L'ultima di Trump, Tulsi Gabbard direttrice della National intelligence ...
Le scelte di Donald Trump continuano a far discutere: dopo aver indicato come ministro della Difesa americano un ospite fisso di Fox News senza nessuna esperienza amministrativa e grande teorico del repulisti dentro la Difesa contro i generali “woke”, adesso ha scelto come direttrice della National Intelligence – l’ufficio attualmente coperto da Avril Haines, che supervisiona 18 agenzie di spionaggio – una delle figure più divisive e discusse degli scorsi anni nell’ambito delle interferenze estere della Russia negli Stati Uniti: Tulsi Gabbard. Vale la pena raccontare bene chi sia questa donna, considerando che Italia, Unione europea e Regno Unito, tra gli altri, condividono intelligence con gli Stati Uniti.
Ex deputata democratica diventata alleata di Trump e quasi una delle sue frontwomen sui media e in tv, tenente colonnello riservista dell’esercito (in servizio in Iraq dal 2004 al 2005 come maggiore nella Guardia nazionale delle Hawaii), Gabbard è diventata molto nota in passato per aver espresso posizioni estremamente controverse, troppo spesso allineate con le narrazioni del Cremlino, a volte fino a essere accusata (avvenne per esempio nel marzo 2022, subito dopo l’invasione russa su larga scala in Ucraina) di diffondere «menzogne traditrici» (parole del senatore repubblicano Mitt Romney) dopo che un video di lei sui social spingeva e rilanciava la fake news sui laboratori biologici in Ucraina. Per capirci, Gabbard parlò falsamente di un sostegno degli Stati Uniti a diverse decine di laboratori biologici ex sovietici in Ucraina, insinuando la fake news che i laboratori lavorassero con malattie come il COVID-19 e che l’amministrazione Biden avrebbe «cercato di insabbiare la cosa». Sempre lei postò un video in cui sosteneva che «l’Ucraina non è in realtà una democrazia», e attaccava Zelensky perché a suo dire metteva a tacere gli oppositori politici. Ma sono solo alcuni dei possibili esempi estremamente controversi (per usare un eufemismo) della presenza di Tulsi Gabbard sulla scena pubblica internazionale. Non è solo sulla Russia, peraltro, che le sue posizioni possono destare una qualche apprensione.
Gabbard si espresse contro l’intervento militare nella guerra civile in Siria sotto Barack Obama. Disse alla Cnn, testuale, che «qualunque cosa pensiate del presidente Assad, il fatto è che è il presidente della Siria» (di recente ha poi corretto un po’ il tiro). Per lei Assad era stato fondamentale per assicurare la pace nel paese, ed era scettica sulle affermazioni secondo cui avrebbe usato armi chimiche (nonostante il gruppo delle Nazioni Unite incaricato dal Consiglio di sicurezza abbia raggiunto su questo conclusioni che vengono ritenute probanti). Gabbard ha fatto a lungo campagna contro le sanzioni occidentali alla Russia. Andò nello show di Tucker Carlson (l’anchor amatissimo a Mosca) a dire che «queste sanzioni non funzionano. Quello che sappiamo è che aumenteranno la sofferenza e le difficoltà per il popolo americano. E questo è l’intero problema dell’amministrazione Biden: sono così concentrati su come punire Putin che non gliene importa e non si concentrano su ciò che è effettivamente nel miglior interesse del popolo americano».
Sempre lei lasciò intendere che Vladimir Putin aveva buone ragioni per invadere l’Ucraina. RT (Russia Today) nel febbraio 2022 mandò entusiasticamente in onda tre clip di Gabbard da Carlson in cui sostanzialmente lasciava capire che l’invasione russa in Ucraina era colpa degli Usa, «il presidente Biden potrebbe porre fine a questa crisi (russo-ucraina, nda.) e impedire una guerra con la Russia facendo qualcosa di molto semplice: garantire che l’Ucraina non diventerà un membro della Nato, perché se l'Ucraina diventasse un membro della Nato, ciò metterebbe le truppe statunitensi e della Nato direttamente alle porte della Russia, il che - come ha spiegato Putin - minerebbe la loro sicurezza nazionale» (Gabbard diceva anche che è «altamente improbabile che l’Ucraina diventi mai membro della Nato in ogni caso», ma questo RT non lo mandò). E a Trump questo è sempre piaciuto: «So che Tulsi porterà lo spirito impavido che ha caratterizzato la sua illustre carriera alla nostra comunità di intelligence, difendendo i nostri diritti costituzionali e assicurando la pace attraverso la forza», ha dichiarato questa notte il presidente eletto.
La galleria potrebbe continuare. La gioia al Cremlino di vederla al top di tutte le intelligence americane potrebbe essere notevole. Gabbard nel tempo si è avvicinata molto al vicepresidente eletto JD Vance e al figlio di Trump, Donald Trump Jr., che si sono molto spesi perché avesse una posizione nell’amministrazione. L’attuale capa, Avril Haines, è considerata unanimemente una delle figure più autorevoli dell’intelligence Usa, ha ricoperto per anni una serie di posizioni di vertice nella sicurezza nazionale e nell’intell. Gabbard invece non ha mai lavorato direttamente nella comunità dell’intelligence, tolto un lavoro breve in una delle commissioni parlamentari sull’intell. Saprà dire di no a Trump, o scostarsi dalle narrazioni di Mosca?