Veicoli blindati dell'Unifil, la missione Onu di interposizione, nel sud del Libano, in una foto di archivio. Dall'inizio della guerra aperta fra Israele e Hezbollah i caschi blu sono chiusi nelle loro basi - Ansa
L'intimazione a evacuare, nei giorni scorsi. La secca replica: non ammaineremo la bandiera dell'Onu. E oggi l'incidente. L'esercito israeliano, nel sud del Libano, ha sparato sulla base dell'Unifil, la forza di interposizione internazionale della quale fa parte un contingente italiano. Ci sarebbero almeno due feriti tra i caschi blu. Nella zona sono in corso feroci scontri tra le truppe dello Stato ebraico e le milizie sciite filoiraniane degli Hezbollah.
La notizia arriva all'agenzia Ansa da fonti della sicurezza militare libanese. E all'agenzia Reuters da fonti dell'Onu. Nel mirino dell'esercito israeliano sarebbero finite non una ma addirittura tre postazioni dell'Unifil in quella Linea Blu di separazione tra i confini israeliano e libanese. Chiuso anche il porto di Naqura, sempre nel Libano meridionale, che veniva utilizzato dalla missione internazionale. Ora dovrà servirsi del più settentrionale porto di Tiro.
Ed è proprio la base di Naqura, la principale base dell'Unifil, ad essere finita sotto il tiro dell'artiglieria israeliana. Ed è lì che sono stati feriti i due soldati, di nazionalità indonesiana. Le loro condizioni non sono gravi. Si trovavano su una torretta di osservazione della base, che è stata centrata dal tiro di un carro armato israeliano.
Sarebbe state colpite anche altre due postazioni Unifil, non è ancora chiaro quali siano.
Secondo fonti dell'Ansa, sempre nella base di Naqura colpi di armi portatili hanno distrutto alcune telecamere che si trovavano negli avamposti italiani di due basi. Non risultano militari italiani tra i feriti.