Bimbo seppellito a Traversetolo, parla la mamma del fidanzato ...

2 giorni ago
Traversetolo

diFloriana Rulllo

«Nessuno gli credeva anche se lui ripeteva "Non sono stato io". Non posso perdonare quella ragazza: si può sbagliare, ma arrivare a uccidere no. Voglio giustizia per il mio nipotino»

DALLA NOSTRA INVIATA
VIGNALE DI TRAVERSETOLO (PARMA) - «Chiara non può aver fatto tutto da sola, non è possibile». Lo ripete più volte Sonia, la mamma di Samuel, il 22enne padre del neonato trovato morto nel giardino della villetta bifamiliare di via Baietta a Vignale di Traversetolo, in provincia di Parma. Da dietro il bancone del bar dove lavora continua a servire i clienti senza smettere però di raccontare di questo mese fatto di attesa e dolore. «Almeno ora mio figlio è libero. Per un mese tutti hanno pensato fosse stato complice di quella ragazza. Ha vissuto nell’inferno». 

Ora è tutto finito? 
«Finalmente. Non riesco a darmi pace per quello che è successo, ma almeno sono sollevata. Mio figlio è estraneo a ogni accusa. Noi lo sapevamo. Ma ora è chiaro a tutti, anche in paese...» 

È stato un mese difficile?
«Molto. Samuel era devastato. Per un mese ha ripetuto: “non sono stato io. Non c’entro. Non so nulla”. Noi gli abbiamo creduto. Gli siamo stati vicino. Ma in paese in pochi pensavano che dicesse la verità. Lo hanno additato, gli hanno dato colpe che, ora lo ha chiarito la procura. È la fine di un incubo. Il resto non me lo ridà più nessuno». 

Ma non avevate mai sospettato di nulla?
 «No. Lui e Chiara si conoscono da quando erano alle elementari, stavano insieme, l’abbiamo vista due giorni prima di quel 9 agosto. La pancia? Non si vedeva». 

Erano fidanzati?
«Si frequentavano, si conoscono benissimo. Una ragazza tranquilla. Insieme hanno fato le scuole, la comunione, la cresima. Lei aiuta al centro estivo, fa la babysitter. Nessuno avrebbe immaginato questa tragedia». 

Ma era incinta... 
«Lo abbiamo scoperto dai giornali. Sa che cosa abbiamo dovuto vivere dal 9 agosto? Da genitore sono devastata. Si può avere un figlio inaspettato, anche se esistono i contraccettivi. Ma non si può sbagliare due volte. E non si può arrivare ad uccidere...». 

Crede che abbia fatto tutto da sola?
 «No, non è possibile». 

Si parla di un secondo caso risalente a un anno fa...
«Se era surreale il primo, il secondo credo sia qualcosa che va oltre l’immaginazione. Io credo che nel vocabolario non siano neanche state inventate le parole per descrivere quello che penso».

Come ha vissuto questo mese?
«Con tanta tristezza. Mi sono chiesta perché non parlare. Aveva paura? Di chi? Mi sono fatta tante domande, tutte senza risposta». 

Ma se glielo avesse detto avrebbe tentato di convincerla a tenerlo?
«Certo. Li avrei aiutati. Anzi lo avrei tenuto io. Era mio nipote. Non si può arrivare ad uccidere». 

Ha più sentito i genitori di Chiara?
«No. Non voglio più avere a che fare con loro. Questa storia ha fatto già troppo male alla mia famiglia». 

E la ragazza?
«Non voglio sentire nemmeno lei. Voglio solo che spieghi il perché di quello che ha fatto. Non la perdono. Non ci sarà mai giustificazione». 

E ora?
«Voglio giustizia. Per il mio nipotino che non ho mai potuto abbracciare. Per lui non ho potuto fare nulla. Voglio che chi ha sbagliato paghi. Lo chiedo da nonna».

17 settembre 2024 ( modifica il 17 settembre 2024 | 08:02)

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