Travis Scott al Circo Massimo: l'apocalisse del nuovo messia rap
Alle 21:30 il muro di amplificatori allestito sul palco comincia a far vibrare il terreno che un tempo ospitava l’antico stadio dedicato alle corse dei cavalli e spettacoli legati alle feste religiose romane, a far suonare gli antifurti delle automobili parcheggiate, a far tintinnare i vetri delle finestre dei palazzi intorno all’area e a perforare i timpani.
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La scenografia, tenuta segreta fino all’ultimo, coperta da teli e gazebo a prova di spoiler, riproduce quella - girata nell’anfiteatro di Pompei - della scena di “Circus Maximus”, il film che ha accompagnato l’uscita sulle piattaforme dell’album “Utopia”, nella quale il rapper statunitense canta “Modern jam”, una delle tracce contenute nel suo disco. .Non è un terremoto, quello che sta sconquassando il Circo Massimo: ma il ciclone Travis Scott, che come un alieno sulle note di “Hyaena” si manifesta nell’area archeologica della Capitale e per un’ora ne sconvolge i connotati. L’evento con il quale il rapper da 67 milioni di ascoltatori mensili su Spotify ieri sera ha presentato per la prima volta dal vivo il suo nuovo disco - mezzo miliardo di streams sulla piattaforma a poco più di sette giorni dall’uscita, avvenuta il 28 luglio - aveva assunto i contorni dell’esperienza unica e dell’evento storico ancor prima di essere annunciato ufficialmente, appena una settimana fa. E non ha deluso le aspettative. Davanti agli oltre 55 mila fan radunati al Circo Massimo e a quelli che in ogni angolo del mondo hanno assistito all’evento in diretta streaming sul suo sito ufficiale, il rapper dei record ha portato in scena un evento mastodontico e kolossale - nonostante la durata risicata: un’ora e mezza e poi tutti a casa - del quale si parlerà a lungo. Condividendo il palco pure con una leggenda del rap come Kanye West. Tutto vero. Stentano tutti a crederci quando il rapper da 140 milioni di copie vendute a livello mondiale, in questi giorni in vacanza in Toscana, si presenta al fianco del padrone di casa: raggiunge Travis Scott su “Praise God” e quando finalmente, cantando la sua “Can’t tell me nothing”, Yeezus si toglie il cappuccio che gli copre il volto, il boato del pubblico si fa assordante.
“Potete fare un po’ di casino, per cortesia? Fate un cazzo di casino. Strasera sarà un’esperienza fantastica”, urla Jacques Bermon Webster II - questo il vero nome del rapper - al microfono. Dopo giorni di attesa e di caccia al biglietto il rapper dei record si presenta finalmente sul palco, con una tuta bianca da astronauta e un paio di occhiali spaziali. Sembra davvero capitato al Circo Massimo attraversando uno Stargate spazio-temporale I genitori che hanno accompagnato i figli adolescenti al concerto ora possono dargli un volto.
I ragazzi che in questi anni hanno ascoltato compulsivamente le sue hit sulle piattaforme e hanno seguito le sue gesta social - l’ultima è quella di ieri pomeriggio, quando si è fatto riprendere in piedi sul tettino del van nero che lo ha accompagnato in giro per Roma, mentre già in migliaia sotto al sole erano pronti ad acclamarlo al Circo Massimo - possono finalmente vederlo in carne ed ossa, fuori dal cellulare. .Quando è successo eravamo distratti e non ce ne siamo accorti, ma improvvisamente Travis Scott è diventato l’artista più rilevante e chiacchierato del momento. Il pubblico è quello delle grandi occasioni anche in tribuna vip: dalle stelle giallorosse Paulo Dybala, Tammy Abraham, Stephan El Shaarawy e Bryan Cristante a Emma Marrone, passando per Bebe Vio, Franco126, Tedua e Rondodasosa, ballano tutti.
In “Circus Maximus”, una delle canzoni contenute in “Utopia”, Travis Scott parla di sé stesso come di un gladiatore costretto a intrattenere la folla: è quello che fa davanti ai 55 mila, nascondendosi dietro alle fiamme che rendono incandescente l’atmosfera, arrampicandosi sul muro di amplificatori, sfilando sulla passerella che divide in due il parterre. Sul palco sprigiona un’energia mistica, da santone urban con le treccine Ha un’aura quasi mitologica.
Canta e rappa poco, sfruttando basi e sequenze e lasciando che il flusso di brani, da “Hyaena” a “Meltdown”, da “Thank God” a “Topia Twins”, passando per la stessa “Modern jam”, “Live sirens”, “My eyes”, “I know?”, conquisti lentamente il pubblico. .Lo show non è neppure un concerto vero e proprio, ma una performance, un’installazione artistica vivente. Non c’è la musica al centro, quella che pure la critica oltreoceano ha definito come “incessantemente oscura, sincretica e soprattutto innaturale” (in scaletta infila qui e là anche qualche hit dei precedenti dischi, “Butterfly effect”, “Sicko mode”, “Goosebumps”): è la presenza stessa di Travis Scott la ragione per la quale i giovanissimi sono sotto al palco. Partecipanti, più che spettatori, di un rito pagano e a tratti anche apocalittico che in fondo è un’evoluzione di quelli che un tempo venivano ospitati proprio qui, nell’antica roma.
L’evento lo aveva pensato in Egitto, all’ombra delle Piramidi di Giza del Cairo, dove nel giorno dell’uscita avrebbe voluto lanciare “Utopia” con un concerto in diretta streaming mondiale. Poi il sindacato dei musicisti egiziani gli ha revocato i permessi lasciandosi convincere da quanti sui social parlavano dei concerti del rapper come di “strani rituali”, alludendo alle accuse che pesano sulla testa - e sul nome - di Travis Scott da quando nel 2021 il suo AstroWorld Festival di Houston si rivelò una tragedia in cui 10 persone morirono schiacciate dalla folla accalcatasi sotto il palco su cui lui stesso si stava esibendo e i più maliziosi vollero vedere in quella tragedia i tratti di un sacrificio umano a sfondo satanico.
La star non si è data per vinta. Si è concesso un ripiego “di lusso” come il Circo Massimo, e qualcuno ha pensato che in realtà fosse stato tutto già segretamente deciso: una campagna di marketing perfetta, più che una .prova di onnipotenza. Live Nation, che organizza i suoi show, gli ha messo a disposizione lo stesso palco sul quale lo scorso sabato si sono esibiti, sempre al Circo Massimo, gli Imagine Dragons. Il Comune di Roma - non percependo più così distanti Milano e le sue esclusive: il 30 giugno scorso agli 80 mila spettatori dell’evento all’Ippodromo La Maura il rapper aveva promesso che sarebbe tornato presto, ma nessuno poteva immaginare così presto - gli ha fatto avere i permessi firmati e controfirmati in dodici ore, dopo aver ricevuto la richiesta per utilizzare l’area del Circo Massimo (concessa solitamente per 300 mila euro). In sei giorni è riuscito a radunare 55 mila spettatori.
No, Travis Scott non è il capo setta disegnata in modo in fame così da qualche titolo acchiappaclic. Però c’è qualcosa di ancestrale e primitivo nel modo in cui, compatti, i 55 mila saltano ossessivamente e compulsivamente su e giù sul terreno: come se fossero in preda a un’incantesimo, a un sortilegio, a uno stato di trance dal quale si risvegliano solo per condividere in tempo reale video su TikTok e Instagram, recuperando il contatto con il presente. Somiglia piuttosto a un demiurgo delle rime e del suono, dell’immagine e del marketing, che come il suo maestro Kanye West - al Circo Massimo per un passaggio di consegne? - ha saputo ritagliarsi lo status di artista a trecentosessanta gradi, attivo anche nel campo della moda, dell’imprenditoria e della cultura pop più in generale.
È un visionario che non a caso ha deciso di intitolare il suo disco così, “Utopia”, a rappresentare quello .stato di inappagamento che vive, da artista mai pienamente soddisfatto, sempre intenzionato ad alzare l’asticella, per portare la sua musica al (Circo) Massimo: un messia del rap che aspira a regnare sull’impero dell’hip hop e a riscriverne le regole. E che ieri sera si è rivelato come tale.
SCALETTA:
"Hyaena"
"Thank God"
"Greetings from Utopia"
"Modern jam"
"Aye"
"Sirens"
"Praise god" (con Kanye West)
"Can't tell me nothing" (con Kanye West)
"My eyes"
"Butterfly effect"
"Highest in the room"
"Circus Maximus"
"Delresto (Echoes)"
"Lost forever"
"Mafia"
"I know?"
"No bystanders"
"Fe!n"
"Topia twins"
"Beibs in the trap"
"Gatti"
"Meltdown"
"Sicko mode"
"Antidote"
"Goosebumps"
"Telekinesis"