Mahmood e Mara Sattei si sfilano dal concerto di Capodanno ...

4 ore ago

Che Mahmood non vada al concerto di Capodanno al Circo Massimo per protestare contro l'esclusione di Tony Effe in quanto «persona non gradita» all'Amministrazione capitolina, è una notizia che va ragionata e sulla quale è importante riflettere. Siamo nel 2024, quasi 2025, e, ormai da tempo, gli artisti sanno bene che non serve fare comunicati stampa, basta Instagram per alzare la voce e farsi sentire. Ecco, farsi sentire. Anche Mara Sattei dà forfait: «Non trovo corretto impedire a un artista di esibirsi, privandolo della sua libertà di espressione».

Tony Effe - Figure 1
Foto La Stampa

Erano anni che i cantanti (a parte la bella iniziativa "Una nessuna centomila" ideata e portata avanti da Fiorella Mannoia con almeno una dozzina di altre colleghe) non si facevano sentire quando c'è stato bisogno di reagire alle prevaricazioni della politica o di qualche politico, rispetto alle manifestazioni dell'arte. Un artista si esprime con quello che sa fare che sia musica o un dipinto, un graffito, una poesia, un'installazione; vietarne l'esibizione è, comunque la si voglia mettere, censura. Che Tony Effe piaccia o meno, che i testi delle sue rime con la Dark Polo Gang o da solista, siano state o meno contro il sentire comune o abbiano valicato i confini del buon gusto e del buon senso lo dovrebbero definire gli organi deputati per farlo e non il vociare sconclusionato di censori abituati a fare il gioco del capo bastone di turno. «Ho aspettato fino all'ultimo poiché speravo di leggere una notizia diversa rispetto all'esclusione di Tony Effe dal Capodanno di Roma - ha detto Mahmood - e ritengo che la sua esclusione sia una forma di censura. Per questo decido anche io di non partecipare al Capodanno della Capitale».

Alessandro/Mahmood fa notare che qualsiasi forma d'arte possa essere discussa e criticata, ma non deve esistere censurata e ha ragione. Ragione da vendere soprattutto perché questo tipo di censura, quella su un personaggio come Tony Effe in questi giorni praticamente sulle pagine di tutti i giornali di carta o web, sa tanto di sfruttamento di immagine a uso e consumo di una comunicazione malata. Tony Effe non è esploso ieri, le «problematiche» (chiamiamole così) che lo riguardano nemmeno. I dissing con Fedez, i chiacchiericci della ex Taylor Mega che a "Belve" ne parla a favor di telecamere, hanno alzato ancor di più il tiro su un nome che fino a poco tempo fa conosceva solo una certa fetta di pubblico. Chiamarlo al concerto di Capodanno, incassarne l'orgoglio con un comunicato ufficiale che recitava: «Il Circo Massimo è un simbolo di Roma, di storia e di cultura. Avere l'opportunità di esibirmi in un luogo così iconico è davvero un'emozione indescrivibile. Ho sempre sognato di suonare su un palco così grandioso, e finalmente è arrivato il momento. Sarà una serata speciale, piena di energia e di passione, in cui voglio condividere con il mio pubblico tutta la mia musica, la mia storia e la mia voglia di fare festa» è stata una mossa sbagliata che il sindaco in primis e il Comune di Roma tutto avrebbe dovuto evitare. La potenza (Roma) è nulla senza controllo (il modus operandi dell'Amministrazione cittadina). Lo diceva anche un famoso spot basta ricordarselo. Ogni tanto.

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