Vajont 61, la tragedia ricordata in Senato. De Carlo: "Dolorosissima ...

9 Ott 2024
Luca De Carlo – Senatore

Anche il Senato della Repubblica ha ricordato oggi il sessantunesimo anniversario della tragedia del Vajont: lo ha fatto con le parole del senatore bellunese Luca De Carlo, intervenuto in aula nel pomeriggio; un intervento aperto dal ringraziamento al Presidente della Repubblica per l’appello lanciato lo scorso anno per il mantenimento degli atti del processo a Belluno.

Vajont - Figure 1
Foto Bellunopress

“Parlare di Vajont per un bellunese è come chiedere ad un uomo di scrivere il necrologio del proprio fratello”, ha esordito il senatore, citando le parole di Dino Buzzati; un ricordo segnato “da particolare e personale commozione”, quello di De Carlo, che ha definito quella del Vajont “una dolorosissima lezione che ha scosso profondamente l’Italia intera, oltre che la storia e la memoria del popolo bellunese – la mia storia -, da cui non smettere mai di imparare e sulla quale continuare a fare un’opera instancabile di prevenzione”.

“Affrontare le grandi sfide epocali nel pieno rispetto della natura che ci ospita” ha poi continuato “è la vera risposta ad una delle pagine più buie che l’Italia ricordi: avere il coraggio di ascoltare il territorio, la sua gente; avere la lungimiranza e l’intelligenza di fare la differenza sul rischio idrogeologico con azioni ed interventi determinanti. Rispettare le montagne, averne cura a partire dalla gente che le abita, è un impegno che la politica deve prendere sul serio”.

“Il Vajont” ha concluso De Carlo “è per la nostra nazione un simbolo: una tragedia del profitto, della superbia, della sottovalutazione della natura, dei suoi limiti e della sua forza. Un “racconto ammonitore” che ci tramandiamo da sessantuno anni e che dobbiamo continuare a ricordare, agendo senza tentennamenti o passi falsi a maggior ragione in una terra come il Bellunese dove una diga non è solo un’opera ingegneristica ma il simbolo di una ferita ancora aperta. Lo dobbiamo a chi, vittime e sopravvissuti, da quella notte del 9 ottobre del 1963 non conosce pace”.

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