Trump, candidato e condannato | ISPI

31 Mag 2024

“Sono innocente, il processo contro di me è una farsa organizzata dalla Casa Bianca e Joe Biden, ma ci vendicheremo. Renderemo l’America grande”. È un Donald Trump senza freni quello intervenuto in conferenza stampa poco fa, all’indomani del verdetto di colpevolezza nei suoi confronti pronunciato dal tribunale di Manhattan. Trentanove minuti in cui l’ex presidente si è scagliato contro i democratici, le procure, gli immigrati e soprattutto contro Joe Biden “il peggior presidente di sempre”, accusandolo di aver orchestrato il processo ai suoi danni e avvertendo i suoi sostenitori: “se hanno fatto questo a me possono farlo a chiunque di voi”. È ancora troppo presto per sapere che conseguenze avrà la sua condanna sulle elezioni presidenziali americane del prossimo novembre. Gli Stati Uniti navigano in acque inesplorate: è la prima volta che un ex presidente e probabile candidato alla Casa Bianca viene giudicato colpevole di un reato penale. Eppure, non è ancora chiaro se il verdetto della giuria popolare intaccherà la reputazione del tycoon, finora impermeabile alle accuse e agli scandali, che anzi hanno alimentato la retorica della “vittima” e il suo “eccezionalismo” agli occhi di un elettorato sempre più allergico alla politica tradizionale. Questa storica condanna potrebbe essere diversa, soprattutto se gli appelli della difesa fallissero e Trump dovesse affrontare la prospettiva del carcere. Oppure, col senno di poi, rivelarsi uno dei tanti ostacoli che non hanno impedito il suo ritorno alla Casa Bianca.

Trump - Figure 1
Foto ISPIonline
Una sentenza storica?

La condanna è stata annunciata un po’ a sorpresa, a soli due giorni dalla fine del dibattimento nel tribunale di Manhattan quando in Italia erano passate da poco le 11 di sera. La sentenza unanime di colpevolezza per tutti i 34 capi di imputazione è stata letta ad alta voce dal portavoce dei 12 giurati davanti ai giudici e all’ex presidente seduto a pochi passi di distanza. Il candidato repubblicano in pectore è stato condannato per frode elettorale e falsificazione di documenti aziendali nell’ambito di un piano per coprire un incontro extraconiugale con la pornostar Stormy Daniels nel 2016. Quell’incontro – che Trump ha sempre negato – ha portato a un pagamento segreto di 130mila dollari, il cui occultamento costituisce un crimine. Per la pena bisognerà aspettare più di un mese: il tycoon rischia una multa salata e fino a 20 anni di carcere, anche se essendo anziano e incensurato la detenzione è considerata improbabile. L’11 luglio, i magistrati commineranno la pena relativa alle condanne: potrebbe includere una pesante multa e perfino il carcere. A quel punto mancheranno pochi giorni alla convention repubblicana di Milwaukee che lo incoronerà ufficialmente, affidandogli la nomination del partito per la corsa alla Casa Bianca. Il presidente Joe Biden ha affidato al suo staff il commento sulla vicenda: “Oggi a New York abbiamo visto che nessuno è al di sopra della legge – ha scritto Michael Tyler, direttore delle comunicazioni di Biden – Ma il verdetto di oggi non cambia il fatto che il popolo americano si trova di fronte ad una realtà semplice. C’è ancora un solo modo per tenere Donald Trump fuori dallo Studio Ovale: alle urne”. 

Che impatto sugli elettori?

Se la decisione dei giurati non ha ricadute sulla candidabilità di Trump, la situazione presenta comunque degli aspetti paradossali: tra questi il fatto che a novembre Trump potrebbe ritrovarsi unico aspirante presidente della storia a non poter votare per sé stesso. Secondo le leggi di alcuni stati, infatti, tra cui la Florida in cui Trump risiede, una persona condannata può perdere il diritto di voto in base alla pena che gli viene comminata. Bisognerà aspettare l’11 luglio, quindi,20 per sapere se l’ex presidente sarà eleggibile per il massimo incarico istituzionale ma privato del diritto di voto. Intanto il sito delle donazioni alla campagna di Trump è andato in tilt e alcuni dei principali donatori hanno annunciato che finanzieranno dei Super-PAC per sostenere la sua candidatura e colmare il divario con la raccolta fondi di Biden. Inoltre, stando ai sondaggi – in base ai quali Trump mantiene un leggero vantaggio in molti stati chiave – il 67% degli elettori afferma che la sentenza non inciderà sulla loro scelta nel voto di novembre. Il 55% di coloro che si sono registrati per votare si dice “non interessato” al processo e in generale molti elettori potrebbero essere meno colpita dalla vicenda ‘Stormy Daniels’ perché si riferisce a eventi accaduti otto anni fa. “Anche se non è una bella cosa essere condannati per un crimine, ciò a cui penseranno gli elettori a novembre è l’inflazione, il confine meridionale, la competizione con Cina e Russia e il denaro che viene speso per Israele e Ucraina”, dice a Bbc il sondaggista Doug Schoen.  

Battaglia per lo stato di diritto?

A cinque mesi dal voto, Donald Trump sa di poter contare sullo zoccolo duro dei suoi sostenitori. Ma la sentenza di colpevolezza potrebbe rendergli più difficile conquistare il voto dei moderati e degli indipendenti. È difficile, infatti, prevedere come questi elettori risponderanno all’assalto delle propagande incrociate sulle vicende giudiziarie del tycoon. Pochi minuti dopo il verdetto, il partito repubblicano si è compattato intorno all’ex presidente definendo il processo come “una farsa” politicamente motivata e “una parodia della giustizia”. Il presidente della Camera Mike Johnson, che si era recato al tribunale di Manhattan , ha denunciato “l’arma del sistema giudiziario”, affermando che Trump “farà giustamente appello a questo verdetto assurdo – e VINCERÀ”. E il senatore della Carolina del Sud, Lindsey Graham, ha dichiarato: “Questo verdetto dice più sul sistema che sulle accuse. Sarà visto come politicamente motivato e ingiusto, e si ritorcerà tremendamente contro la sinistra”. I democratici sono apparsi altrettanto entusiasti che la giustizia avesse fatto il suo corso e che nessun uomo fosse al di sopra della legge. Reazioni polarizzate, che segnano il destino di queste elezioni senza precedenti come una battaglia per lo stato di diritto.  “Se altri fattori – l’economia, l’immigrazione, l’età di Joe Biden e il diritto all’aborto – influenzeranno il risultato, la posta in gioco a novembre riguarda la legittimità del sistema” osserva sulle colonne del Financial Times Edward Luce, sottolineano che il team della difesa ha già reso noto che farà ricorso contro la sentenza che fa di Trump un criminale. “Qualunque sia il parere degli avvocati, la sua corte d’appello sarà l’elettorato statunitense”. 

Il commento 

Di Mario Del Pero, ISPI e Sciences Po 

Si pensava che la giuria del tribunale di Manhattan avrebbe impiegato molto più tempo per giungere a una decisione. E invece sono bastate poche ore ai 12 giurati per raggiungere l’unanimità e condannare Trump. Una pesantissima umiliazione per l’ex presidente; una ferita ulteriore per la democrazia statunitense; un macigno su una campagna elettorale che si preannuncia aspra come non mai. Difficile se non impossibile fare previsioni su quel che accadrà nei prossimi mesi. Trump cercherà di sfruttarla per alimentare la sua retorica vittimista e anti-politica, che contrappone il popolo alle istituzioni corrotte. Biden la metterà al servizio di una narrazione centrata sulla minaccia alla democrazia rappresentata da Trump, che sappiamo essere mobilitante anche per chi è deluso da questa amministrazione e orientato al’astensione. Ma in ultimo molto sarà deciso da quegli elettori che, stando ai sondaggi, pur preferendo Trump si dichiarano indisposti ad eleggere un condannato.

Leggi di più
Notizie simili