

Va detto che Bannon ha oggi una forte influenza sui Maga più radicali, i populisti puri, dove spesso si mescolano complottismo e fake news, ma da tempo non è più un punto di riferimento per Trump e per la sua cerchia ristretta. Mantiene alcuni contatti con l’inner circle del presidente Usa, ma il movimento Maga, come riconosce lo stesso Bannon, «è più a destra di Trump». E l’ideologo, attraverso i suoi interventi sui social e con il podcast War Room, interpreta e orienta questo zoccolo duro del radicalismo trumpiano. Ai Maga, dice ancora Bannon, «non serve un ponte, perché Le Pen, Farage e Orbán sono con noi». I Patrioti dell’ultradestra europea, quindi, nelle cui file milita anche Matteo Salvini. Meloni, per i trumpiani radicali, appare così moderata da diventare quasi un’avversaria. Resta un interrogativo: i Maga duri e puri quanto saranno in grado di incidere sulle scelte di Trump?

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