Tassi Bce, parte il conto alla rovescia per il taglio. Come cambiano ...

25 Gen 2024
Tassi Bce

Tassi di interesse Bce fermi ai livelli di dicembre. La Banca Centrale Europea ha comunicato che i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati rispettivamente al 4,50%, al 4,75% e al 4%, secondo le attese. L’inflazione resta osservata speciale, ma traspare la fiducia in un rapido ritorno verso il livello del 2 per cento, che segnerà il probabile inizio della stagione dei tagli del costo del denaro. I mutui casa, di conseguenza, sperimentano un calo superiore ai dieci euro mensili. Vediamo insieme le valutazioni di idealista/mutui e di altri esperti.

Tassi Bce invariati, le motivazioni

“Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di mantenere invariati i tre tassi di interesse di riferimento della BCE, - si legge nella nota dell’istituto di Francoforte. - Le nuove informazioni hanno confermato sostanzialmente la sua valutazione precedente circa le prospettive di inflazione a medio termine. A parte un effetto base al rialzo sull’inflazione complessiva legato all’energia, la tendenza al ribasso dell’inflazione di fondo è proseguita e i passati incrementi dei tassi di interesse continuano a trasmettersi con vigore alle condizioni di finanziamento. Le condizioni di finanziamento restrittive frenano la domanda, contribuendo al calo dell’inflazione.

Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% a medio termine.

In base alla sua attuale valutazione, ritiene che i tassi di interesse di riferimento della BCE si collochino su livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al conseguimento di tale obiettivo. Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario”.

Tassi di interesse, presto un taglio? Il parere di idealista

“La Banca Centrale Europea ha annunciato oggi la decisione di mantenere invariati i tassi di interesse, confermando la politica monetaria attuale, - è il commento di Fabio Femiani, responsabile idealista/mutui per l’Italia. -  Questa decisione, che da un lato riflette la cautela della BCE di fronte alle incertezze economiche globali e alle sfide interne, lascia tuttavia trapelare l’inizio di una nuova fase. Secondo quanto dichiarato da Lagarde, da Francoforte osservano con attenzione segnali positivi che indicano la vicinanza alla fine della crisi inflazionistica. Tuttavia si sottolinea l'importanza di una gestione prudente delle politiche monetarie in un contesto in cui il governo della curva dei prezzi è ancora vulnerabile.

Sarà la riunione di marzo, con le nuove proiezioni macroeconomiche, a fornire probabilmente ulteriori indicazioni sui tanto attesi – e sperati – tagli al tasso ufficiale di sconto”.

Tassi dei mutui dopo la Bce, come cambiano le rate per comprare casa

La decisione della Bce, e soprattutto il prossimo auspicato taglio dei tassi di interesse, dovrebbe avere un impatto positivo soprattutto per quanto riguarda l’Euribor. Secondo Juan Villen, direttore generale di idealista/mutui, tuttavia tale impatto si vedrà in particolare sulla scadenza a 12 mesi, mentre per altri periodi più brevi non si avranno variazioni apprezzabili fino a quando i tagli non diventeranno reali.

“Per coloro che hanno un mutuo a tasso variabile, - aggiunge Villen, -

a partire da aprile si inizierà a notare gli effetti di questo calo dell'Euribor, mentre nella seconda metà dell'anno le rate mensili diminuiranno in percentuale anche maggiore.

Per coloro che stanno cercando una casa sono buone notizie, poiché all'inizio di quest'anno abbiamo già visto come la maggior parte delle banche ha ridotto le proprie offerte ipotecarie, una tendenza che ci aspettiamo si consolidi man mano che avanza l'anno".

Il direttore generale di idealista/mutui è però ottimista e ritiene che l’andamento del mercato dei mutui potrebbe iniziare a cambiare quest'anno. "Probabilmente non vedremo questa inversione di tendenza a inizio anno, ma il ribasso dei tassi di interesse darà una spinta all'attività ipotecaria, pur tenendo sempre conto dell'evoluzione delle transazioni immobiliari, poiché una ulteriore diminuzione del numero di compravendite avrebbe un impatto diretto sul volume delle operazioni", dichiara Juan Villén.

Come cambiano, quindi, le rate del mutuo alla luce della nuova tendenza che si va impostando? Simulando un mutuo trentennale a tasso variabile da 200 mila euro con Euribor 3mesi e spread 1,50%, l’evoluzione della rata da maggio 2022 (prima degli aumenti Bce) a gennaio 2024 mostrano ad oggi un ritorno sui livelli di settembre 2023, con una riduzione di 12 euro mensili (e 144 annuali) rispetto allo scorso novembre). In particolare:

Maggio 2022: € 649 (pre-aumenti BCE)Maggio 2023: € 1.016Giugno 2023: € 1.074Settembre 2023: € 1.126Novembre 2023: € 1.135Gennaio 2024: € 1.123

“Dall’evoluzione delle rate sui mutui a tasso variabile possiamo trarre una prima conclusione, - spiega Fabio Femiani: - la direzione dei tassi di interesse nel prossimo futuro è senza dubbio verso il basso, confermando definitivamente che la parte alta della curva è alle nostre spalle; l’interrogativo ora è quando e di quanto verranno abbassati i tassi. È chiaro che il timore più grande delle banche centrali è quello di abbassare i tassi per poi doverli alzare in un secondo momento, quindi rimane la cautela e l’attesa di qualche ulteriore conferma prima di iniziare il percorso di riduzione dei tassi”.

Tassi Bce, quanto costa un mutuo da 150 mila euro

Bene per il Codacons la decisione della Bce di lasciare i tassi d'interesse invariati, con il terzo stop consecutivo dopo una serie di continui rialzi che ha portato il tasso sui rifinanziamenti principali al 4,50%. Nonostante questo, però, gli italiani continuano a pagare rate del mutuo estremamente salate, con un impatto sulle tipologie di mutuo più richieste in Italia che sfiora i +5.500 euro all’anno rispetto ai tassi in vigore a fine 2021 – denuncia l’associazione. – Considerando le migliori offerte presenti a metà gennaio sul mercato, per un mutuo a tasso variabile da 150mila euro della durata di 30 anni, la rata mensile passa da 442 euro di settembre 2021 a 767 euro, con un maggior esborso annuo di +3.900 euro – analizza il Codacons – Per un mutuo da 100.000 euro a 25 anni la rata passa da 346 euro a 557 euro, pari ad una maggiore spesa da +2.532 euro annui. Se invece si analizza l’andamento di un mutuo da 200mila euro a 20 anni, l’impatto è più pesante: la rata mensile sale infatti di 454 euro rispetto al 2021, equivalente ad una stangata da +5.448 euro all’anno.

Tassi Bce e possibili tagli: le analisi degli esperti

Se tagli saranno, la Bce li effettuerà tenendo d’occhio l’inflazione. Quindi, secondo gli esperti, il taglio è prossimo ma non imminente. Il parere di Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm, è che molto probabilmente quest’anno i tassi scenderanno, ma forse non alla velocità che alcuni investitori si aspettano. Se è vero infatti che l’inflazione dovrebbe continuare a scendere verso il target del 2%, probabilmente non si tratterà di un processo semplice e l’ultimo chilometro verso il traguardo potrebbe nascondere qualche sfida. Da un lato infatti le notizie da Stati Uniti e Regno Unito sono positive; ma la differenza tra l’inflazione annuale dei prezzi al consumo e dei prezzi alla produzione può essere volatile, e attualmente è ancora ben al di sotto della media dell’ultimo decennio. “Continuiamo quindi a prevedere un calo dell’inflazione, alla luce dei tassi più elevati che impatteranno sulla domanda dei consumatori, - sostiene quindi Flax. - Tuttavia, sarà necessario del tempo e i banchieri centrali probabilmente preferiranno muoversi con cautela.

Al momento riteniamo che i primi tagli dei tassi si verificheranno verso la metà dell'anno, ma le previsioni andranno confermate in base all’andamento dell’economia”.

Del resto Lagarde, che pure ha parlato abbastanza chiaramente di un taglio dei tassi a metà anno, in questa riunione ufficiale non si è sbilanciata con precisione sulle tempistiche. “Crediamo che la decisione di non impegnarsi su un prossimo taglio del denaro sia legata al fatto dei rischi al rialzo sulle pressioni inflazionistiche sia per un potenziale aumento dei prezzi energetici per le tensioni geopolitiche in Medio Oriente sia per i prossimi accordi sindacali sui salari dei lavoratori in alcuni paesi dell’Eurozona, - è il parere di  Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia. - Nonostante la debolezza dei dati macroeconomici sull’andamento delle attività economiche e l’attuale processo di disinflazione,

i banchieri centrali europei sono interessati a valutare altri dati macroeconomici prima di prendere una decisione così significativa.

A nostro avviso è corretto avere un atteggiamento di cautela, tuttavia, tenendo in considerazione che il ritardo degli effetti della politica monetaria sull’economia reale è solitamente compreso tra i 12 e i 24 mesi, esiste un significativo rischio che il livello attuale dei tassi di interesse possa pesare notevolmente sull’andamento delle attività economiche in Europa. Riteniamo che le prossime stime degli esperti della BCE a marzo possano essere decisive per capire se il taglio possa essere effettuato in aprile o giugno o debba essere rinviato ulteriormente”.

 “ Già a Davos, - nota Tomasz Wieladek, Chief European Economist, T. Rowe Price, - i funzionari della Bce hanno tentato di spiegare ai mercati finanziari e al pubblico in generale che i tagli dei tassi arriveranno probabilmente più tardi di quanto attualmente previsto. Una comunicazione data in modo unanime. Anche i membri più dovish hanno sottolineato chiaramente che le informazioni necessarie per valutare l'opportunità di un taglio dei tassi non saranno disponibili prima della riunione di giugno della Bce.  

Affinché il tentativo della Bce di influenzare i prezzi di mercato abbia successo, è necessario che i dati cambino davvero per sostenere la narrativa economica della Bce. 

Al momento, i mercati sono concentrati sull'idea che l'inflazione spot nell'area Euro stia per scendere al 2% e che la Bce inizierà a tagliare rapidamente i tassi in risposta. Tuttavia, la Bce ha chiaramente affermato che i dati sul mercato del lavoro e sulla crescita dei salari saranno un fattore decisivo per la sua decisione di politica monetaria. I dati sulle contrattazioni salariali per il primo trimestre saranno disponibili solo alla riunione della Bce di giugno.  Nel complesso, i cambiamenti nei dati potrebbero presto sostenere la narrativa della Bce e, quindi, i mercati potrebbero rivalutare le loro aspettative di allentamento della politica monetaria”.

Calendario Bce, quando potranno scendere i tassi?

Ecco il calendario delle prossime riunioni Bce durante le quali l’istituto di Francoforte potrebbe decidere nuove variazioni nei tassi di interesse:

25 gennaio 20247 marzo 202411 aprile 20246 giugno 202418 luglio 202412 settembre 202417 ottobre 202412 dicembre 2024
Leggi di più
Notizie simili
Le news più popolari della settimana