È nato Enea, il figlio di Ultimo e Jacqueline Luna Di Giacomo: l ...
«Avrai preso da me se a scuola sarai distratto, Non ti auguro niente anzi ti auguro tutto», aveva scritto Ultimo su Instagram, «Scusa la confusione ma è bello così, Ho un labirinto nel cuore e ti immagino qui, A regalarmi parole, risate e anche pianti, Ma solo per me, Vorrei prenderti il cielo, foreste e dipinti, Pregherò perché tu possa sempre sentirti».
Ma le dediche di Ultimo a suo figlio nascituro sono state tante. Questa forse la più lunga e sentita: «La mia testa vola. Va qui e la senza trovare pace, mi giro e rigiro nel letto senza riuscire ad addormentarmi. Mi dico Niccolò basta chiudi gli occhi, ma il cuore è veloce e la mente vola. Continuo a vedere i vostri occhi, le vostre lacrime, i vostri sorrisi. Riaccendo la luce. Mi siedo nel letto. “Il silenzio adesso sa parlare”, mi viene in mente. Un silenzio assordante, dopo 3 notti di fila nello stadio della mia città. Scendo giù e preparo una camomilla. Mentre l’acqua bolle guardo avanti a me il vuoto, ripenso a un uomo che cantava abbracciato a suo figlio “ti dedico il silenzio” e piangeva, e poi piango anche io. L’acqua freme e stacco il fuoco. La mia mente non si ferma. Ecco un flash di un altro ragazzo che mentre correvo sotto il palco mi offre un bicchiere di vino che io ho bevuto, comincio a ridere. Sono su una cazzo di montagna russa, penso. Come se avessi dentro tutti i colori del mondo in uno solo. Bevo la camomilla e mi rimetto a letto. Chiudo gli occhi e non riesco nuovamente a trovare pace. Mi rialzo. Accendo una sigaretta. Ora che sto per diventare papà vorrei smettere davvero, mi dico. Basta cazzate Niccolò. Chissà se avrà un pianoforte come dolce amico anche lui, comincio a pensare. Anzi no probabilmente per quanta musica sentirà in casa, finirà per odiarla. Chissà se a scuola sarà in disparte come me o no. Spengo la sigaretta e penso che non gli imporrò di studiare pianoforte. Mi fischiano le orecchie nel silenzio mentre Roma rimane accesa a cullarmi. Se mi dirà che vuole diventare ingegnere spaziale, gli dirò vola. Se vorrà diventare medico, lo ringrazierò a vita da buon ipocondriaco. Se vorrà lavorare in un bar gli dirò che andrò a prendere il caffè da lui ogni mattina, se vorrà. Se durante l’adolescenza a scuola mi chiameranno dicendo “suo figlio ha la mente per aria”, sorriderò e saprò da chi ha preso. Prendo il telefono e riguardo quel padre mentre canta ti dedico il silenzio col figlio abbracciati piangendo. Torno a commuovermi e mi dico: mi avete insegnato voi la parola AMORE. Questo pensiero mette pace a tutto. Spengo la luce, non mi reggo in piedi, il letto è diventato mare, buonanotte Niccolò, buonanotte Roma mia».
Ora, tutto questo fiume di parole dolcissime, Ultimo le può dire direttamente al piccolo Enea, a cui finalmente ha dato di persona il benvenuto al mondo.