The Idea of You Is, la recensione del fim con Anne Hathaway

15 giorni ago
The Idea of You

Dimenticate fumetti e vecchie serie TV. L’indirizzo IP più cliccato del momento potrebbe essere una fan fiction su Harry Styles, che ha ispirato il franchise dal successo tardivo After (il cui quarto film, After Ever Happy, ha un titolo che lascerebbe perplesso pure Lewis Carroll) e ora The Idea of You, un dramma romantico tratto dal romanzo di Robinne Lee (su Amazon Prime Video). A dire il vero, Lee ha dichiarato che la giovane e affascinante pop star al centro della sua storia è un amalgama di molti idoli britannici. A saltare all’occhio, però, è soprattutto il personaggio di Styles.

Hayes Campbell è la star ricoperta di tatuaggi di una boyband amata (tanto metaforicamente quanto letteralmente) da legioni di giovani fan. Sta per intraprendere una carriera da solista, che si preannuncia più seria e raffinata. Gli piace frequentare donne più grandi. Nel film di Michael Showalter, Hayes è interpretato da Nicholas Galitzine, il ragazzo inglese che ha recentemente fatto battere i cuori in Rosso, bianco & sangue blu, una storia d’amore tra ricchi rampolli gay. Galitzine non ha gli stessi modi sornioni di Styles, ma riesce certamente a imitarli in caso di necessità.

È comunque abbastanza affascinante da irretire senza sforzo la quarantenne Solène (Anne Hathaway), una gallerista di Los Angeles che lo incontra per caso mentre accompagna la figlia Izzy (Ella Rubin) al Coachella. Solène scambia la roulotte di Hayes per il bagno VIP, i due si incontrano e ne nasce una storia d’amore travolgente.

Si tratta di una storia allegramente sciocca, eppure, a grande merito di Showalter e della sua co-sceneggiatrice Jennifer Westfeldt, viene preso tutto molto sul serio. A questa commedia romantica non manca la comicità né certamente il romanticismo, ma è soprattutto la storia toccante degli alti e bassi di una relazione tabù. Anche grazie all’eleganza della fotografia (di Jim Frohna) e della colonna sonora (di Siddhartha Khosla), The Idea of You ha un fascino costante. È seducente e appassionante nei modi giusti: lascia libero corso alla fantasia non mancando però di complicarla.

Anche quando si smarrisce nell’estasi erotica, Hathaway è misurata e raccolta. C’è in lei un’opportuna maturità, che si rivela essenziale ai fini della storia. Se Solène fosse una creatura cinematografica confusa, che reagisce a queste insolite circostanze con i soliti modi buffi e impacciati, il film sfocerebbe nell’assurdità. Ma Hathaway tiene a freno il suo personaggio, convincendoci di ogni scelta di Solène, che cerca di mantenersi pragmatica anche quando si comporta da scriteriata.

Si sarebbe potuto approfondire maggiormente il periodo che intercorre tra il primo bacio segreto (una scena di disarmante serenità che produce risultati clamorosi) e il flirt dichiarato. Probabilmente ci sarebbero state più esitazioni e negoziazioni di quelle che vediamo nel film. Ma Showalter è troppo determinato a conquistarci per impantanarsi in descrizioni moleste. Il ventiquattrenne Hayes, intelligente e gentile, è più candido di quanto lo sarebbe un eventuale contraltare nella vita reale, il che potrebbe costituire un elemento inafferrabile di magia cinematografica. Ma si può anche scegliere di credere che questo ragazzo solitario sia effettivamente perbene come sembra (c’è persino qualche dialogo che avvalora questa tesi).

The Idea of You è molto più rispettoso dei suoi personaggi di tanti altri film in streaming. La sceneggiatura è arguta, diretta e credibile. Man mano che procede, il film accantona l’euforia per analizzare l’inferno insopportabile della fama. Le risposte non sono facili come ci si potrebbe aspettare, e i voli della fantasia sono gravidi di conseguenze. Il film non scorre via leggero.

Ma soprattutto è divertente. Ci sono appuntamenti segreti in camera d’albergo e amoreggiamenti su jet privati, sottolineati dall’inebriante sensazione che sia tutto un sogno tristemente fugace, rubato alla realtà. Non è il festival del sesso, ma, proprio come il recente Challengers, ad alimentarlo è l’energia del sesso implicito, della passione che guida le persone verso esperienze più profonde. Showalter parrebbe un regista poco adatto a questo materiale, eppure dirige il film con grazia, infondendogli un ritmo teso e languido al tempo stesso. Soprattutto, la storia non è mai trattata con sufficienza, e ogni ironia sulla cosa assurda che sta capitando a Solène è contestualizzata adeguatamente. In altre parole: si ride con il film, non del film.

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