Bce pronta a taglio tassi, possibile svolta nella comunicazione ...
Alla vigilia dell’ultimo meeting della Bce di quest’anno gli analisti danno ormai per certo un taglio dei tassi di 25 punti base. Lagarde e colleghi potrebbero anche modificare il linguaggio restrittivo mantenuto fino a questo momento, aprendo ad una politica monetaria più accomodante nel 2025. Intanto, resta aperto il dibattito sul ritmo dei tagli e sul tasso neutrale.
Bce verso taglio “di compromesso” dei tassiDomani, 12 dicembre, la Bce si riunirà per l’ultima volta nel 2024. Le attese sono per un taglio di 25 punti base del tasso sui depositi, che scenderà così al 3,0%. Un taglio “di compromesso”, secondo Annalisa Piazza, Fixed Income Research Analyst di MFS Investment Management.
Questo perché “la narrativa sulla crescita va chiaramente contro l’idea di una ripresa guidata dalla domanda interna nel prossimo futuro”. Le pressioni inflazionistiche si sono attenuate, ma i salari sono ancora elevati e “il rischio di essere troppo accomodanti o troppo veloci potrebbe riaccendere le aspettative inflazionistiche.”
Per ora taglio da 25 bp, futuro dipenderà dai datiIn ogni caso, in questo momento, “i fondamentali giustificano pienamente il taglio di dicembre e una forward guidance più accomodante”, spiega l’analista, “dato il deterioramento del quadro di crescita, l’attenuazione delle pressioni inflazionistiche sottostanti e l’aumento dei rischi di ulteriori ostacoli alla crescita dopo i risultati delle elezioni statunitensi”.
Non a caso, molti analisti continuano a ipotizzare una mossa più decisa, da 50 punti base, in una delle prossime riunioni, laddove i dati continuino a mostrare un peggioramento delle condizioni macroeconomiche.
Nel radar le stime di inflazioneAttenzione anche alle proiezioni aggiornate su Pil e inflazione. Queste ultime dovrebbero evidenziare il raggiungimento del target del 2% nel 2025, livello che poi andrebbe a stabilizzarsi nel biennio successivo.
Goldman Sachs, in un report diffuso questa settimana, stima lievi variazioni nelle previsioni dello staff sui prezzi: un calo di 0,1 punti percentuali per l’inflazione core nel 2025 (dal 2,3% di settembre), nessuna modifica per il 2026 (2,0%) e un target del 2% per le nuove previsioni relative al 2027.
Possibile svolta nella comunicazione BcePer Annalisa Piazza, “con il raggiungimento dell’obiettivo di inflazione a medio termine, è probabile che il Consiglio direttivo discuterà il motivo per cui siano ancora necessarie condizioni restrittive. Pertanto, si prevede un cambiamento della comunicazione della Bce”, nonostante i contrasti interni tra falchi e colombe.
Sulla stessa lunghezza d’onda Goldman, secondo cui il Consiglio potrebbe abbandonare la formulazione relativa al mantenere i tassi “sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario” per raggiungere l’obiettivo di inflazione.
In alternativa, i funzionari potrebbero limitarsi a dichiarare che intendono stabilire “il livello e la durata appropriati della restrizione” in base ai dati disponibili. Una possibilità – lievemente più accomodante – sarebbe segnalare un approccio guidato dai dati per “ridurre il livello di restrizione”.
Da Lagarde potenziali spunti per gennaioFocus in particolare sulla conferenza stampa post meeting di Christine Lagarde. Per Goldman, la presidente potrebbe suggerire che i tassi siano destinati a diminuire se l’inflazione rimarrà in linea con il percorso di convergenza al 2% per il prossimo anno. Il ritmo e l’entità delle riduzioni dei tassi saranno sempre determinati dai dati.
Possibile anche che Lagarde si sbilanci indirettamente su un’ulteriore riduzione a gennaio, dichiarando ad esempio che la prossima riunione offrirà un’altra opportunità per confermare il processo di disinflazione in corso.
Con riferimento ai mercati, secondo Annalisa Piazza, la reazione sarà “relativamente tranquilla, con la possibile ripresa di una impennata della curva dei Bund. Tuttavia, il mercato sta già scontando tassi terminali intorno all’1,7%, quindi qualsiasi superamento è probabilmente limitato”.
Le prospettive sui tagli del 2025Per quanto riguarda il 2025, afferma l’analista di MFS Investment Management, “ci aspettiamo una serie di tagli dei tassi, che porteranno a un tasso terminale dell’1,75% entro la fine del secondo trimestre del 2025, con la possibilità di un ulteriore taglio nel terzo trimestre, se il quadro economico non dovesse migliorare”.
Una visione sostanzialmente in linea con quella del mercato e con la view espressa da Goldman Sachs, che prevede “riduzioni sequenziali di 25 punti base fino all’1,75% entro luglio, leggermente al di sotto del nostro intervallo stimato per il tasso neutrale”.